Questo testo breve è un frammento della sua vita, come declamato nell’incipit: “Cinque anni fa ho passato una notte impacciata con uno studente che mi scriveva da un anno e aveva voluto incontrarmi”. Sembra il racconto della relazione fra una donna matura e un ragazzo trent’anni più giovane. Ernaux pubblica questo racconto nel maggio del 2022, quando ormai ha ottantadue anni. Con orgoglio rivendica la sua libertà di donna negli anni ’20 del XXI secolo. Ernaux distingue ricordi intimisti e memoria, affermando che è solo questa il suo materiale letterario, perché capace di proiettare una singola vita nel cuore della società. “Dalla memoria più lontana, tramandata dagli altri, alla più immediata, di un presente destinato a diventare passato”. Il centro dell’opera (e la ragione del suo interesse) è la scrittura stessa.
Il ragazzo è un libro scarno, diretto e disturbante, sulla scrittura e sugli scrittori: come e perché nasce un’opera, come l’esperienza diventa parola, e letteratura. Ernaux lo annuncia fin dall’inizio: “Se non le scrivo, le cose non sono arrivate fino al loro termine, sono state soltanto vissute”. Non si tratta di scrivere “per capire e per salvare la vita” (come pure dichiara), ma di vivere per scrivere.
A cinquantaquattro anni, madre di figli adulti, si avventura nella storia con A., lo studente di letteratura che l’avvicina del resto non in quanto donna matura, ma in quanto scrittrice. Borghese, benestante, celebre, lei; povero lui, apatico, indifferente alla politica e al mito del lavoro che ha guidato la generazione di Ernaux. Rapporto non asimmetrico, come vorrebbe il cliché (la donna matura vulnerabile, perché destinata a essere lasciata dal giovane amante): anzi, “equo”: A. dà piacere e attenzioni, Ernaux viaggi, soldi e indipendenza economica. Ma è lei, in posizione dominante, a stabilire le regole dell’affare (e a guadagnarci). A. ricorda il pasoliniano ospite di Teorema…
Accettando di esserle partner in pubblico, la spinge a provocare la società (“una sfida per cambiare le convenzioni”), a demistificare l’esistenza borghese per conquistare la quale Ernaux aveva rinnegato la sua origine (al mondo da lei tradito aveva potuto far ritorno solo con la scrittura: Il posto e Una donna sono dedicati ai genitori operai e alla loro effimera ascesa sociale a Yvetot). Il ragazzo la costringe a tornare non solo nel tempo ma anche nello spazio della sua giovinezza. A. è normanno, come lei; si incontrano a Rouen: dalla finestra dell’appartamentino, Ernaux vede l’Hotel Dieu: l’ospedale in cui era stata ricoverata trent’anni prima, per l’emorragia dopo l’aborto.
Così la vicenda si svolge nel segno di una doppia iniziazione: per lui, alle prime volte della vita; per lei alla “duplicazione del passato”.
LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )