Giallo - thriller - noir

Chiamatemi Perpetua ma il mio nome è Mimì

Perlini Paolo

Descrizione: La chiesa di San Simone è famosa per due particolari. Il primo riguarda la reliquia del santo, o meglio, un dente della sega che fu usata dai pagani per renderlo martire e santo. La seconda è per la giovane perpetua di nome Mimì: un caschetto di capelli biondi che termina con due trecce laterali sulle spalline della salopette di jeans. È lei a trovare il corpo senza vita di Alberto Casati, uomo di dubbia moralità, donnaiolo impenitente, titolare del night club La Mezzaluna, eppure in buoni rapporti con il parroco don Giovanni. Non è impressionata dalla fine di questo uomo: è attratta di più dal profumo di mandorle intorno al suo collo. Ed è il suo fine odorato che alla fine la porta a scoprire segreti che mai avrebbe voluto sapere. Tra questi, anche i suoi.

Categoria: Giallo - thriller - noir

Editore: Damster

Collana: I Gialli Damster

Anno: 2023

ISBN: 9788868105594

Recensito da Ornella Donna

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Chiamatemi Perpetua ma il mio nome è Mimì di Paolo PerliniDamster, 2023

Paolo Perlini pubblica con la casa editrice Damster un giallo curioso intitolato Chiamatemi perpetua ma il mio nome è Mimì.

Protagonista del libro è sicuramente Mimì, una ragazza madre, ironica e vivace, capace di accettare e di superare gli ostacoli che le complicano la vita. In nero fa tanti  e diversi mestieri, cercando così di sostenere sé stessa e la bimba, piccola ma perspicace e furba. Tra i tanti lavori Mimì è perpetua nella Chiesa di San Simone, famosa per la reliquia che la custodisce: “Quando una vecchietta si alzò dall’inginocchiatoio posto di fronte alla statua di San Simone, andò a togliere la polvere e lucidare la sega di legno. Su questa era incastonato un dente di metallo che secondo la leggenda apparteneva alla sega che fu usata dai pagani per renderlo martire e santo. Davanti a questa statua coloro che dovevano espiare le proprie colpe dopo la confessione andavano sempre lì a recitare le preghiere. Secondo le voci delle donne più anziane, se il dente della sega emanava un bagliore, il penitente era assolto. Ed è per questo che i fedeli cercavano sempre di confessarsi nelle giornate di sole e in determinati orari, quando la luce che entrava dalle vetrate avrebbe colpito la statua.”

Nella stessa Mimì trova il cadavere di Alberto Casati, un uomo di dubbia moralità, donnaiolo impenitente, proprietario del night club denominato La Mezzaluna: “Un confessionale di ultima generazione, (…) eppure qualcosa fuori dall’ordinario c’era: la grata che separava il sacerdote dal penitente non era chiusa. (… ) ma da quella parte sembrava tutto immobile così come lo erano le ciglia, i peli del naso rossi e spessi come fili di rame.”

Mimì è esterrefatta, chi ha potuto commettere un simile misfatto? E per di più in un luogo sacro? Per difendere se stessa e non solo, Mimì inizia una sua personale indagine alla ricerca del colpevole. Ci riuscirà?

Questo giallo classico si distingue per l’ambientazione: uccidere un individuo all’interno di un confessionale non è proprio cosa da tutti i giorni. Bello è anche il personaggio di Mimì, una donna dei nostri tempi, che lotta per la sua personale soddisfazione e integrazione in un mondo non proprio limpido. La trama è completa e ben congegnata; un linguaggio fluido e scorrevole completa una lettura di genere che intriga moltissimo. Da apprezzare è anche l’ironia sottile che percorre tutto il narrato. Complimenti all’autore e buona lettura.

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