
Le querce non fanno limoni
Calamini Cosimo
Descrizione: Quattro figli scansafatiche dediti alla marijuana e alla musica di Frank Zappa, una moglie annoiata, una gloriosa casa a forma di ipsilon sulla costa dell’oceano: la vita di Henry Molise, scrittore cinquantenne in crisi di ispirazione, sembra destinata a una quotidianità prevedibile fatta di litigi e rappacificazioni domestiche, quando una sorpresa – un vero dono dal cielo – si unisce alla sgangherata famiglia: un gigantesco cane testardo e ottuso il cui nome è una iscrizione sepolcrale: STUPIDO. Con lui il tran tran di Molise scivola verso un’allegra e tenerissima catastrofe.
Categoria: Letteratura americana
Editore: Einaudi
Collana: SiperET
Anno: 2019
ISBN: 9788806240974
Montechiasso è un borgo toscano arroccato sulle colline: nelle giornate di cielo nitido, scarno di nubi e con l'aria frizzante e pulita, si scorgono le vette delle Apuane, il mar Tirreno, le colline Metallifere, gli Appennini tosco-emiliani, il Casentino. Lì vive Sara, diciannove anni, figlia di Attilio, un tempo militante comunista nonché voce e chitarra del gruppo rock I Timidi. Ma a Montechiasso sono arrivati anche nuovi abitanti: per esempio il suo amico Averroè, giovane promessa dell'atletica nonché figlio dell'imam. Tutto sembra andare per il meglio, finché non arriva la notizia bomba: nel paese verrà costruita una gigantesca moschea, un'astronave aliena edificata tra le vigne e i campanili. Verranno tutti coinvolti in una discussione che rischia di degenerare, tra razzismi e idealismi, solidarietà e diffidenze: anziani con il pannolone e casalinghe disperate, preti troppo intraprendenti e affaristi senza scrupoli, politicanti di provincia e giornalisti ficcanaso, vecchi militanti e giovani rampanti, sciampiste pettegole e commesse della Coop.
Le querce non fanno limoni
Calamini Cosimo
Tre personaggi in cerca d’amore. A modo loro, ognuno in fuga dal destino, che riuscirà comunque a scegliere per tutti, a discapito dei progetti e delle ambizioni personali. Un romanzo scritto a più voci, che racconta i tortuosi e imprevedibili percorsi che la vita a volte riserva. L’autore ci regala uno spaccato di vita italiana lungo vent’anni, nelle esistenze di Matteo, Lorenza e Ferdinando, una “Meglio gioventù” che tenta di sopravvivere nelle complesse evoluzioni dell’ esistenza.
Il destino trova sempre la sua strada
Florio Gianfabio
1928. Le sorelle Torres abitano nella villa più bella di Málaga. Il padre l'ha costruita per loro, perché vivessero come delle principesse. Rosario, la maggiore, di una bellezza elegante e decisa, ama il canto ed è la preferita della famiglia. Remedios cresce nella sua ombra, comunque felice di dividere con lei i giochi nel loro posto magico: il giardino della villa, che di volta in volta si trasforma in un'isola deserta infestata dai pirati o in un castello incantato. Fino al giorno in cui l'idillio finisce. Una delle navi con cui il padre commercia spezie, tessuti e tappeti affonda. La bancarotta è una tragedia dalla quale l'uomo non si riprenderà più. Rosario e Remedios rappresentano il futuro della casata. Un fardello troppo pesante per due giovani donne. Ma, come la pianta simbolo della loro famiglia, il geranio, devono essere forti e coraggiose. Devono pensare alla primavera che, immancabilmente, torna a sbocciare dopo ogni inverno. Ed è proprio un seme di quel fiore che portano con loro a Barcellona, dove decidono di ricominciare. Tra le vie della grande e colorata città, all'inizio si sentono perse e il loro legame è tutto quello che hanno per affrontare il presente. Eppure Rosario e Remedios, anno dopo anno, si scoprono più diverse di quello che immaginavano. Una fa di tutto per trovarsi un lavoro e un marito che possa darle sicurezza, mentre l'altra insegue ancora i propri sogni e si innamora di un uomo ribelle come lei. Ma anche quando sembra che si siano perse per sempre, i balconi e le finestre delle loro case saranno pieni di gerani in fiore. Non è possibile dimenticare le proprie radici. Perché entrambe hanno una missione: restituire l'onore alla famiglia Torres.
I gerani di Barcellona
Pobla Carolina
Presentazione dell'autore. La storia si ispira a un film cult della tensione in bianco e nero: “La scala a chiocciola”, una vicenda nella quale l’assassino elimina persone affette da difetti fisici. In questo romanzo l’omicida seriale uccide donne che soffrono di fobie, con una particolarità sorprendente: “firma” i delitti depositando una maschera sul viso della vittima. Secondo la criminologia, quando un assassino copre – generalmente con un lenzuolo – la sua vittima, nell’atto esprime pietà tardiva o un legame affettivo con il cadavere. Se l’omicida seriale de “Il carnevale dei delitti” nasconde i suoi misfatti non con un lenzuolo, ma con una maschera, cioè con un oggetto altamente simbolico, ecco che allora la Bautta, la maschera d’oro di Tutankhamon, il Quetzalcoatl azteco o Brighella costituiscono indizi da interpretare, all’interno di una follia criminale che serpeggia tra le fiabe e la psicanalisi. Gli omicidi vengono compiuti sullo sfondo di situazioni torbide o di manifestazioni evocative: una villa ove si pratica lo scambismo, il carnevale di Venezia, la spettacolare spiaggia delle uova di Ventimiglia … L’indagine si svolge nell’atmosfera magica del lago di Como
Il carnevale dei delitti
Elpis Bruno
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