
Presentazione del nuovo numero di Adès
Descrizione: È un mattino di pioggia gelida quello in cui Fortuna torna a casa. Sono passati dieci anni dall’ultima volta, ma Roccachiara è rimasto uguale a un tempo: un paesino abbarbicato alle montagne e a precipizio su un lago, le cui acque sembrano inghiottire la luce del sole. Fortuna pensava di essere riuscita a scappare, di aver finalmente lasciato il passato alle spalle, spezzato i legami con ciò che resta della sua famiglia per rinascere a nuova vita, lontano. Ma nessun segreto può resistere all’erosione dell’acqua nera del lago. A richiamarla a Roccachiara è un ritrovamento, nel profondo del bosco, che potrebbe spiegare l’improvvisa scomparsa della sua migliore amica, Luce. O forse, a costringerla a quel ritorno è la forza invisibile che, nonostante tutto e tutti, ha sempre unito la sua famiglia: tre generazioni di donne tenaci e coraggiose, ognuna a suo modo. E forse, questa volta, è giunta l’ora che Fortuna dipani i segreti nascosti nella storia della sua famiglia. Forse è ora che capisca qual è la natura di quella forza invisibile, per riuscire a darle un nome. Sperando che si chiami amore.
Categoria: Narrativa
Editore: Longanesi
Collana: La Gaja scienza
Anno: 2013
ISBN:
Presentazione del nuovo numero di Adès
Il sorriso degli dei
Nievo Stanislao
Ostaggi – 8 aprile 2017, ore 20:45, al Nuovo Teatro Ariberto di Milano
Pubblicato nel 1911, il Bestiario, o Il corteggio d’Orfeo, prima raccolta di poesie di Guillaume Apollinaire, si colloca in un felice punto d’intersezione tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, momento di forte crescita della poesia europea. Tratto distintivo della raccolta è quell’aggancio realistico che equilibra la continua tentazione verso il nonsense, quell’intrattenibile e abbagliante pienezza del sentimento che genera una straordinaria congiunzione tra la «fatuità » del Mallarmé minore e la gustosa sapienzialità terrestre dei bestiari medievali. Incredibilmente sospeso tra le sinuose eleganze dell’Art Nouveau e la solida concretezza delle scomposizioni cubiste, il poeta crea effetti stilistici unici, senza mai rinunciare a sfruttare gli spazi aperti della sua immaginazione formale, cassa di risonanza della sua malinconia, della sua vitalità, del suo male di vivere. Ricchissima di senso metrico e sonoro, fondata sul valore espressivo della parodia e del falsetto, la poesia di Apollinaire è proposta nell’attenta traduzione di Giovanni Raboni a cui fanno da indispensabile complemento le incisioni di Raoul Dufy, presenti già nell’edizione originale.
Bestiario
Apollinaire Guillaume
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