Teatro

Antigone. Una riscrittura

Sannipoli Daniele

Descrizione: Il fascino e la modernità del personaggio di Sofocle recano in sé una carica di suggestione tale da spingere Sannipoli a farne una riscrittura, suddivisa in atti teatrali, che ripercorre la forza di questa tragica eroina, nel cui incestuoso concepimento risiede già un destino avverso, segnato.

Categoria: Teatro

Editore: Daimon Edizioni

Collana: Melpomenia

Anno: 2019

ISBN: 9791280328007

Recensito da Elpis Bruno

Le Vostre recensioni

Antigone. Una riscrittura

Tra le tragedie greche l’Antigone di Sofocle è forse quella che, insieme al ciclo di Edipo dello stesso tragediografo e alla Medea di Euripide, meglio si è prestata a riadattamenti ispirati dalle epoche dei vari autori che hanno reinterpretato l’antinomia tra legge morale e ragion di stato. Come leggere l’Antigone di Anouilh senza i riferimenti all’occupazione nazista della Francia? Come potrebbe essere dunque l’Antigone della generazione Y, dei millennial o – chiamatela come volete – della next /net generation?

Questo inestricabile legame tra individuo e tempo del quale l’uomo è figlio lo riconosce Daniele Sannipoli nella prefazione alla sua “Antigone. Una riscrittura”, un testo teatrale che riecheggia la solida cultura classica dell’autore nel sincretismo creativo che egli realizza grazie al contributo della letteratura contemporanea dichiarato in modo lucido in premessa: il Pavese dei Dialoghi con Leucò, il Caligola di Camus, il “teatro aterogeno e lacerante di Sarah Kane”. Spiriti ed echi letterari – quelli citati e altri – che aleggiano nell’opera di Daniele Sannipoli, condensati in un’assunzione di principio: “I libri parlano sempre di altri libri”.

In questa riscrittura, “in tre atti, via via più brevi, articolati in scene e privi delle tradizionali parti riservate al Coro… a marcare… l’impossibilità di un ritorno al teatro greco” campeggiano tre figure, che incarnano altrettanti drammi socio-personali.

Il tiranno Creonte: crudele sì, ma dilacerato da un bipolarismo attuale, ottimamente rappresentato nello scenografico dialogo con lo specchio che andrà in frantumi. Così recita il riflesso di Creonte: “Lascia che la fanciulla seppellisca il fratello, è sacro l’amore che nutre, puro come una vita che nasce”.

L’eroina Antigone: pura, determinata, tenacemente convinta della sua motivazione (“La sua legge è sbagliata, la mia regge il mondo. Vive nelle piante, nell’acqua, nel soffio del vento, nel volo di un uccello e nel grido di una madre”).

L’amante Emone: infelice, schiavo d’amore, parimenti determinato come solo i giovani sanno essere.

Molti sono gli elementi di novità che questa tragedia riserva: la rappresentazione teatrale dei conflitti interiori e interpersonali, l’esteriorizzazione amplificata del dolore che travalica la classicità apollinea della matrice greca, una nuova sorte riservata a Euridice dall’autore-demiurgo, il ruolo denso, riassuntivo e salmodiante del Coro (“Non c’è potere senza la colpa, non c’è uomo senza l’amore”), i deliri monologanti – quello d’amore di Emone e quello politico-esistenziale di Creonte – resi con uno stile concitato e congestionato che restituisce allo spettatore l’urgenza dei sentimenti…

A breve avremo modo di dialogare con l’autore da queste pagine web. Intanto aspettiamo la rappresentazione sulla scena di un’opera che – coronavirus permettendo o meno – promette di meravigliare per la potenza anche violenta delle sue tonalità.

Bruno Elpis

Chi volesse assaporare in pillola l’abilità e la qualità drammaturgica di Daniele Sannipoli può leggere il dramma in atto unico intitolato In sospeso cliccando su questo link.

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Daniele

Sannipoli

Libri dallo stesso autore

Intervista a Sannipoli Daniele

Edizione essenziale di «La fine è il mio inizio» - Domande e risposte su come fare una vita.

Fine inizio

Terzani Folco

Per spalancare il panorama di meraviglie che l'universo naturale contiene non occorrono grandi spedizioni, possono bastare un parco cittadino, un balcone, persino una fessura nel pavimento di casa. Tenendo gli occhi e la mente bene aperti impareremo a decifrare le voci delle rondini e le abitudini dei merli, ad amare alcuni insetti e a combatterne altri, a seguire il ritmo con cui di stagione in stagione si vestono e si svestono gli alberi, dal flessuoso salice al burbero castagno. Seguire i voli delle rondini o le fioriture delle veroniche. Scoprire che il rospo si «innamora» per primo e che il picchio sa vedere nel futuro. Ricordare che della pervinca scriveva Giovanni Pascoli, dell'usignolo John Keats, e dell'upupa il poeta persiano Farid ad-din Attar. Per spalancare il panorama di meraviglie che l'universo naturale contiene non occorrono grandi spedizioni, possono bastare un parco cittadino, un balcone, persino una fessura nel pavimento di casa. Tenendo gli occhi e la mente bene aperti impareremo a decifrare le voci delle rondini e le abitudini dei merli, ad amare alcuni insetti e a combatterne altri, a seguire il ritmo con cui di stagione in stagione si vestono e si svestono gli alberi, dal flessuoso salice al burbero castagno. «Da quando ho memoria di me, le scienze naturali sono sempre state la mia unica vera passione» ricorda Susanna Tamaro. Una passione mai sopita e che in un tempo di lutti e difficoltà come l'attuale si impone come una necessità, quella di tornare a meravigliarsi, a provare gratitudine per la ricchezza e lo splendore dell'esistente. Il suo «taccuino di appunti» prende vita lungo i mesi grazie a un'osservazione quotidiana colta e intima, che si incanta per il volo delle coccinelle e dialoga con i grandi autori del passato, da Plinio il Vecchio a Charles Darwin. Ritroviamo così una dimensione domestica e sorprendente della natura che appartiene a tutti noi e che abbiamo il diritto di conoscere di più e meglio: perché la conoscenza è la prima e più necessaria forma dell'amore.

Invisibile meraviglia

Tamaro Susanna

Come si spiega che nei Paesi occidentali (Italia compresa) l’evoluzionismo sia diventato terreno di scontro politico tra destra e sinistra? Che c’entra Darwin con la politica? In realtà, dicono gli autori, questo è stato il suo destino da sempre, fin da prima della pubblicazione di L’origine delle specie. Da allora la polemica non si è mai estinta. Dai comunisti ai liberali, dalle chiese ai tribunali, dal creazionismo americano a quello di matrice islamica, Compagno Darwin ricostruisce l’accoglienza del darwinismo in politica, mostrando che il naturalista con la barba è buono o cattivo a seconda di chi osserva e di cosa viene osservato attraverso le lenti della sua teoria. Da destra e da sinistra, l’evoluzionismo darwiniano è stato sposato per giustificare – non senza forzature – questa o quella posizione, salvo poi essere attaccato quando risultava scomodo. Lesa maestà nei confronti della scienza? Gli autori credono di no: in parte anche i ricercatori hanno un atteggiamento oscillante; e occuparsi del posto dell’uomo nel mondo, proprio come ha fatto Darwin, è l’essenza stessa della politica. Se si lamenta la distanza tra scienza e cittadini, lo spettacolo di una teoria scientifica che entra prepotentemente nel dibattito pubblico andrebbe guardato con interesse e casomai con sollievo, non temuto.

Compagno Darwin

Nosengo Nicola

Claude, giunto a Parigi, trova una vita diversa da quella che aveva sempre immaginato passeggiando con i suoi amici sotto il sole della Provenza. A fargli compagnia il freddo, la fame e un quaderno, su cui annota le proprie impressioni e sentimenti; e ad acuire il suo malessere la solitudine e la mancanza di qualcuno da amare e con cui condividere la sua miserabile esistenza. Ma ecco che Laurence, una ragazza precocemente invecchiata a causa di una vita di dissolutezze e di stenti, irrompe prepotentemente nella sua vita e Claude decide di salvarla dalla sua sciagurata esistenza. "La confessione di Claude" è un romanzo autobiografico, in cui Zola racconta i primi e difficili anni della sua vita parigina. Pubblicato nel 1865, il libro attirò le attenzioni della polizia francese per la sordida ambientazione delle vicende e per lo stesso motivo lo scrittore venne ripudiato dall'editore Hachette.

La confessione di Claude

Zola Emile