Letteratura femminile

Attacchi d’amore

Idolina Landolfi - Ester Pes

Descrizione: I racconti e le confidenze di due donne sui loro 'attacchi amorosi', quasi una sorta di malattia. Oltre a ciò, seguono i racconti degli assalti maschili, un piccolo esercito di vogliosi e innamorati.

Categoria: Letteratura femminile

Editore: ES

Collana: Biblioteca dell'eros

Anno: 1996

ISBN: 978-8886534246

Recensito da Lucilla Parisi

Le Vostre recensioni

Racconti a quattro mani e due voci, quelle di Lucia ed Ester ritrovatesi, come accade spesso tra amiche, a passare una notte insonne a condividere storie. Una notte di pioggia, per giunta.
Oggetto, neppure troppo originale, di queste confessioni notturne sono gli uomini, o meglio quegli attacchi d’amore “senza possesso, accigliati, turbolenti” come temporali furiosi che travolgono, improvvisi, e che svaniscono poi altrettanto velocemente, senza lasciare traccia.

D’altronde è il loro destino: sono amori che per definizione non possono durare, ma che – inspiegabilmente – hanno la capacità di avvincere la preda e intrappolarla in una rete di gesti e parole, il più delle volte, senza senso. In questi casi è l’inizio che conta, non la fine. Dopo si passa oltre, a volte tocca rimettere insieme i pezzi, ma il più delle volte si passa all’attacco successivo senza troppi rimpianti.

L’amore può, deve essere a grappoli. Tante storie legate l’una all’altra forse fanno un amore intero. Se penso all’amore grande, quello che tu dici di volere, solo attraverso una molteplicità di eventi diversi riesco a intravederlo.

Così Ester, più avvezza e interessata a uomini dai capelli brizzolati e qualche chilo o pelo di troppo, e Lucia, più incline e predisposta a giovani glabri e senza grandi pretese, raccontano di baci da dimenticare, orgasmi molto se non troppo precoci e membri maschili con manie di protagonismo. Scene grottesche, incontri improbabili ma terribilmente reali, vengono riesumati e abilmente conditi dalla due improvvisate narratrici unite da un’amicizia storica e da un’intimità invidiabile. Cosa possono svelare due donne in un notte di pioggia? Un decameron senza velleità letterarie. Dialoghi fluidi e un finale pirotecnico. Ovviamente gli uomini, ma forse anche le donne, non ci fanno una bella figura, ma le avvenenti protagoniste non sembrano preoccuparsene, ben consce della fragilità e dei complessi e a volte perversi meccanismi dell’animo umano.

Ci si era visti varie volte, e c’era stata subito un’attrazione reciproca, di quelle che si percepiscono come un odore. [….] Mentre con la macchina salivo sulle colline intorno a Pavia, verso la sua casa di campagna, sentivo, senza ragione, che quell’incontro sarebbe stato diverso da tutti gli altri, che sarebbe accaduto qualcosa di decisivo. […] E immaginavo di essere una di quelle sante nelle cattedrali che hanno in mano la cattedrale in miniatura che le accoglie. Possedere ciò che ci possiede. Ma guarda tu a cosa di pensa pur di non pensare.”

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

-

Landolfi

Idolina

Libri dallo stesso autore

Intervista a Idolina Landolfi - Ester Pes

Pubblicato nel 1959, Malcolm, prima prova letteraria per James Purdy, è la storia - buffa, irritante e commovente al tempo stesso - di un ragazzo di soli quattordici anni, "di una bellezza eccezionale" e appena rimasto solo al mondo, conteso dall'affetto invadente e possessivo di una galleria di personaggi memorabili: un becchino etiope, un famoso astrologo, una miliardaria alcolista, un pittore nano, un ex galeotto amante del jazz. Fra dolcezza, comicità e trasgressione, un'indimenticabile storia di innocenza e perdita dell'innocenza.

Malcolm

Purdy James

In un imprecisato futuro del ventunesimo secolo, un uomo percorre le strade di un'Europa assediata dalla crisi e dalla povertà. Vende depuratori d'acqua porta a porta fissando appuntamenti da desolati centri commerciali. Ogni giorno svolge il proprio lavoro con dedizione e rigore avendo come unica ragione di vita sua moglie e i suoi due figli. Che sia un'intera società ad essersi illusa o un singolo individuo, la forza d'urto di una certezza che crolla dipende da ciò che si è costruito sopra. Guardando dritto negli occhi un Occidente in declino, Paolo Zardi racconta il tentativo struggente di un marito di capire quali verità possano nascondersi sotto le macerie delle proprie certezze, lo sforzo commovente di un padre di proteggere la sua famiglia quando tutto sembra franare.

XXI Secolo

Zardi Paolo

«L'unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti e cercare la distanza giusta, che è lo stile dell'unicità». Così scrive Emanuele Trevi in un brano di questo libro che, all'apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, cosi propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l'aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l'ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore. Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell'unicità di questo libro non stanno nell'impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l'amicizia. Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all'ultimo trasparente e felice, quel legame che accade quando «Eros, quell'ozioso infame, non ci mette lo zampino».

Due vite

Trevi Emanuele

La neve avvolge in una coltre silenziosa la piccola cittadina di Rumilly, nell’Alta Savoia. Due bambini corrono a perdifiato nel bianco sterminato. Per festeggiare il loro decimo compleanno hanno deciso di sfidare la proibizione paterna e intrufolarsi nella tenuta del Castello. In punta di piedi si avvicinano alla finestra e incollano il naso al vetro. Devono scoprire se quello che si racconta del padrone di casa è la realtà. E quello che vedono è ancora più sorprendete delle voci di paese. Il canarino rinchiuso nell’elegante gabbia dorata è davvero tutto blu, e dello stesso colore è il viso del suo padrone, Jean-Antoine Giobert, che vive isolato in quell’edificio in rovina, circondato da campi di Isatis Tintoria, una pianta che fornice un particolarissimo pigmento blu. Unico superstite di una famiglia massacrata durante la rivoluzione, il ricco signorotto non ha che una passione e ossessione: l’indaco. Lo studia e lo sperimenta in ogni sua sfumatura e gradazione, per poi venderla a peso d’oro. Tutta la sua esistenza è dedicata alla ricerca del blu perfetto, su cui scrive un ponderoso trattato e per la quale partecipa, vincendoli sempre, a bizzarri concorsi per la premiazione del colore più puro. Ma nei giorni che seguono a questi successi vengono scoperti efferati delitti che sono pericolosamente simili ai deliri onirici di cui Giobert è preda ormai da molte notti. Per sfuggire al dubbio scagionarsi, è costretto a intrecciare la sue ricerche con quella dell’assassino, in una spirale cupa e ipnotica. Gérard Roero di Cortanze descrive tutta la crudeltà del nostro essere interiore, fino nei meandri più nascosti e proibiti. Una vera e propria favola del male.

Il colore della paura

Cortanze Gérard Roero di