
A che servono i Greci e i Romani?
Bettini Maurizio
Descrizione: Camilla è una giovane ragazza che vive in una piccola città di provincia dell'Italia centrale. Non la si può definire certo una bellezza. Anzi è solo un'altra ragazza invisibile. Dopo la maturità in un istituto tecnico in cui si è diplomata come segretaria d'azienda, non ha conservato le amicizie. Camilla ha un dono che ancora non conosce. Porta fortuna a chi le sta intorno e, involontariamente, realizza dei piccoli sogni. Per se stessa Camilla non desidera troppo. Sa che non avrà accanto un ragazzo bello come quelli della televisione o come Bruno, il figlio del padrone della fabbrica di infissi per cui lavora. Bruno è un ragazzo gentile, sembra avere la testa sulle spalle e, soprattutto, ha due occhi che quando Camilla li incrocia, deglutisce a fatica. Non è una sorpresa per la timida Camilla scoprire che il giovane è fidanzato, ovviamente con la più bella ragazza della provincia. Un giorno per lei arriva l'occasione di cambiare vita. Roma e un futuro diverso da immaginare. Nella grande città trova lavoro come impiegata alle poste e, anche lì, dispensa frammenti di fortuna a tutta la gente che comincia a conoscerla e a volerle bene. Camilla non legge tanti libri ma ogni mattina, prima di andare a lavoro, apre una pagina a caso di un fotoromanzo e ci punta sopra il dito. La frase pronunciata dall'attore o dall'attrice di turno, su cui cade il suo indice, le farà da guida per tutta la giornata. Una mattina l'interprete di Passione senza confini ha sentenziato che "l'amore arriva senza avvertire"...
Categoria: Narrativa
Editore: Zero91
Collana:
Anno: 2010
ISBN: 9788895381213
Recensito da Marika Piscitelli
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Sempre più spesso a chi si occupa di discipline umanistiche in Italia viene chiesto: «A cosa serve?». Dietro questa domanda agisce una vera e propria rete di metafore economiche usate per rappresentare la sfera della cultura e della creazione intellettuale («giacimenti culturali», «offerta formativa», «spendibilità dei saperi», «crediti», «debiti» e cosí via). A fronte di tanta pervasività di immagini economiche, sta il fatto che la storia testimonia un’immagine della creazione intellettuale decisamente rovesciata rispetto a quella che si va affermando oggi. La civiltà infatti è prima di tutto una questione di pazienza: e anche la nostra si è sviluppata proprio in relazione al fatto che alla creazione culturale non si è chiesto immediatamente «a che cosa servisse». Se si vuole mantenere viva la presenza della cultura classica in Italia, però, è indispensabile un vero e proprio cambiamento di paradigma nell’insegnamento delle materie classiche nelle nostre scuole.
A che servono i Greci e i Romani?
Bettini Maurizio
Roma 1903: la morte di una guardia svizzera e di una giovane cameriera scuote il Vaticano. Il papa Leone XIII decide che per risolvere il mistero è necessaria la consulenza di un giovane medico viennese esperto nell'indagare la mente: Sigmund Freud. Il suo compito sarà individuare l'individuo che sta dietro alla tragica morte dei giovani. Non per assicurarlo alla giustizia, però, perché uno scandalo metterebbe a repentaglio la missione della Chiesa. E in fondo, pensa il papa, il colpevole riceverà l'adeguata punizione nell'aldilà. Il risultato dell'indagine servirà a impedire che, alla morte ormai prossima di Leone, il soglio di Pietro venga occupato da un empio, da un assassino. E Freud potrà contare sull'assistenza della bellissima cameriera Maria e di un giovane seminarista dal cuore puro, un certo Giuseppe Angelo Roncalli...
La scelta di Sigmund
Martigli Carlo A.
Il bar Novecento, di fronte allo stadio San Paolo, è un’istituzione, un punto di riferimento dove passare intere giornate. Non solo per commentare le partite, né per il caffè di Mario, né per la bellezza di Paola, la cassiera che fa girare la testa a chiunque. Al bar Novecento si va soprattutto per parlare con O’ Professore, l’uomo che da trent’anni siede allo stesso tavolino sul fondo della sala, e giorno dopo giorno raccoglie palpitanti racconti di epiche sfide, confessioni di figli tornati in città per esaudire l’ultimo desiderio del padre morente, richieste di consigli su amori infelici. A ciascuno di loro, O’ Professore saprà rivolgere profetiche, illuminanti parole sul senso della vita.
Il resto della settimana
De Giovanni Maurizio
È un Pasolini che si abbandona a momenti di vera e propria gioia quello che tra il giugno e l’agosto del 1959, al volante di una Fiat 1100, percorre la «lunga strada di sabbia», da Ventimiglia a Palmi e poi, spinto da una specie di «ossessione deliziosa», fino al comune siciliano più meridionale, per risalire infine la costa orientale e arrivare a Trieste. A La Spezia, da dove parte per San Terenzo e Lerici, sente che sta per avere inizio una fra le domeniche più belle della sua vita; a Livorno, non lascerebbe mai «l’enorme lungomare, pieno di ragazzi e marinai, liberi e felici»; e, finalmente, al Circeo: «Il cuore mi batte di gioia, di impazienza, di orgasmo. Solo, con la mia millecento e tutto il Sud davanti a me. L’avventura comincia». A commissionargli il viaggio è stata la rivista «Successo», che pubblicherà il reportage in tre puntate fra luglio e settembre, e Pasolini, spiaggia dopo spiaggia, incontra amici intellettuali e personaggi noti, si lascia incantare dalla gente semplice dei paeselli più remoti (a Portopalo «la gente è tutta fuori, ed è la più bella gente d’Italia, razza purissima, elegante, forte e dolce») e, portandosi in giro il suo entusiasmo per la scoperta, il suo sguardo emozionato e insieme acuto di futuro regista, annota scorci e impressioni tanto potenti da restituirci un quadro dell’Italia di allora: un’Italia in cui il boom economico, solo presagito, non riesce ancora ad avere la meglio sulla felicità del sogno pasoliniano d’innocenza.
La lunga strada di sabbia
Pasolini Pier Paolo
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