Narrativa

Capolinea Malaussène

Pennac Daniel

Descrizione:

Categoria: Narrativa

Editore: Feltrinelli

Collana: I narratori

Anno: 2023

ISBN: 9788807035326

Recensito da Redazione i-LIBRI

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Capolinea Malaussène di Daniel Pennac

La serie dei Malaussène: sette romanzi, oltre 5 milioni di copie vendute, più di 400 edizioni. La grande attesa è finita. La famiglia più amata di Parigi sta per tornare.

Il grande finale, esilarante e apocalittico.

«Non sapevo che i miei ragazzi avessero rischiato di farsi ammazzare nel caso Lapietà. Quando ho scoperto che c’era di mezzo Nonnino, ho capito una cosa: chi non conosce Nonnino non sa di cosa è capace l’essere umano.» – Benjamin Malaussène

«Fuochi d’artificio per dire addio a Benjamin e alla sua tribù.» – Le Temps

«Quando si comincia un libro del ciclo dei Malaussène, soprattutto se uno degli ultimi, ancora più soprattutto se è l’ultimo, si deve mettere in conto che ci si troverà immersi in una grandiosa, affascinante e rocambolesca baraonda.» – Alessandro Tacchino per Maremosso

La mano di Nonnino si posa sulla testa del ragazzo. “Niente panico, eh? I Malaussène son roba facile. Loro, almeno, sappiamo dove stanno.”
Kebir ha un attimo di esitazione prima di chiedere: “Ci vado da solo?”.
Nonnino gli concede il suo sorriso bonario. “No, piccolo, non preoccuparti, ti do tre uomini.”
Kebir sente il freddo dell’anello. “Vai tranquillo,” mormora Nonnino. “Quando sei sul posto, poi, ti concentri bene. La cosa importante è il risultato. Li beccate, recuperate la Schoeltzer, e poi…” Nonnino gli ha afferrato l’orecchio. “E poi finisci di far pulizia.” Una pausa. “Li elimini. Tutti e tre. Anche la ragazzina.” Gli tira piano il lobo. “Perché un testimone, Kebir mio, testimonia.”

Daniel Pennac (1944, Casablanca) – Romanziere francese. Figlio di un ufficiale dell’esercito francese, dopo un’infanzia in giro per il mondo, tra Africa, Europa e Asia, si stabilì definitivamente a Parigi.
Professore di lettere in un liceo parigino, dopo aver esordito con alcuni romanzi per ragazzi tra cui Abbaiare stanca (1982), L’occhio del lupo (1984) – genere cui ritorna con il ciclo del giovanissimo ispettore Kamo (Kamo. L’agenzia Babele, 1992; Kamo. L’idea del secolo, 1993) – si è conquistato un pubblico di fedelissimi tra i lettori adulti con i romanzi Il paradiso degli orchi (1985) e La fata Carabina (1987) che innestano sulla struttura del romanzo poliziesco una galleria di personaggi bizzarri e uno humour dirompente che sfiora l’assurdo.
Le avventure di Benjamin Malaussène, «di professione capro espiatorio» continuano in La prosivendola (1989) e Signor Malaussène (1995), assumendo la dimensione di una saga, ambientata nel quartiere parigino di Belleville.
Lo scopo dichiarato dell’autore è quello di restituire agli adulti il piacere di leggere; a questo tema Pennac ha dedicato un saggio dal titolo Come un romanzo (1992).
Le opere più recenti non abbandonano la cifra ironica e confermano l’inventiva inesauribile di Pennac: Ecco la storia (2003) è una rocambolesca vicenda di sosia; Grazie (2004) è un omaggio ai suoi lettori, condito di disquisizioni morali; La lunga notte del dottor Galvan (2005) è un esilarante racconto ambientato in un ospedale, L’avventura teatrale. Le mie italiane (2007) e Diario di scuola (2008).
Del 2010 l’audiolibro de L’occhio del lupo letto da Claudio Bisio (Salani) e il fumetto Lucky Luke contro Pinkerton scritto con Tonino Benacquista e Achdé (Nona Arte). Del 2011 l’audiolibro di Diario di scuola (Emons) letto da Giuseppe Battiston.
Pennac si è cimentato anche come attore, portando tra l’altro in giro nei teatri di tutta Europa il suo spettacolo-lettura Bartleby lo scrivano, dal racconto di Melville.
Nel 2002 lo scrittore ha vinto il premio internazionale Grinzane Cavour Una vita per la letteratura. Nel 2012 Feltrinelli ha pubblicato Storia di un corpo e l’anno successivo Ernest e Celestine (2013), dal quale è stato tratto anche un lungometraggio d’animazione. Del 2015 è invece L’amico scrittore. Conversazione con Fabio Gambaro (Feltrinelli). Nel 2018 è uscito il romanzo Mio fratello, scritto dopo la morte del fratello Bernard.

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Leggi l’articolo intitolato Daniel Pennac, il mio ultimo Malaussène su Ansa.it a questo link

Esce il capitolo conclusivo, “scriverò un romanzo sul silenzio”

Daniel Pennac dice addio, ma non proprio, a Benjamin e alla tribù dei Malaussene. Dopo sette libri che hanno venduto oltre cinque milioni di copie nel mondo si conclude con ‘Capolinea Malaussene’, che arriva in libreria il 28 marzo per Feltrinelli nella traduzione di Yasmina Melaouah, un’avventura cominciata quarant’anni fa.

E in questo ultimo capitolo lo scrittore ci regala il personaggio di Nonnino, “genio del male”.
“Io ho 40 anni in più e nella saga i figli di Malaussene hanno fatto a loro volta dei figli. Questo volume mette in scena, come personaggi principali, la seconda generazione” dice all’ANSA lo scrittore, in Italia per l’uscita del libro che ha presentato a Libri Come a Roma e con cui sarà il 28 marzo alla Feltrinelli Piazza Piemonte a Milano. Dal tempo de ‘Il paradiso degli orchi’, primo volume della saga, scritto nel 1983, uscito in Italia per Feltrinelli nel 1991, “il mondo è cambiato moltissimo. Dal punto di vista politico non esiste più il Partito comunista, non esiste quasi più il Partito socialista e c’è una forte ascesa dell’estrema destra. Il quartiere di Belleville è un po’ meno un quartiere operaio, è diventato piuttosto un quartiere popolato da artisti, ma è rimasto multiculturale”.

È stato difficile questo addio alla saga di Belleville?

“Impiego molti anni a scrivere ogni Malaussene, non ho più moltissimo tempo davanti a me e ho anche voglia di scrivere altri libri. E poi la tribù Malaussene nel caso di molti personaggi esiste davvero, vive intorno a me e quindi in realtà non la sto lasciando. E’ stato il mio figlioccio, che in questo momento vive a casa nostra e sta finendo gli studi, a cominciare a chiamarmi Nonnino per prendermi in giro”.

Ma Nonnino, che educa i suoi ragazzi al male, non ha nulla a che vedere con lei?
“È stato un gioco tra questo figlioccio e me. ‘Adesso ti faccio vedere io. Lo creo davvero il personaggio di Nonnino e vedrai come sarà cattivo’ gli ho detto per ridere. Nonnino è lo spirito del male della nostra epoca. È un assassino in un’epoca in cui si uccide tanto. Basta vedere i criminali che si sono fatti eleggere negli ultimi anni in modo democratico: in Russia Putin, in Turchia Erdogan, in Brasile Bolsonaro, negli Stati Uniti Trump. Abbiamo una specie di violenza verbale liberata, senza ritegno, che si esprime in nome dei popoli su tutto il pianeta e individualmente i social network sono diventati una forza di denuncia di chiunque nei confronti di chiunque. È tutto questo insieme di cose che io chiamo violenza, alla quale si aggiungono le numerosissime guerre in corso, non soltanto quella in Ucraina, anche in Etiopia, in Eritrea o in Iran dove un governo di maschi ha dichiarato la guerra alle donne o in Afganistan. E nel Mediterraneo dove l’Europa lascia che anneghino gli affamati e gli assetati” spiega lo scrittore, 78 anni, che è stato professore in un liceo parigino. L’unico a non essere cambiato è Benjamin o Ben Malaussene, direttore delle Edizioni del Taglione, capro espiatorio professionista. Ben “continua a lavorare in casa editrice e a essere pagato per prendere le lamentele di tutti gli autori scontenti. E ce ne sono molti nelle case editrici”.

‘Capolinea Malaussene’ riprende da dove si era fermato ‘Il caso Malaussene’ con i tre cugini Mara, Nange e Sigma che rapivano l’uomo d’affari Georges Lapietà per fare un'”installazione” spettacolare. Peccato che alcuni veri malviventi decidano a loro volta di rapire Lapietà e qui entra in gioco la nuova banda e Nonnino. C’è qualche speranza di un futuro migliore?
“Recentemente un amico, mentre prendevamo l’aperitivo della sera, mi ha dato una lezione politica e ideologica. Tutto quello che diceva era coerente e vero da un punto di vista intellettuale. Allora gli ho detto: ‘hai ragione. In astratto hai ragione’, ma io ti crederò veramente solo quando avrai risposto alla seguente domanda: ‘quante persone hai fatto felici oggi?’ Anche una piccolissima felicità. Lui non è stato in grado di rispondere. Uno dei nostri problemi filosofici e politici è che siamo tutti capaci di provare un amore macroscopico nei confronti dell’umanità, ma siamo in troppi a essere incapaci di provare un amore microscopico nei confronti delle persone che ci circondano. Credo che i nostri problemi derivino un po’ da questa sproporzione”.

Di cosa parlerà il suo nuovo libro?
“Scriverò un romanzo sul silenzio. E’ quello di cui abbiamo bisogno oggi. Ho già cominciato a pensarci”.

 

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