
La misura della felicità
Zevin Gabrielle
Descrizione: È la storia di un incontro, questo libro intimo e provocatorio: tra una grande scrittrice che ha fatto della parola il proprio strumento per raccontare la realtà e una donna intelligente e volitiva a cui la parola è stata negata. Non potrebbero essere più diverse, Dacia Maraini e Chiara di Assisi, la santa che nella grande Storia scritta dagli uomini ha sempre vissuto all’ombra di Francesco. Eppure sono indissolubilmente legate dal bisogno di esprimere sempre la propria voce. Chiara ha dodici anni appena quando vede “il matto” di Assisi spogliarsi davanti al vescovo e alla città. È bella, nobile e destinata a un ottimo matrimonio, ma quel giorno la sua vita si accende del fuoco della chiamata: seguirà lo scandaloso trentenne dalle orecchie a sventola e si ritirerà dal mondo per abbracciare, nella solitudine di un’esistenza quasi carceraria, la povertà e la libertà di non possedere. Sta tutta qui la disobbedienza di Chiara, in questo strappo creativo alle convenzioni di un’epoca declinata al maschile. Perché, ieri come oggi, avere coraggio significa per una donna pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee. In questo racconto, che a volte si fa scontro appassionato, segnato da sogni e continue domande, Dacia Maraini traccia per noi il ritratto vivido di una Chiara che prima è donna, poi santa dal corpo tormentato ma felice: una creatura che ha saputo dare vita a un linguaggio rivoluzionario e superare le regole del suo tempo per seguirne una, la sua.
Categoria: Narrativa
Editore: Rizzoli
Collana: La Scala
Anno: 2013
ISBN: 9788817067218
Dalla tragica morte della moglie, A. J. Fikry è diventato un uomo scostante e scorbutico, insofferente verso gli abitanti della piccola isola dove vive e stufo del suo lavoro di libraio. Disprezza i libri che vende (e pure quelli che non vende) e ne ha fin sopra i capelli dei pochi clienti che gli sono rimasti, capaci solo di lamentarsi e di suggerirgli di abbassare i prezzi. Anche per gli agenti di vendita è ormai un interlocutore a dir poco difficile. Ma tutto cambia una sera come tante, quando, rientrando in libreria, A. J. trova una bambina che gironzola nel reparto dedicato all'infanzia. Al collo ha appuntato un biglietto scritto dalla madre: questa è Maya. Ha due anni. È molto intelligente ed è eccezionalmente loquace per la sua età. Voglio che diventi una lettrice e che cresca in mezzo ai libri. Io non posso più occuparmi di lei. Sono disperata. Seppur riluttante (e sorprendendo tutti i suoi conoscenti), A. J. decide di adottarla, lasciando così che quella bambina gli sconvolga l'esistenza. Perché Maya è animata da un'insaziabile curiosità e da un'attrazione istintiva per i libri, per il loro odore, per le copertine vivaci, per quell'affascinante mosaico di parole che riempie le pagine all'interno e, grazie a lei, A. J. non solo scoprirà la gioia di essere padre, ma riassaporerà anche il piacere di essere un libraio. Trovando infine la forza per aprirsi a un nuovo, inatteso amore.
La misura della felicità
Zevin Gabrielle
Pedro Páramo è un'opera al meno. È il lavoro della sottrazione continua.Una narrazione senza le astuzie del romanzo.Un brano di Storia senza date e senza eroi.Un tempo immobile.Una metafisica senza mondo. E anche per questo sta, come un sentiero di crinale, alla svolta della narrativa ispanoamericana del Novecento.
PEDRO PARAMO
Rulfo Juan
In un pittoresco mosaico di stravaganti preghiere si dipanano storie cucite ad arte, tra il sacro ed il profano. Questi racconti sono perle di un rosario, gocce stillanti, e voci fuori dal coro. Un campionario di vicende narrate senza filtri, dove il perbenismo non è ammesso e dove prendono vita in maniera spontanea e bestiale, solipsistiche aberrazioni del sé. Perché la verità condita da bianche bugie è più nera del sole. Profane preghiere scandiscono il tempo dell'incertezza. Qui dove nessuna lezione di vita viene impartita. Racconti diversi a volte per-versi inscenano un carosello di esistenze violate. Dove il sacro è pretesto per riscoprire il corpo e il credo solo un vincolo profano. Non vi è spazio per l'ipocrisia della correttezza in queste pagine sporcate dalle penne di anime originali e controcorrente. Una raccolta di diciotto racconti curata dall'autore Simone Pozzati. Un mix di scrittori in cui spiccano i racconti di autori noti al panorama nazionale come Marilù Manzini, il poeta beat Antonio Veneziani, il regista Livio Galassi, il biografo e poeta Ignazio Gori, lo scrittore Maurizio Valtieri, il commediografo Simone Romano e l'editore Simone Di Matteo.
Del sacro e del profano
Pozzati Simone e autori vari
Cartongesso è un'invettiva viscerale e drammatica contro il Veneto attuale e contro un intero paese, l'Italia tutta. Michele Tessari è un avvocato che avvocato non vuole essere, ex necroforo, affetto da un disturbo bipolare, intrappolato nella vita come una cavia isterica ma consenziente, persino complice. Un "complice debole" del mondo in cui è immerso. Il disfacimento della sua terra si rispecchia in quello della sua esistenza, inquinata da un odio "che cammina come l'infezione, dalle caviglie alla bocca", dove si trasforma in grido. Un grido che investe la classe politica, le carceri, la giustizia, il sistema universitario, giù giù fino ai singoli individui, fino al narratore stesso, imbibito degli stessi mali contro cui si scaglia. Non c'è consolazione in queste pagine, nessuna catarsi: solo letteratura. E, in letteratura, "coraggio" è soprattutto raccontare la verità.
Cartongesso di Francesco Maino
Maino Francesco
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