Novità editoriali

Ciao, io sono Chico

Taverna Francesco

Descrizione: Ciao, io sono Chico, e questo è il mio primo libro! Mi sono fatto aiutare dal mio papà perché non ho le mani…

Categoria: Novità editoriali

Editore: Fabbri

Collana:

Anno: 2023

ISBN: 9788891589743

Recensito da Redazione i-LIBRI

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Ciao, io sono Chico di Francesco TavernaFabbri, 2023 – disponibile dal 24 ottobre 2023
Ciao, io sono Chico, e questo è il mio primo libro! Mi sono fatto aiutare dal mio papà perché non ho le mani. Volevo chiedere alla mamma, che è bravissima, ma lei era impegnata e allora ho chiesto al papà che è bravino, e alla fine quel fricchettone se l’è cavata. È un libro bellissimo , ci sono tante avventure che non vi ho mai raccontato e anche un sacco di disegni: quando sono andato nel bosco e sono diventato il leone Gagiangi, quando ho festeggiato il mio compleanno, quando sono andato a Londra e tantissime altre storie! Volevo metterci anche una bistecchina omaggio, ma la mamma ha detto che in libreria non si può fare. Buona lettura! Età di lettura: da 6 anni.
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(…)

Dalle corse in «libertààà» — sì, proprio con tre «à» — a quelle nel bosco, dalla festa di compleanno al viaggio a Londra. Dopo aver conquistato Tik Tok, Chico si racconta ora in un libro dal scritto a due mani e quattro zampe che raccoglie vecchie e nuove avventure del tenero Maltipoo e del suo proprietario, Francesco Taverna, che gli presta la voce nei video Tik Tok da milioni di f(r)ollowers. I tre anni che hanno preceduto l’arrivo di Chico, nel 2022, «sono stati orribili a causa del Covid. Chiuso in casa con il lavoro fermo, una sera mentre preparavo il risotto (amo cucinare), ho notato che era seduto ai miei piedi. Lui mi guarda, io lo guardo, lui mi guarda… Credevo di impazzire! Ma per fortuna poi… ha parlato. Non immaginate che sollievo», racconta con un sorriso Taverna al Corriere della Sera. «Il mio lavoro — continua Taverna, in arte TAVO, cantautore alessandrino classe 1993 — in un certo senso è sempre stato quello di mettere su carta storie o sentimenti, nel limite delle mie capacità. Ho imparato con Chico che un foglio può diventare uno spazio infinito per una grande avventura. Una di quelle che non puoi immortalare in un video o una foto». E così, è nato «Ciao, io sono Chico», in uscita il 24 ottobre per Fabbri Editore. Chi già lo conosce, troverà nelle pagine alcune espressioni care al cagnolino: da c icolata a f(r)ollower, «certi termini inglesi credo che Chico li pronunci un po’ come un bambino, i nostri nonni o genitori. Quando ho detto che il cioccolato è pericoloso per i cani, Chico ne ha fatto un caso di pericolo nazionale, mondiale, cosmico. Sulla parola “Libertààà” sorvoliamo per favore. L’ultima volta che l’ho sentita, inseguivo Chico per fermarlo, mentre nuotava in mezzo al mare, a dicembre», spiega.

«Vorrei avere la formula matematica per la creazione dei contenuti. Accanto a Chico racconto una vita fatta di cose semplici. La vita di ogni persona a modo suo è unica, irripetibile. Spesso nella semplice verità, raccontata così per com’è, si cela una storia migliore di quella che avrei mai potuto inventare a tavolino. Quello che accade nei video, dopo aver premuto “Rec”, dipende per lo più da lui. Il lavoro enorme è condensare quelle ore di riprese, in una manciata di secondi. Ci vogliono ore, a volte giorni.. È una fatica, ma almeno sono sulla sedia di fronte al computer. Il peggio è rincorrere Chico sulle montagne», ricorda Taverna. E quando gli chiediamo chi è nella vita, oltre al papà e voce di Chico, risponde scherzando: «Un bel ragazzo, intelligente, atletico, infallibile, ma soprattutto modesto. Nella realtà, sono un ragazzo normale con una vita altrettanto normale, resa unica dalla fantasia, come ogni altra. Ho trent’anni, ho fatto musica e scritto canzoni per quasi venti. È difficile dirti da dove tutto è iniziato. Ma sono felice perché attraverso le avventure di Chico ho continuato a raccontare storie, sentimenti, in un modo ancora più condiviso e trasversale, di quanto avrei mai potuto fare con una canzone».

Cosa ci racconta Chico del rapporto tra noi e i nostri animali? «La cosa bella è che fa il cane. Credo sia fondamentale rispettare la sua natura. Umanizzare non è per forza un valore aggiunto o un atto d’amore. Un cane è già di per sé speciale. Super udito, super olfatto, agile, instancabile: sarebbe uno spreco confinare questi super poteri in una borsetta o tra quattro mura per giorno e notte», chiarisce Taverna, sottolineando come «avere un cane è una responsabilità. Bisogna trovare compromessi tra le nostre e le sue necessità che non sono quelle di un essere umano. Per chi ha un cane, spero che Chico possa far comprendere quante cose belle e alla portata di tutti si possono fare con un amico a quattro zampe. Basta “schiodarsi” dal divano. E per chi non può avere un cucciolo in casa, Chico sarà sempre onorato di essere, seppur a distanza, una divertente compagnia».

Il successo dei video è legato al sapere essere un eroe delle cose semplici o di chi ha una giornata storta: «Chico trasforma la normalità in avventure incredibili. Vite sempre perfette o scatti impeccabili sui social sono forse più reali di un cane che parla? Tutti conosciamo le grandi imprese di chi arriva sempre primo. Nel mondo di Chico invece, senza logiche, convenzioni o numeri, anche gli ultimi diventano “missili invincibili!”. Sarebbe in grado di far assegnare la medaglia d’oro anche all’ultimo degli ultimi corridori, “condendo” la sconfitta con aneddoti così avvincenti da renderla degna di un film. Ma attenzione, Chico non giustifica gli ultimi della classe a rimanerci. Anzi, motiva a non perdere tempo inutilmente nello sconforto», conclude. Perché? «Perché per migliorare bisogna vedere sempre il buono delle cose davanti a noi. I veri successi sono tali perché sporadici, rari, frutto di sudore e innumerevoli sconfitte. Eppure oggi, se guardi il telefono sembra che tutti, tranne te, abbiano successo, in ogni singola cosa che fanno. Chico distrugge questa “cristalleria” parlando con umorismo degli INsuccessi».

A fare compagnia a questa divertente coppia non manca «la mamma, l’unico barlume di razionalità rimasto in questa casa. Senza di lei probabilmente, io e Chico, finiremmo dispersi per mesi in qualche isola della Papua Nuova Guinea a bordo di un pedalò, noleggiato a Genova però. La mia/nostra vita, tra le quattro mura di casa non è cambiata. Vivo in una casa ancora da ristrutturare, senza neppure le porte tra una stanza e l’altra. E ora, sto bene così. Non cambierei nulla. Il bello arriva quando usciamo e incontriamo frollowers che ci guardano e sorridono. Non c’è niente di più bello e allo stesso tempo surreale, di incrociare un viso sorridente, anche quando stai imbustando delle cipolle al supermercato, dopo che ti sei rotto pure un dito del piede, come è successo qualche giorno fa». Progetti futuri (di entrambi? «Chico vi direbbe “arrivare nello “spasssio”, io mi accontento di tornare sano e salvo dalla sua prossima avventura. Serve cuore, ma soprattutto tanto fiato».

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