
IL GIORNO CHE DIVENTAMMO UMANI
Zardi Paolo
Descrizione: Vorrei poter scrivere un libro che fosse solo un incipit, che mantenesse per tutta la sua durata la potenzialità dell'inizio, l'attesa ancora senza oggetto. (Italo Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore)".Questo è un libro "solo di incipit": i più significativi della letteratura mondiale (da Omero alla letteratura contemporanea) narrati, con "svolgimenti molteplici, inesauribili", da una ventina di scrittori, a cui si aggiungono le testimonianze sulla "potenzialità" e difficoltà dell'inizio" di Raffaele La Capria, Dacia Maraini, Melania Mazzucco, raccolte dallo scrittore e magnifico "conversatore" Paolo Di Paolo.
Categoria: Saggi
Editore: Hacca
Collana:
Anno: 2011
ISBN: 9788889920695
Qual è il giorno in cui siamo diventati umani? Quale l’attimo in cui questa vitale e spossante consapevolezza ci ha invaso? Questa la domanda che Paolo Zardi fa al lettore. Ma prima lo chiede ai personaggi che animano queste pagine. Un padre che cova l’insopprimibile desiderio che sua figlia non somigli alla madre; una moglie che nell’istante assoluto del pentimento capisce che tradirà ancora; un vecchio che ad ogni compleanno avverte quanto sia difficile morire; una vedova all’ossessiva ricerca di un’alternativa ai ricordi; una dottoressa che, per un momento, vede nel corpo attraente di un paziente la giovinezza che avrebbe avuto suo figlio. Creature sospese tra l’amore e il dolore, tra desiderio e paura, tra la vergogna e la grazia. La delicatezza dei corpi, la labilità delle intenzioni, la precarietà di ogni condizione umana sono i punti focali attorno ai quali i personaggi di questi racconti si muovono, combattono, vivono, fotografati tutti nella loro abbagliante purezza.
IL GIORNO CHE DIVENTAMMO UMANI
Zardi Paolo
Poker Faces
Luca Moricca
Una nuova traduzione dell'Antigone di Sofocle dovuta al filosofo Massimo Cacciari. La tragedia sarà nei teatri italiani nei primi mesi del 2007 con la regia di Walter Le Moli. La traduzione di Cacciari, insieme alla regia di Le Moli, intende ritrovare l'afflato politico di una tragedia che è archetipo sociale, fondamento di una democrazia dialettica e discorsiva, in cui la partecipazione del cittadino alla vita della polis era fattivamente attiva. In questa prospettiva, lo scontro ideologico e dialogico tra Antigone e Creonte ritrova la forza propulsiva originaria, tanto da suggerire spunti di riflessione di grande attualità, capaci di superare il dato eminentemente teatrale: non personaggi visti in prospettiva psicologica, ma vere e proprie funzioni tragiche mosse dal Coro che diventa il vero motore, quasi un simbolo di ciò che resta, ovvero la sopravvivenza della città allo scontro di due concrezioni emblematiche della hybris.
Antigone
Sofocle
Cosa turba la serenita di Yayoi? Diciannove anni, Yayoi vive una vita apparentemente idilliaca in seno a una "famiglia felice della classe media che sembra uscita da un film di Spielberg", il giardino e ben curato, gli abiti perfettamente stirati, i fiori sempre freschi sul tavolo. Che cosa la inquieta? E' la sua sensibilita paranormale che le fa percepire presenze invisibili? E' l'incapacita a ricordare gli anni dell'infanzia, stranamente cancellati dalla sua memoria? O forse e il suo trasporto per Tetsuo che valica i limiti dell'affetto fraterno? Un presagio triste si insinua nell'armonia della vita di Yayoi. Un presagio che potrebbe trovare risposta in una casa molto diversa dalla sua, buia, dove il giardino e in perenne disordine e nessuno risponde quando squilla il telefono. In questa casa vive la zia di Yayoi, una donna sola sui trent'anni, insegnante di musica, bella ma trascurata e avvolta da un'ombra di malinconia. Yayoi intuisce che la zia e depositaria di un segreto, forse la chiave per illuminare i misteri della propria infanzia. Ma la zia sparisce senza lasciare tracce, e Yayoi parte alla sua ricerca. Una Banana Yoshimoto in stato di grazia. In puro stile "Kitchen".
PRESAGIO TRISTE
Yoshimoto Banana
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