Poesia

Dancing Paradiso

Benni Stefano

Descrizione: Dancing Paradiso è un locale notturno di una crudele metropoli, dove “non bisogna essere buoni per entrare / prendono anche le carogne / e qualche volta le fanno cambiare”. È in quel locale che un angelo custode – “Angelo angelica” – tenta di far confluire i cinque protagonisti di questa narrazione in versi: Stan, il pianista triste, che prepara un ultimo concerto per Bill, l’amico batterista morente in ospedale, Amina, giovane profuga che ha perso la madre passando il confine. Ed Elvis, un grottesco obeso hacker chiuso in casa da anni, forse mitomane, forse assassino, La poetessa Lady raffinata e ubriacona, ossessionata dal suicidio. Cinque “creature della notte / senza un rifugio nel mondo / mannari senza luna”, di cui a poco a poco, mentre si avvicina la serata al Dancing, scopriamo la storia grazie al racconto condotto per loro voce. Assoli malinconici, struggenti, comici, crudeli, furibondi. Costretti alla solitudine, ciascuno di loro sembra aver perso ogni speranza. A vegliare perché possano incontrarsi, perché possano unire voci e musica in un racconto polifonico che indichi una possibile via di salvezza, l’angelo/a caduto dal cielo per stare con gli uomini, un angelo straccione dalle ali sporche di fango, lui stesso solo fra i soli.

Categoria: Poesia

Editore: Feltrinelli

Collana: I Narratori

Anno: 2019

ISBN: 9788807033445

Recensito da Elpis Bruno

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Dancing Paradiso è un poemetto in versi di Stefano Benni, che imbastisce la storia con la regia dell’angelo Angelica (“Ci sono angeli che scelsero gli uomini”).

La creatura soprannaturale fa convergere in un locale le storie di Stan il pianista triste (“Non puoi essere ubriaco/Questa è l’ora che il pubblico aspetta jazz”), del disadattato Elvis (“Perché voglio morire grasso come Elvis”) – un hacker che vive isolato (“E nello specchio fatato del video/Appresi l’arte della lecanomanzia”) e cova propositi rabbiosi nella sua condizione di hikikomori -, i propositi suicidi della poetessa Lady (“Una signora perbene non dovrebbe suicidarsi/A meno che non sia una poetessa o un’eroina”), il desiderio di riscatto di Amina (“La foresta umana è assai più crudele/Di quella che stai per lasciare”), la voglia di un’ultima esibizione del batterista moribondo Bill il bello (“Signor Bill batterista vecchio porko/Skerzi skerzi che domani forse è morto”).

Nel Dancing Paradiso converge un’umanità varia, creativa e mortificata. Il piano angelico (“Il mio piano non è perfetto…/Preparo una notte di musica”) consiste nel combinare le tessere di un mosaico che – senza l’intervento celeste – sarebbe difficilmente componibile.

Il poemetto trae ispirazione dall’anima rock di Stefano Benni, ma il risultato appare un po’ forzato nel tentativo di conciliare differenze  e ribellioni, non precisamente poetico e troppo eterogeneo…

Bruno Elpis

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