
La modella di Klimt
Dadati Gabriele
Descrizione: In un pittoresco mosaico di stravaganti preghiere si dipanano storie cucite ad arte, tra il sacro ed il profano. Questi racconti sono perle di un rosario, gocce stillanti, e voci fuori dal coro. Un campionario di vicende narrate senza filtri, dove il perbenismo non è ammesso e dove prendono vita in maniera spontanea e bestiale, solipsistiche aberrazioni del sé. Perché la verità condita da bianche bugie è più nera del sole. Profane preghiere scandiscono il tempo dell'incertezza. Qui dove nessuna lezione di vita viene impartita. Racconti diversi a volte per-versi inscenano un carosello di esistenze violate. Dove il sacro è pretesto per riscoprire il corpo e il credo solo un vincolo profano. Non vi è spazio per l'ipocrisia della correttezza in queste pagine sporcate dalle penne di anime originali e controcorrente. Una raccolta di diciotto racconti curata dall'autore Simone Pozzati. Un mix di scrittori in cui spiccano i racconti di autori noti al panorama nazionale come Marilù Manzini, il poeta beat Antonio Veneziani, il regista Livio Galassi, il biografo e poeta Ignazio Gori, lo scrittore Maurizio Valtieri, il commediografo Simone Romano e l'editore Simone Di Matteo.
Categoria: Racconti
Editore: DiamonD EditricE
Collana: Dittici
Anno: 2018
ISBN: 9788896650387
Recensito da Redazione i-LIBRI
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Piacenza, dicembre 2019. Sono trascorsi dieci anni da quando si è spento Stefano Fugazza, l'indimenticato direttore della Galleria d'arte moderna Ricci Oddi, e fervono i preparativi per la mostra che lo celebrerà. A curarla è stato chiamato Gabriele Dadati, che era il più stretto collaboratore dello studioso nell'ultimo periodo della sua vita. Quando l'allestimento è ormai concluso, avviene un fatto clamoroso: a distanza di ventitré anni dal furto, fa la sua ricomparsa in città "Ritratto di signora" di Gustav Klimt. Un capolavoro divenuto celebre nella primavera del 1996, quando si scoprì che il maestro viennese aveva inspiegabilmente dipinto due volte la stessa tela, e che fu sottratto al museo pochi mesi dopo in maniera rocambolesca. La notizia fa il giro del mondo. Dal «New York Times» alla BBC, da «Le Figaro» allo «Spiegel»: tutti ne parlano. Sembra quasi un risarcimento ideale per la memoria dello storico dell'arte, che a lungo aveva convissuto con il dolore e l'umiliazione per quella vicenda. Ma chi rubò l'opera? Chi l'ha restituita ora, infilandola in un sacco della spazzatura e nascondendola in una nicchia sporca e umida? E prima ancora: chi è la donna ritratta in due momenti diversi da Klimt? Qualcuno è depositario delle risposte a tutte queste domande. Con lui, all'indomani dell'inaugurazione, Dadati trascorrerà una lunghissima giornata. Scoprendo nelle sue parole una vicenda incredibile e struggente che inizia a Vienna nel 1910, attraversa tutto il Novecento e arriva fino a noi. Tra verità e menzogne.
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