Dettato

Peter Sergio

Descrizione: ome si gioca a nascondino da soli? Un bambino ricerca un riparo dalla morte del padre e trova nell'aria le voci dei matti, degli animali, dei vecchi e delle donne che popolano i luoghi marginali di una sperduta valle di montagna. Riti collettivi di addio all'inverno, campane ferme, racconti orali, cadute, incantamenti e ossessioni animano il romanzo d'esordio di Sergio Peter che, ispirandosi alla lezione del Celati di "Narratori delle pianure" e del Calvino delle "Città invisibili", dà vita a un ritorno a casa che è anche viaggio iniziatico nei territori della memoria.

Categoria:

Editore: Tunué

Collana: Romanzi

Anno: 2014

ISBN: 978-88-6790-103-6

Recensito da Sandro Salerno

Le Vostre recensioni

È arrivato il testo da leggere. L’ho caricato sul tablet e via, a tutta birra.
L’odore dell’inchiostro non mi manca, la sensazione è la stessa di quando reggevo a due mani il corpo del libro grattandomi di tanto in tanto.
Mi sono inabissato tra i comuni della Val Menaggio, nel comasco, paesi con mille, duemila anime, mucche che divorano maglioni di lana, asini che adorano le carezze e mangiano angurie, giochi di ragazzi cresciuti tra montanari amici e sottintesi che preludono a niente.
Al niente, esatto. Perché torni indietro di qualche pagina credendo di aver saltato un passo che potrebbe farti scivolare nella storia, ma il passo non c’è.
Manca il plot, la trama, la sequenza imprevedibile dei fatti.

Dettato, di Sergio Peter, è un libro sperimentale in cui manca la struttura del romanzo classico. È uno smilzo libretto in cui si srotolano i grovigli della memoria secondo le emozioni dell’autore, con salti temporali e personaggi che svaniscono e poi riappaiono legati da uno stato d’animo, una reminiscenza, o da vicinanza dei luoghi.
Si sente la nostalgia come impulso fondamentale nella stesura del libro, riappropriarsi e rielaborare i ricordi con termini desueti o dialettali, descrizione dei posti della propria giovinezza con precisione topografica che nemmeno Wikipedia.
Lo stile a tratti è molto poetico, musicale, e quando sembra che la prosa ti stia raccontando della morte del padre dell’autore caduto da un’impalcatura, ci si riperde nei comuni di Grandola, Bene Lario, Porlezza, anguille e statue che si frantumano,genealogie di famiglie numerose e semplici, come in tutte le montagne del mondo.

“Oppure è bello con la mamma andare al cimitero, saluto il papà e poi il mio incarico, mentre la mamma sistema i fiori alla tomba, il mio compito è prendere l’innnaffiatoio, e riempirlo d’acqua, ma non troppo, dice la mamma, sennò trasborda.
Esprimo i desideri, chiedo come sta e dico che faccio il bravo.”

Dettato è un’opera prima. L’unico Sergio Peter trovato su internet è un calciatore morto già da trent’anni.
Probabilmente se ne sentirà parlare ancora, e bene, quando al lirismo l’autore aggiungerà una storia, la storia, perché gli uomini sono ricordati non per quello che pensano ma per quello che fanno.
Il flusso di pensieri è dominante, gli episodi sono mischiati ai dialoghi e ai ricordi senza una demarcazione netta, rendendo il testo originale e accattivante. C’è un capitolo con lettere ritrovate di gente qualunque. Un altro con i consigli dell’Ermanno, come la spargitura del letame.
Cosa c’entra? Eppure il legame c’è, tenerezza, semplicità, poesia. Sì, anche nel disseminare cacche di vacche.

Una curiosità: il cognome è Peter, e non Sergio. L’ho ricavato dal capitolo sulla genealogia. È stato utile anche quello.

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Sergio

Peter

Libri dallo stesso autore

Intervista a Peter Sergio

Caterina Guerra ha dieci anni e un sogno: correre in bicicletta come i campioni del Giro. Vive nell’Italia del boom, in una piccola città della pianura vicino a un fiume. Ma lei non sa che in quel periodo per le donne è quasi impossibile diventare corridori. O forse preferisce ignorarlo, perché solo in sella si sente davvero felice. L’appartamento in cui abita, angusto e periferico, è aperto su cortili, cantine, orti e strade che portano al fiume e che rappresentano le sue vie di fuga. Di fronte alla casa c’è la fabbrica dove suo padre lavora come caporeparto: un lavoro di cui è orgoglioso ma che non lo rallegra. La sera Caterina lo vede mentre si sfoga, da uomo silenziosamente fantasioso qual è, facendo solitari comizi dal balcone di casa. Nemmeno l’ambiente famigliare sembra rasserenarlo, soprattutto a causa della moglie: bella, inquieta, ambiziosa, eccessiva in tutto. La vita della bambina e della sua famiglia continua apparentemente sempre uguale fino a che, nell’estate del 1964, un evento interrompe quel mondo prodigioso e a tratti anche crudele, insieme al sogno di Caterina di diventare corridore...

LE NOTTI SEMBRAVANO DI LUNA

Bosio Laura

Intensa, chiara e potente, cosí si presenta questa che è l'opera prima dello scrittore sudafricano vincitore, per ben due volte, del Booker Prize. Nelle due novelle di Terre al crepuscolo sono già evidenti tutte le qualità di Coetzee, confermate nei suoi successivi lavori. Il protagonista del primo racconto, Progetto Vietnam, è un ricercatore che studia i risultati del condizionamento ideologico dell'informazione negli anni del conflitto vietnamita. La storia di Jacobus Coetzee, invece, ricrea l'ambiente boero del Settecento, ripercorrendo la vicenda biografica di un uomo di frontiera che giura vendetta ai nativi ottentotti, rei di non avergli portato il rispetto dovuto a un bianco. Legati dal comune tema della riflessione sul potere, i due testi procedono nel solco della tradizione di Cuore di tenebra di Conrad ed esplorano il concetto di ossessione sottolineandone lo stretto legame con la colonizzazione, sia essa del 1760 o del 1970.

TERRE AL CREPUSCOLO

Coetzee John Maxwell

Jean Daragane, scrittore parigino vicino alla settantina, vive in totale solitudine, fuori dal resto del mondo. Una sera, però, dopo mesi in cui non ha letteralmente parlato con nessuno, il telefono di casa squilla: si tratta di un uomo che dice di aver ritrovato la sua agenda, perduta su un treno. Daragane inizialmente è recalcitrante a incontrarlo; rompere il suo isolamento gli costa, e i numeri segnati su quella rubrica non gli interessano più. Ma infine accetta un appuntamento. E cosi che conosce l'ambiguo, mellifluo Gilles Ottolini e la sua sottomessa e giovane compagna, Chantal Grippay. L'appuntamento farà ripensare Deragane al suo primo romanzo e gli farà rivalutare una serie di dettagli a suo tempo trascurati che lo porteranno a riscoprire l'importanza della memoria, della nostalgia e dell'amore rimosso, ma mai sopito.

Perché tu non ti perda nel quartiere

Modiano Patrick

Al termine di un drammatico iter processuale durato dal 1988 al 2003 i giudici italiani hanno condannato a ventidue anni i militanti di Lotta continua Ovidio Bompressi, Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri per l'omicidio del commissario Luigi Calabresi avvenuto nel 1972. Eppure in Italia una parte larga e talvolta autorevole dell'opinione pubblica continua a credere nell'estraneità totale di Lc a quel delitto. Ventimila pagine di atti processuali documentano un'altra storia, un'azione che per Giampiero Mughini è nata «dalle viscere di Lotta continua», a cominciare dalla campagna implacabile condotta contro Calabresi, indicato senza alcuna verità come capro espiatorio della tragedia di piazza Fontana. Fondatore e direttore di «Giovane critica», una delle riviste che hanno modellato l'anima del Sessantotto, ex direttore responsabile di giornali provenienti dall'area di Lotta continua, a lungo lui stesso un innocentista, Mughini percorre in queste pagine un itinerario doloroso in nome della «verità» e del bilancio ideale della sua generazione.

GLI ANNI DELLA PEGGIO GIOVENTU’

Mughini Giampiero