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DISLESSIA E ALTRI DSA A SCUOLA. Strategie efficaci per gli insegnanti

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dislessia dsaTitolo: Dislessia e altri DSA a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti
Editore: Erickson
Anno: 2013


Dislessia e altri DSA a scuola- Strategie efficaci per gli insegnanti

è un’ottima guida, utile in primis agli insegnanti, ma anche  a chiunque volesse addentrarsi nel mondo, ancora spesso in penombra, dei DSA. I DSA, ossia Disturbi Specifici dell’Apprendimento, comprendono i disturbi specifici della lettura (la dislessia), il disturbo della comprensione del testo (DCT), i disturbi della scrittura (disgrafia, relativamente alla componente grafica, e disortografia, relativamente alla componente ortografica ), i disturbi specifici del calcolo (la discalculia), il disturbo dell’apprendimento non verbale (NLD, Non-verbal learning Disability).

Il volume si articola in sezioni, tracciando un percorso che gradatamente va da <conoscere, osservare e valutare> a <programmare e agire>, <riflettere e comprendere> e, infine, <allearsi e condividere>.        

Il primo passo per orientarsi in questo campo è procedere con la classificazione e operare nette distinzioni fra “difficoltà” e “disturbo”, intendendo con la prima una generica difficoltà, temporanea, incontrata dallo studente in ambito scolastico, e con il secondo un disturbo specifico, un deficit  che viene indagato e verificato attraverso un procedimento clinico-diagnostico.
In questo, di notevole importanza è, nella definizione dei DSA, il ricorso all’utilizzo di classificazioni diagnostiche internazionali, ossia l’ICD-10 e il DSM-IV-TR, per poter procedere alla diagnosi in modo univoco e universalmente valido.

Fatta questa premessa, è importante altresì che siano contemplati criteri base per la diagnosi, quali la compromissione dell’abilità scolastica definita e il fatto che non ci siano comunque ritardi mentali (in questo caso è fondamentale escludere un deficit cognitivo), operazioni queste che scaturiscono inevitabilmente dall’osservazione e dall’intervento dell’insegnante nel contesto scolastico. È proprio a scuola, infatti, che i DSA possono essere riconosciuti ed è compito dell’insegnante far sì che svogliatezza, pigrizia, aggressività e disagi emotivi non siano ripresi e motivati tout court, ma osservati e valutati anche nell’ambito di una precoce diagnosi di DSA.

Il volume prosegue con l’analisi dei disturbi specifici, dedicando una sezione a ciascuno di essi, riportando esempi e testimonianze, schede pratiche di lavoro e interventi di esperti del settore, come  Enrico Savelli, Giacomo Stella, Cesare Cornoldi e altri. 

Una sezione del testo  particolarmente interessante è quella dedicata alle strategie di intervento  in caso di DSA:  fatta la diagnosi, coinvolti scuola e famiglia nella redazione prima della Diagnosi Funzionale e poi nel PDP (Piano Didattico Personalizzato ), un intervento efficace è tale se e solo se si mettano in atto:

a)     strumenti compensativi;

b)     competenze compensative e misure dispensative;

c)      strategie metacognitive e metodo di studio.

Utile per tutti è anche l’appendice sulla normativa nazionale, che propone un excursus legislativo di riferimento dal 2004 fino alle recenti norme, quali la legge 170 dell’8/10/2010 e il Decreto Ministeriale n.5669 del 12 Luglio 2011.

Il filo rosso di questo meraviglioso volume è lo studente, protagonista indiscusso della relazione educativa e didattica: intorno a lui vanno pensati e attuati strategie e piani di lavoro che hanno l’obiettivo di formare, di educare appunto, nel senso etimologico del termine, di guidare il bambino, l’adolescente e l’adulto con diagnosi di DSA ad “uscir fuori”, ad abbandonare quello zaino che è il contenitore delle loro difficoltà e delle loro incomprensioni.  Solo in questo modo si può parlare di “scuola inclusiva e di qualità”, quale è necessario che sia prima di tutto una Scuol@ 2.0.

  

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