Saggi

Dove sono gli uomini?

Perotti Simone

Descrizione: Dove sono gli uomini, fisicamente e psicologicamente? Soprattutto a fare cosa, dove se non qui, e perché? Perché le donne sono tutte in giro, tutte in viaggio, tutte da qualche parte, spesso tra di loro, intente a fare o progettare qualcosa, mentre gli uomini sembra che si siano chiusi in casa, a doppia mandata, e non rispondano neppure a chi bussa con forza alle loro porte? Dove sono i protagonisti della scena, gli uomini del Mediterraneo, quelli che trovavi sempre al centro della piazza, al centro della spiaggia, al centro del bar, al centro della scena? Perché sul palco ora sembra che ci siano soltanto donne? Perché gli uomini non escono dai percorsi codificati del lavoro e della società? Perché sono sempre protetti da convenzioni e ruoli codificati, e quando non lo sono entrano subito in difficoltà? Perché gli uomini non parlano (se non di alcuni, pochi, argomenti estranei tanto a loro quanto a me), perché non chiamano, perché sembrano chiusi, rassegnati, stanchi prima ancora di aver iniziato a fare qualsiasi cosa? Per parlare degli uomini, oggi più che mai, occorre parlare con le donne, ascoltare le loro storie, farsi raccontare le loro avventure e disavventure, sfidando le leggi della riservatezza, tentando di collegare fatti e circostanze che ogni donna considera isolati, per cui spesso prova sentimenti di colpa, e che invece sono profondamente collegati tra loro.

Categoria: Saggi

Editore: Chiare Lettere

Collana: Reverse

Anno: 2013

ISBN: 9788861903418

Recensito da Ivana Bagnardi

Le Vostre recensioni

Uscire con un uomo, oggi, è un gesto di coraggio, di infinita pazienza, e soprattutto un gran rischio. La serata potrebbe diventare un inferno (…) Se esci con un uomo che ti piace e provi, anche solo per divertirti o distrarti, a finire la serata a casa tua, corri il serio rischio di trovarti seduta sul letto, mezza svestita, a consolare un uomo che piange“.

La spietata analisi che le 500 donne intervistate dallo scrittore Simone Perotti fanno dell’uomo contemporaneo non lascia spazio a grandi speranze.
Il sesso forte pare avere abbandonato non solo il timone, ma l’intera nave, lasciando la donna sola e senza altra via d’uscita che la ripresa e decisa riconquista della propria indipendenza e autonomia.
Perché sul palcoscenico oggi pare che ci siano solo donne? Che fine hanno fatto gli uomini? Perché non escono dai percorsi codificati del lavoro e del campo sportivo, perché non si spingono in cerca della vita?
Sono queste le domande più calde che Perotti si pone e pone alle donne, le quali paiono avere idee molto chiare sull’assenza degli uomini.
La donna di oggi con un’età compresa tra i 30 ai 50 anni è una donna emancipata, libera, autonoma, che ha saputo raccogliere con coraggio i frutti lasciati dalle lotte femministe fatte dalle proprie madri. E’ una donna che lavora, che sempre più spesso occupa posizioni di rilievo nelle aziende, che conosce se stessa e i proprio bisogni psicologici e sessuali. Bisogni che, però, difficilmente l’uomo riesce a soddisfare, troppo confuso dalla perdita di predominanza sulla donna, spesso spaventato dalla sua determinazione e in preda a una forte crisi di identità.
Le donne, oggi, affollano i corsi di vela, di free climbing, di yoga, le librerie, i cinema, i teatri e anche i negozi di bricolage, con una forza e un entusiasmo enormi. Gli uomini, invece, “sono in un non luogo, privi di collocazione e di dimensione, alienati tra lavoro che cambia, vita familiare esplosa, relazioni remote, socialità insoddisfacente. Vengono spinti in questo no man’s land dallo straripare vitalistico, energetico ed esistenziale delle donne.

Perotti cerca di spiegare tale involuzione dell’uomo (ed evoluzione della donna) attraverso il mutamento dei ruoli, che ha creato reazioni diverse e diametralmente opposte nei due sessi.
La donna ha saputo giocare al meglio le proprie carte, anche grazie al ventaglio di possibilità che la realtà odierna le ha posto davanti, buttandosi nella carriera lavorativa senza però mai trascurare la propria parte creativa ed edonistica, mentre l’uomo è rimasto immobile, incapace di trasformare il proprio ruolo, ma subendolo.
Tutto questo ha spinto la donna contemporanea a trovare delle soluzioni, e spesso dei compromessi, alla ricerca della propria felicità.
C’è chi ha scelto di restare sola, magari soddisfacendo le proprie necessità sessuali con giocattoli erotici; chi ha cercato l’anima gemella in un’altra donna; chi ha scelto la poligamia e chi, come le cougar, ha preferito spostare il proprio interesse verso uomini più giovani e decisamente meno problematici.
Nonostante tutto, però, molte donne, ancora oggi, rimangono vittime della violenza di uomini che, deprivati della propria supremazia, si sentono in diritto di riprendersi il titolo di “padrone”, riversando sulla donna tutta la propria frustrazione. “Se al richiamo “torna subito qui!” non corrisponde un atto di sottomissione, allora scatta la violenza. Echi di una mascolinità tiranna e ignorante, oggi accentuati dall’aumento della consapevolezza e dell’indipendenza femminile“.

Leggendo l’analisi di Perotti ci sembra di leggere una storia già sentita mille volte.  La consapevolezza che i ruoli dell’uomo e della donna contemporanea siano mutati viaggia sotto pelle, attraverso piccoli e grandi sintomi quotidiani. E’ tuttavia un atto di coraggio quello che l’autore mette in scena, offrendo all’uomo di oggi un’immagine di sé decisamente poco esaltante e costringendolo alla messa in discussione del proprio ruolo, spingendolo ad elaborare una prospettiva diversa, più adatta ai loro corpi e alle loro anime.

Da lettrice nasce, però, inevitabilmente un dubbio: quanti uomini avranno voglia di leggere un libro che li pone tanto in discussione? Se la tesi di Perotti è veritiera, e cioè che gli uomini si trovano in luoghi sconosciuti alle donne, in preda all’immobilismo e alla paura, allora si corre il rischio che tali riflessioni diventino autoreferenziali, accolte e sostenute sempre e solo dalle donne.
Tuttavia, come dice lo stesso autore, “I libri non hanno mai saputo dare risposte: sono importanti perché pongono problemi, estraendoli dalla polvere dove la disattenzione o il calcolo li avevano relegati. Ecco perché a volte i libri sono messi al bando: perché non c’è cosa più importante delle domande, e chi non se le fa è destinato alla decadenza e alla schiavitù. Tra le pagine, invece, sorgono interrogativi e nasce il desiderio di formulare possibili ipotesi, da mettere in comune perché tutti possano confrontarle con le proprie. Il dibattito non lo concludono i libri, semmai lo suscitano. Un libro è sempre e solo un inizio“.

Riporto quindi la domanda di Bianca, nome di finzione, un metro e settanta di indipendenza, con la speranza che possa suscitare realmente un nuovo e stimolante dibattito tra uomini e donne:

Ma gli uomini, quelli che venivano a salvarti quando avevi un problema, che cazzo di fine hanno fatto?

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