
L’uomo che metteva in ordine il mondo
Backman Fredrik
Categoria: Narrativa
Editore: Einaudi
Collana: Stile libero Big
Anno: 2006
ISBN: Firmino è un topo nato in una libreria di Boston negli anni Sessanta. E' il tredicesimo cucciolo della nidiata, il più fragile e malaticcio. La mamma ha solo 12 mammelle e Firmino rimane l'unico escluso dal nutrimento. Scoraggiato, si accorge che deve inventarsi qualcosa per sopravvivere e comincia ad assaggiare i libri che ha intorno. Scopre che i libri più belli sono i più buoni. E diventa un vorace lettore, cominciando a identificarsi con i grandi eroi della letteratura di ogni tempo. In un finale di struggente malinconia, Firmino assiste alla distruzione della sua libreria ad opera delle ruspe per l'attuazione del nuovo piano edilizio.
Recensito da Stefania De Paolis
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Ovi ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama "un vicino amaro come una medicina". Solo perché non si aggira con un sorriso stampato sulle labbra? Non esattamente. Ovi ce l'ha un po' con tutti nel quartiere: con chi parcheggia l'auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ovi va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere, affinché le regole siano rispettate. Ma il mondo è talmente indisciplinato e privo di senso che Ovi decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: chiuso l'acqua e la luce, pagato le bollette, sistemato lo sgabello... Ma... anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. In questo caso è l'arrivo di nuova famiglia di vicini che piomba accanto a Ovi e subito fa impazzire tutta la sua vita regolata. Tra imprevisti e disagi, Ovi non solo riuscirà a farsi inaspettatamente degli amici, ma anche a capire che questa vita imperfetta, caotica, ingiusta non è poi così male.
L’uomo che metteva in ordine il mondo
Backman Fredrik
Presentati per la prima volta sotto lo pseudonimo di Damiano Malabaila, questi quindici "divertimenti" di Primo Levi ci invitano a trasferirci in un futuro sempre più sospinto dalla molla frenetica del progresso tecnologico, e quindi teatro di esperimenti inquietanti o utopistici, in cui agiscono macchine straordinarie e imprevedibili. Eppure non è sufficiente classificare queste pagine sotto l'etichetta della fantascienza. Vi si possono trovare satira e poesia, nostalgia del passato e anticipazione dell'avvenire, epica e realtà quotidiana, impostazione scientifica e attrazione dell'assurdo, amore dell'ordine naturale e gusto di sovvertirlo con giochi combinatori, umanesimo ed educata malvagità. Ci pare tuttavia che il miglior modo di presentarle sia riportare uno stralcio di una lettera dell'autore: "Parlare dei miei racconti mi mette in un certo imbarazzo; ma forse la stessa descrizione ed analisi di questo imbarazzo potrà servire a rispondere alle sue domande. Ho scritto una ventina di racconti e non so se ne scriverò altri. Li ho scritti per lo più di getto, cercando di dare forma narrativa ad una intuizione puntiforme, cercando di raccontare in altri termini (se sono simbolici lo sono inconsapevolmente) una intuizione oggi non rara: la percezione di una smagliatura nel mondo in cui viviamo, di una falla piccola o grossa, di un "vizio di forma" che vanifica uno od un altro aspetto della nostra civiltà o del nostro universo morale. Certo, nell'atto in cui li scrivo provo un vago senso di colpevolezza, come di chi commette consapevolmente una piccola trasgressione. Quale trasgressione? Vediamo. Forse è questa: chi ha coscienza di un "vizio", di qualcosa che non va, dovrebbe approfondirne l'esame e lo studio, dedicarcisi, magari con sofferenza e con errori, e non liberarsene scrivendo un racconto. O forse ancora: io sono entrato (inopinatamente) nel mondo dello scrivere con due libri sui campi di concentramento; non sta a me giudicarne il valore, ma erano [...]
Storie naturali
Levi Primo
IL SILENZIO IMPERFETTO – di Aldo Penna
Nel 1987 “Presunto innocente” ha inaugurato un nuovo genere letterario, il legal thriller, destinato ad avere un grandissimo successo di pubblico. Vent’anni dopo, “Innocente” segna il ritorno di Rusty Sabich, indimenticato protagonista del primo romanzo e ora sessantenne. In queste nuove pagine di Turow un fatto terribile, la misteriosa morte della moglie di Sabich, trovata cadavere nel letto coniugale, costringerà quest’ultimo a confrontarsi con Tommy Molto, il suo accusatore di un tempo. Si tratta di suicidio o assassinio? Ancora una volta Sabich si proclama innocente, ma molte sono le ombre che si addensano sulla sua versione dei fatti e oscuri risultano i ruoli del figlio e della giovane amante di Sabich in tutta la vicenda.
INNOCENTE
Turow Scott
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