
Flatus vocis
Caffo Leonardo
Descrizione: “Le Chat curieux” è una rinomata pasticceria nel centro di Montpellier gestita da Juliette e dalla figlia, Florence. La loro vita è scandita dalle visite dei clienti affezionati come Monsieur Girard, che tutti i giorni fa colazione lì da vent’anni, Claire, compagna di giochi dai tempi dell’infanzia, e Madame Marie, la proprietaria della pensione dove si è sistemato Alain, giovane architetto parigino che ha abbandonato lavoro, famiglia, amici per girare il mondo. E poi c’è Didier, scapestrato senza futuro e senza affetti, sempre in bilico tra l’onestà e i piccoli reati, che abita le pagine di un romanzo di cui Florance è l’autrice.
Categoria: Narrativa
Editore: Karta Edizioni
Collana: Kaleidoscopio
Anno: 2013
ISBN: 9788897543367
Trama
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Cos'hanno in comune gli atti con le azioni? Esistono atti inediti, mai compiuti, che possono divenire autentici mezzi di liberazione e disturbo del "quieto" vivere? E cosa possiamo imparare dagli animali per cambiare lo stato di cose presente? Dal punto di vista della società-grattacielo, le risposte a queste domande dovranno essere qualcosa d'inaccettabile. D'intollerabile, anche solo per un attimo. Quando saranno tollerabili, ecco la filosofia d'accademia, "di cani abbaianti in una cuccia sordomuta, ignoranti allo sbaraglio". La filosofia non cerca soluzioni, ma problemi. Non può prestarsi alla perversione della cura: resta per sua stessa essenza diagnosi.
Flatus vocis
Caffo Leonardo
In Una lama di luce avevamo lasciato Montalbano e Livia sconvolti per la fine di François, il protagonista del Ladro di merendine, il bambino che Livia avrebbe voluto adottare. Livia non si è mossa da Boccadasse e nelle lunghe telefonate con Salvo mostra tutta la sua prostrazione, ma in un’alba livida la telefonata di Fazio interrompe il sogno angoscioso di Montalbano per trascinarlo in una nuova indagine. Sono giorni di pioggia a Vigàta, quegli acquazzoni violenti e persistenti che non danno requie, fiumane d’acqua scatenata che travolgono case e terreni lasciando dietro di sé un mare di fango. È in una di queste giornate che un uomo, Giugiù Nicotra, viene trovato morto in un cantiere, mezzo nudo, colpito da un proiettile alle spalle. Aveva cercato scampo in una specie di galleria formata da grossi tubi per la costruzione di condotte d’acqua. L’indagine parte lenta e scivolosa, ma ben presto ogni indizio, ogni personaggio, conduce al mondo dei cantieri e degli appalti pubblici. Un mondo non meno viscido e fangoso della melma di cui ogni cantiere è ricoperto. Districandosi tra tutto quel fango nel quale «sguazzariano» costruttori, ditte, funzionari pubblici, una cosa Montalbano non riesce a togliersi dalla testa: che Nicotra, il morto, andando a morire dentro alla galleria, avesse voluto comunicare qualche cosa. «Lei poco fa ha detto una parola, piramide. E a me è tornato in mente… Sa che dentro alla piramide di Cheope nessuno per lungo tempo ci è potuto entrare perché non si riusciva a scoprire l’accesso? Poi qualcuno ha rotto gli indugi e ha praticato un foro nella parete, foro non autorizzato dai custodi della piramide. Ma così anche i custodi, che fino a quel momento erano stati costretti a starsene fuori, poterono penetrare all’interno».
La piramide di fango
Camilleri Andrea
Michel Houellebecq torna a raccontare il nostro tempo con un romanzo impetuoso e fluviale, ancorandoci alla storia di un uomo, Paul Raison, che, di fronte a una minaccia più grande di lui, tenta di ricomporre i pezzi disallineati della propria vita, e si trova a guardare a Prudence, un amore perduto eppure in qualche modo presente, come all’unica isola protetta di una civiltà in pericolo. Dando vita a una storia d’amore fra le più belle e tormentate della sua letteratura.
Annientare
Houellebecq Michel
Kastemos, Creta. Una strada. Case a destra e case a sinistra. Fine. Ma Kastemos è molto di più. Lo sanno bene i suoi abitanti. Anche quelli che non credono a Ghiannis Professore e alla storia della balena incagliata alle estremità del golfo. Kastemos è il cristallo dei fondali della spiaggia Pentolona, e il crepitio dei ciottoli rimescolati dalla risacca, è il profilo contorto degli ulivi e labbandono giocoso delle cornacchie nel vento. È il ribollire degli alambicchi di Ghiannis Ferramenta che distillano metanolo, è il tempo intrappolato nei muri delle case insieme a frammenti di vasi minoici e fregi veneziani, è larca di Noè di Ghiannis Pescatore che guarda il mare distribuendo ghiaccioli e bibite, è un bidone di latta che si riempie di banconote al miagolare delle lyrae. Ed è il luogo da cui è passato Aghios Ghiannis il Battista (Duemila anni che nessuno cambia più i nomi ai bambini, in questo posto!). E dove ha perfino fatto un miracolo. Anzi, non ha ancora smesso di farne, fortunatamente per Maria Pelosa e Ghiannis Pallina e per il loro matrimonio. E al kafeneio Angolo, il criceto continua a correre nella sua ruota. Anche lui ha unidea di quello che è Kastemos. Solo che non ricorda quale sia
LA RUOTA DEL CRICETO
Milani Lukas
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