
Il diamante dell’harem
Hickman Katie
Descrizione: "Tanto per cominciare, Zooey era un giovanotto piccolo, dal corpo estremamente esile. Da dietro (soprattutto dove gli si vedevano le vertebre) sarebbe quasi potuto passare per uno di quegli sparuti bambini di citta che ogni estate vengono spediti alle colonie a ingrassarsi e prendere il sole. Visto in primo piano, di faccia o di profilo, era straordinariamente, spettacolosamente bello. La sorella maggiore mi ha pregato di dire che assomigliava all'"esploratore mohicano ebreo-irlandese dagli occhi azzurri che mori tra le vostre braccia al tavolo della roulette di Montecarlo".A salvare in extremis quel volto dall'eccessiva bellezza, se non addirittura dallo splendore, era un orecchio che sporgeva leggermente piu dell'altro. Per conto mio, comunque, non condivido affatto ne l'uno ne l'altro di questi punti di vista. Ammetto che il volto di Zooey fosse un volto bellissimo, quasi perfetto. Come tale, naturalmente, era passibile di quella stessa varieta di giudizi scorrevoli, imperterriti e spesso capziosi cui e soggetta ogni autentica opera d'arte. Penso resti solo da aggiungere che una qualunque delle cento minacce giornaliere - un incidente d'auto, un raffreddore di testa, una bugia prima di colazione - avrebbe potuto deturpare o imbruttire la sua generosa bellezza nel giro di un giorno o di un minuto. Ma quello ch'era deteriorabile, quello che qualcuno ha categoricamente definito una gioia di tipo imperituro, era un autentico esprit impresso su tutto il viso, specie negli occhi, dove attirava l'attenzione come una maschera di Arlecchino, e a volte disorientava".
Categoria: Narrativa
Editore: Einaudi
Collana: L'Arcipelago Einaudi
Anno: 2003
ISBN: 9788806166618
PRIMA EDIZIONE
FRANNY E ZOOEY
Editore:
Anno: 1961
Info:
Recensito da Diego Manzetti
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Venezia 1604. Una gondola fende l’acqua nera come il petrolio. La lanterna dell’imbarcazione illumina fiocamente il volto pensieroso di Paul Pindar, mercante dell’onorevole Compagnia del Levante. L’uomo si trova ormai a Venezia da diversi mesi e consuma le sue notti e il suo denaro tra gioco d’azzardo e cortigiane. Ma niente riesce a fargli dimenticare Celia, la sua promessa sposa, rapita dai turchi per la sua pelle di luna e i biondi capelli. La sua bellezza l’ha resa una delle favorite del sultano. Ma ora il suo destino è sconosciuto. Nessuno sa se sia ancora rinchiusa tra i cancelli dorati dell’harem di Costantinopoli, un mondo proibito e impenetrabile, o se sia scomparsa per sempre. Eppure, proprio quando Paul ha quasi perso la speranza di rincontrarla, ecco che fra le calli veneziane inizia a serpeggiare una voce sempre più insistente. Si dice che in città sia nascosta una misteriosa pietra, “L’Azzurro” del sultano, un diamante blu dal valore inestimabile appartenuto al sovrano di Costantinopoli. Pindar non ha dubbi: deve impossessarsene a tutti i costi. E’ convinto che il gioiello lo ricondurrà in qualche modo a celia. Ma la strada è irta di pericoli. Perché molti altri sono disposti a uccidere pur di averlo. L’unica in grado di aiutarlo è Annetta, una monaca che si trovain un convento di clausura nella laguna veneziana. Il suo è un passato oscuro, indissolubilmente legato al’harem. Pindar deve incontrarla e parlarle, almeno una volta. Niente è come sembra tra gli intricati corridoi del convento e dietro le grate delle celle monacali, che nascondono pericoli, rame silenziose e lotte di potere. E mentre l’ossessione del mercante per il misterioso diamante aumenta sempre più, diventa chiaro che ci sono altre forze segrete in gioco. Il diamante è reale o si tratta solo di un tranello per trascinarlo verso la rovina?
Il diamante dell’harem
Hickman Katie
1942, Kiev. "Giocate per perdere, se vincete morite". Sasha ha quasi tredici anni quando, nella famosa "partita di calcio della morte" tra soldati nazisti e prigionieri ucraini, ex campioni del Dinamo, sente l'ufficiale tedesco minacciare i macilenti avversari. E suo padre. Sasha è figlia del portiere Nikola Trusevich, costretto a fare il panettiere per sopravvivere nella città occupata, prima da Stalin e poi da Hitler. La crudele operazione Barbarossa della Wermacht è uno dei momenti più drammatici della seconda guerra mondiale. Sasha è fortissima nel calcio, ma ha un solo difetto: è femmina. E il calcio, come le dicono a scuola, non è uno sport da femmine. Il suo migliore amico Maxsym, figlio del terzino Alexsey Kuzmenko, è invece fortissimo nel ballo, ma ha un solo difetto: è maschio. E il ballo, come gli dice suo padre, non è uno sport da maschi. Gli ultimi minuti del secondo tempo scorrono veloci e il lungo inverno della steppa è alle porte. Troverà Sasha il coraggio di compiere in partita quell'azione memorabile che cambierà la storia e realizzerà il suo sogno? Riusciranno i giocatori del Dinamo a sopravvivere dopo l'ultimo gol? Sarà il pallone a decidere. E in quel memorabile 9 agosto del 1942, a pochi metri dalla rete, la sfera di cuoio sembra gridare a Sasha: io non spreco le mie occasioni... Età di lettura: da 12 anni.
In piedi nella neve – Commento interattivo con l’autrice
Bortolotti Nicoletta
Non ricordo più
Rossana Campo, ancora una volta senza infingimenti e con lo stile dirompente e "difforme" che caratterizza la sua produzione letteraria, ma mettendosi in gioco forse più che in ogni altro suo libro, racconta qui il rapporto con Renato, il padre amatissimo e difficile scomparso di recente; o meglio con le molteplici figure, spesso contraddittorie, che Renato ha incarnato lungo tutta la sua vorticosa esistenza: il maestro di vita che fin da piccola esorta la figlia a rifuggire ogni forma di condizionamento e ipocrisia, ma anche l'irresponsabile che per niente e nessuno si separerebbe dalla sua amica più fidata: la bottiglia; l'individuo gioviale e irriducibilmente ottimista, ma anche l'attaccabrighe, dominato da una rabbia incontenibile; e ancora lo "zingaro" che non sopporta alcuna imposizione e non riconosce alcuna autorità, il contaballe prodigioso, il casinista indefesso, il terrone orgoglioso in un Nord che lo respinge... in una parola un essere infinitamente vitale e tremendamente fragile. Ne emerge un racconto, magari spudorato, ma proprio per questo di rara autenticità, della parte più profonda di sé.
Dove troverete un altro padre come il mio
Campo Rossana
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