Giallo - thriller - noir

I tuoi occhi sono foglie

Guglielmi Marilena

Descrizione: La vita di Mouans Sartoux, piccolo borgo provenzale, è turbata da una serie di tragici eventi: Laetitia Chevalier è scomparsa nel nulla; Etienne Blondel muore a seguito di una ubriacatura; Rkia Azergui è coinvolta in un improbabile incidente con il motorino. Tra le distese di campi che circondano il paese si nasconde un casolare abbandonato. Andrea, giovane studioso di botanica, aggira la recinzione ed entra insieme all'amico Mathieu: è l'inizio di un viaggio senza ritorno sulle tracce di un segreto sepolto tra i ricordi dell'infanzia. Nella narrazione giocano un ruolo fondamentale la natura e le piante: il profumo del caprifoglio provoca incubi, il narciso induce al sonno, l'aconito è velenoso, il frutto del melograno ha il colore del sangue...

Categoria: Giallo - thriller - noir

Editore: Il canneto Editore

Collana: Adastra

Anno: 2022

ISBN: 9791280239228

Recensito da Elpis Bruno

Le Vostre recensioni

I tuoi occhi sono foglie di Marilena Guglielmi è un’opera che richiama alla mente, per connessione di riferimenti, autrici come Emily Dickinson, la Matilde Serao di L’anima dei fiori e la Pia Pera di Al giardino ancora non l’ho detto (ndr: clicca sui titoli delle due opere per leggere i nostri commenti), che hanno fatto della vita segreta delle piante motivo di pathos e di ispirazione artistica (“Fino a oggi ho creduto che fosse nocivo tenere piante in camera da letto… Se fosse vero, i campeggiatori che dormono in un bosco, sotto una tenda, al mattino sarebbero tutti morti…”).

In questo romanzo piante e fiori (“Il tronchetto della felicità… la casa ne è piena… Mio figlio ha il pollice verde”) intitolano i capitoli lungo i quali si dipana la storia di Andrea Boitano (“Sopra il suo letto… una gigantografia di un comune dente di leone”), giovane studente di botanica (“Stringe le palpebre, cerca il respiro in fondo ai polmoni e avverte, come un abbraccio possente, il conforto delle piante”), che – dopo una serata trascorsa con l’amico d’infanzia Mathieu a Mouans Sartoux, borgo provenzale – si ritrova malconcio, senza memoria e con un disturbo che mina la vista e lo splendore dei suoi occhi azzurri (“Yuri resta senza parole, e pensa agli occhi azzurri di suo fratello, lo sguardo intento a seguire le nervature di una foglia di platano”).

“Cos’è successo la sera del 27 febbraio?… Andrea non ricorda quasi nulla”? Gli eventi sono forse riconducibili al rave che era in corso lì vicino?

E cosa conteneva la bevanda assunta dai due ragazzi? (“Senecio Jacobaea, o Erba di San Giovanni, o Astro dei fossi. I primi sintomi dell’avvelenamento si manifestano subito…”)

Che fine ha fatto Mathieu (“Sono forse il guardiano di mio fratello?”)?

Con l’aiuto del fratello Yuri e stimolato dalla madre Anna Bianca, nella quale è ancora vivo il dolore per la perdita della figlia Lea (“Un ricordo, come un banco di nebbia, le impedisce di avanzare… Choc ritardato”) e sulla quale incombe l’onere di rivelare ai figli un segreto impegnativo, Andrea si reca sul luogo dell’incidente e lì ritrova il gioiello di un’altra amica d’infanzia (Laetitia).

Ben presto la ricostruzione degli eventi conduce a connettere le morti di Laetitia, Rkia ed Etienne, tutti ex compagni di Andrea. Quando anche il corpo di Mathieu viene ritrovato (“La morte di Mathieu, il ritrovamento del cadavere di Laetitia Chevalier, suo padre colpito da un attacco cerebrale e subito dopo la notizia che è sospettato di omicidio”), il disegno criminoso diventa la filigrana di una tragedia collettiva (“Eppure, finora abbiamo scoperto quattro omicidi commessi a cadenza regolare: uno ogni anno, nel mese di febbraio. Devono essere per forza collegati”), che affonda le radici nel disagio, nella gelosia, forse anche nell’invidia.

La descrizione e le assonanze del mondo vegetale (“Non ti scordar di me… La scatola chiedeva di essere aperta…”), lo psicologismo (“La memoria si apre di fronte a Yuri e Andrea come un lungo tunnel buio che diventa sempre più luminoso mano a mano che avanzano”) e gli ottimi riferimenti culturali sono i fili conduttori di una vicenda che, sin dalle prime pagine, cattura apprensione (“Il fulmine può picchiare due volte nello stesso punto?”), interesse ed empatia del lettore e si regge su una tensione che scava nei legami di amore e di amicizia per consegnare una storia ricca di suspense e di rivelazioni progressive (“E la felicità?… Ci voleva la dracena per ricordargliela… ci voleva un’altra tragedia”).

Bruno Elpis

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