
COSI’ ERA MILANO – di Bruno Pellegrino
Categoria: Letteratura araba
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COSI’ ERA MILANO – di Bruno Pellegrino
La presente opera intende "umanizzare" la figura del filosofo, calandolo in un contesto familiare e sociale, e lasciando emergere come il rapporto con le donne (madri, mogli, sorelle, figlie e amanti) finisca per influenzarne la visione del mondo. Scopriamo, infatti, nelle biografie dei grandi pensatori del passato, figure di donne che, nel bene o nel male, ne hanno condizionato la vita e le opere. A volte donne-angelo, a volte donne-diavolo, le immaginiamo ora attente e vigili nei confronti dei figli (Santa Monica con Sant'Agostino), ora scorbutiche verso mariti assorti in più elevati pensieri (Santippe e Socrate). La ricerca vuole dare luce a queste compagne di viaggio, senza la pretesa di esautorare i filosofi dal loro piedistallo e senza la presunzione di poter essere descrizione esaustiva delle loro vite. Ci si accontenterà di soffermarsi in modo più esauriente su alcuni, quando esaurienti saranno state le fonti reperite, e meno su altri, quando le fonti saranno state avare, sperando di far cosa gradita a chi ama non solo il pensiero del "filosofo", ma anche a chi è attento nel considerarne il tratto storico-biografico e il suo essere uomo con pregi, difetti, debolezze, fragilità.
Il volto femminile della filosofia
Rocca Miriam
«Stizzita per la scemenza dei suoi stessi oracoli e per l’ingenua credulità dei Greci, la sacerdotessa di Delfi Pannychis XI, lunga e secca come quasi tutte le Pizie che l’avevano preceduta, ascoltò le domande del giovane Edipo, un altro che voleva sapere se i suoi genitori erano davvero i suoi genitori, come se fosse facile stabilire una cosa del genere nei circoli aristocratici, dove, senza scherzi, donne maritate davano a intendere ai loro consorti, i quali peraltro finivano per crederci, come qualmente Zeus in persona si fosse giaciuto con loro». Con queste parole spigolose e beffarde ha inizio La morte della Pizia e subito il racconto investe alcuni dei più augusti miti greci, senza risparmiarsi irriverenze e furia grottesca. Ma Dürrenmatt è troppo buono scrittore per appagarsi di una irrisione del mito. Procedendo nella narrazione, vedremo le storie di Delfi addensarsi in un «nodo immane di accadimenti inverosimili che danno luogo, nelle loro intricatissime connessioni, alle coincidenze più scellerate, mentre noi mortali che ci troviamo nel mezzo di un simile tremendo scompiglio brancoliamo disperatamente nel buio». L’insolenza di Dürrenmatt non mira a cancellare, ma a esaltare la presenza del vero sovrano di Delfi: l’enigma. La morte della Pizia è stato pubblicato da Dürrenmatt all’interno del Mitmacher nel 1976.
La morte della Pizia
Durrenmatt Friedrich
Il delicato incanto del primo bacio, il fascino antico delle lettere d'amore, la magica irruenza del colpo di fulmine, quegli imprevedibili giochi di sguardi, le dolci frasi che fan battere più forte il cuore. In una parola.. l'amore. L'amore che sboccia dolcemente come un fiore o ci coglie all'improvviso sconvolgendo la nostra vita; che va oltre ogni distanza o che deve nascondersi come se non fosse più amore; che ci riga il volto di lacrime o ci illumina di sorrisi; che ci pone di fronte a scelte difficili ma ci fa fare ciò che non avremmo mai osato fare; che ci dà una costante sensazione di vertigine e richiede sempre il coraggio di provarci. Dalla brughiera dello Yorkshire all'Italia, dalla California a Tokyo e alla Spagna. Dal romantico all'epistolare, dal passionale al drammatico. Dallo scoprire giovanile al rinascere della maturità fino all'amore senile. In ogni luogo, in ogni modo, ad ogni età& cosa c'è di più meravigliosamente irrinunciabile dell'amore?
IMPRONTE D’AMORE
AA.VV.
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