Narrativa

Il ballo

Némirovsky Irène

Descrizione: Il ballo ha la perfezione esemplare di un piccolo classico, poiché riesce a mescolare, pur nella sua brevità, i temi più ardui: la rivalità madre-figlia, l’ipocrisia sociale, le goffe vertigini della ricchezza improvvisata, le vendette smisurate dell’adolescenza – che passano, in questo caso eccezionale, dall’immaginazione alla realtà. Perché è proprio una vendetta, quella della quattordicenne Antoinette nei confronti della madre: non premeditata, e per questo ancora più terribile. In poche pagine folgoranti, con la sua scrittura scarna ed essenziale, Irène Némirovsky condensa, senza nulla celare della sua bruciante crudeltà, un dramma di amore respinto, di risentimento e di ambizione. Nel 1929, quando Némirovsky pubblica David Golder, il suo primo romanzo (a cui l’anno dopo seguirà Il ballo), la critica manifesta tutta la sua sbalordita ammirazione di fronte a questa giovane donna elegante e mondana, appartenente a una ricca famiglia di émigré russi di origine ebrea, che si rivela una brillante scrittrice. Per tutti gli anni Trenta Irène Némirovsky continuerà a pubblicare con immutato successo. Nel dopoguerra, tuttavia, sulla sua opera cala il silenzio. Solo a partire dall’autunno del 2004 la critica, ma soprattutto i lettori, hanno cominciato a restituire a Irène Némirovsky il posto che le spetta fra i più grandi, e i più amati, narratori del Novecento.

Categoria: Narrativa

Editore: Adelphi

Collana: Piccola Biblioteca Adelphi

Anno: 2005

ISBN: 9788845919718

Trama

Le Vostre recensioni

Antoinette […] era una ragazzina di quattordici anni, lunga e magra con il volto pallido di quell’età, tanto smunto da apparire agli occhi degli adulti coma una macchia rotonda e chiara, priva di lineamenti, le palpebre socchiuse, cerchiate, la boccuccia serrata…I piedi grandi e quelle lunghe bacchette con all’estremità due mani arrossate, dalle dita sporche d’inchiostro, che magari un giorno diventeranno le più belle braccia del mondo. […] Aveva quattordici anni, era una giovanetta e, nei suoi sogni, una donna amata e bella…Gli uomini l’accarezzavano, l’ammiravano, come nei libri Andrea Sperelli accarezza Elena e Maria, e Julien de Suberceaux, Maud de Rouvre…L’amore…Trasalì”.

Antoinette, figlia dei signori Kampf, è la protagonista silenziosa della sua adolescenza. Tra le mura di una ricca dimora parigina ultimo acquisto del padre – che grazie ad un geniale colpo in Borsa, aveva dato loro la ricchezza – è l’osservatrice dimessa e distante di un ménage familiare in cui la madre, frustrata e paranoica, è all’ossessiva ricerca di un riscatto personale e sociale, in perenne rivalità con la giovane figlia, ed il padre è totalmente disinteressato alle vicende personali delle due donne.

Il mondo che sogna Antoinette è lontano dalla mediocrità dei genitori con cui, suo malgrado, si ritrova a dover fare i conti quotidianamente, ignorata da quei due individui a cui ha smesso da tempo di richiedere attenzioni, umiliata e offesa dalla loro cieco rigore. L’occasione per vendicarsi è il ballo che sua madre decide di organizzare nella loro casa per il proprio “debutto” in società e a cui ad Antoinette viene proibito di partecipare.

L’insofferenza e l’odio della giovane per i propri genitori è qualcosa di più di un capriccio adolescenziale: nelle sue parole crude e consapevoli, c’è il calcolo asciutto e spietato di un adulto, la perseveranza e la cattiveria di una donna che vuole prendersi la propria rivincita personale.

Arricchiti volgari, ignoranti…[…] Con che diritto la mandavano a dormire, la punivano, la ingiuriavano? – Ah, vorrei che morissero!- Per la prima volta in vita sua piangeva così, senza smorfie né sussulti, in silenzio, come una donna: – Vorrei morire. Dio, fammi morire…Santa Vergine, perché mi hai fatto nascere in mezzo a loro? Puniscili, ti prego…..Puniscili, e poi muoio contenta…”.

Antoinette è convinta che l’annientamento “pubblico” dei genitori le consentirà di vivere la vita che ha sempre sognato, di fare il suo ingresso in società e conoscere finalmente l’amore. L’educazione asfissiante della madre volta a soffocarne qualsiasi slancio o passione, hanno trasformato Antoinette nella sua versione adolescenziale, arrogante e pretenziosa quanto il genitore.

Oh, Dio mio, ballare una volta, una volta sola, con un bel vestito, come una vera giovane donna, stretta fra le braccia di un uomo…[…] Ma non vedevano dunque – ciechi imbecilli – che lei era mille volte più intelligente, più raffinata, più profonda di tutti loro, di tutta quella gente che osava educarla, istruirla…”.

Irene Némirovsky descrive con l’abilità che è propria dei narratori russi un personaggio dalle mille sfaccettature. L’animo di Antoinette viene scandagliato nelle sue pieghe più profonde, per scoprirne e far emergere gli aspetti inquietanti di una personalità complessa e controversa.

Il ballo” – scritto nel 1928 e pubblicato nel 1930 – è un romanzo breve di rara bellezza.

Da leggere.

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