Racconti

Il borgo italiano

AA. VV.

Descrizione: Questa antologia contiene gli autori che hanno aderito all'iniziativa editoriale e che hanno partecipato alle sezioni Racconto Breve Inedito e Poesia Inedita del Premio Letterario il Borgo Italiano 2021, la cui cerimonia di premiazione è stata ospitata dal borgo di Lanzo Torinese.

Categoria: Racconti

Editore: Tra le righe libri

Collana:

Anno: 2021

ISBN: 9788832871951

Recensito da Redazione i-LIBRI

Le Vostre recensioni

Il borgo italiano
Questa antologia contiene gli autori che hanno aderito all’iniziativa editoriale e che hanno partecipato alle sezioni Racconto Breve Inedito e Poesia Inedita del premio letterario Il borgo italiano 2021, la cui cerimonia di premiazione è stata ospitata dal borgo di Lanzo Torinese.

Il “viaggio tra i borghi d’Italia” vede come protagonisti:

Augusta (Roberto Giardino Calcia), Bitetto (Dina Ferorelli), Caorle (Francesco Brichese), Casignana (Agata Mazzitelli), Castiglione di Sicilia (Carmela Tuccari), Civita (Miriam De Marco), Civita di Bagnoregio (Alice Cislaghi), Cocullo (Patrizia Manni), Eboli (Lina Rizzo), Grumo Nevano (Alfredo Lombardi), Lustra (Maria Rosaria de Fazio Cuoco), Montesilvano Colle (Fabrizio Fiorente), Orta San Giulio (Corinna Mangogna), Pergine Valdarno (Romina Zamponi), Pesariis (Francesco Sandri), Poli (Giovanni Ierfone), Rocca di Cambio (Bruna Marinangeli), Rossano (Lina Felicetti), San Giorgio Lucano (Rocco Herman Puppio), San Giorgio Morgeto (Rosanna Giovinazzo), San Nicola dell’Alto (Elisabetta Maio), Santa Severa (Loredana Bellisario), Servigliano (Donatella Antognozzi), Vinadio (Rita Primicino)

Acquista l’antologia su IBS cliccando qui

Ed ecco l’incipit del racconto di Rocco Herman Puppio:

LA LEGGENDA DEL SANTO BANDITORE

Zi Jennaro u Bannitore è muort!
E quann?
A l’ora tra can’ e lup’.

La gente negli strittoli di questo parlava. Tutti se l’aspettavano da un momento all’altro, Caterina, la perpetua di don Pasquale, che lo assisteva, diceva che c’era una migliorìa, la sera prima aveva chiesto una puliata, e nessuno sapeva dove andare a cercare l’erba da bollire nella pignata alla fine della bella stagione. Aveva mandato tre o quattro uaglioni a cercare nel fosso della Selva, lì dicevano che c’era rimasto qualche cespuglio prima di seccare.

Il desiderio di una cosa calda aveva fatto sperare che il vecchio superasse un’altra notte, un altro mese e forse pure l’inverno. Invece non ce l’ha fatta.

Nessuno sapeva l’età che aveva, era sempre lo stesso da sempre, come se fosse nato vecchio con la maschera da bambino, con il viso sorridente senza rughe che aveva portato in faccia fino ad un mese prima, e pure il passo veloce per andare su e giù nel Paese a strillare notizie era stato sempre lo stesso. Poi una notte di fine agosto, dopo i fuochi d’artificio di mezzanotte della festa di Santo Rocco, si era messo nel letto e non si era più mosso, fermo come una statua di cera che si poteva sciogliere da un momento all’altro. Non aveva niente e nemmeno parenti vicini e lontani, possedeva soltanto una voce limpida come quella di un cardellino che canta a primavera.

Alcune Servette, svelte come formiche, in quattro e quattr’otto sotto la guida di Caterina avevano vestito alla bene meglio il morto con il vestito buono che avevano trovato dentro il cascione ai piedi del letto. Gli avevano fatto la barba e la pettinatura col pettine bagnato di brillantina, sembrava che s’andava a sposare invece che per sempre andare a morire.

Accesero quattro candele ai lati del letto e servirono taralli e vino alla gente che cominciava a venire.

______________________________________________

Cosa dice il web di San Giorgio Lucano

Un borghetto pittoresco e accogliente, si presenta così San Giorgio Lucano, nel Parco Nazionale del Pollino.
Nel suo antico borgo, oltre ad ammirare palazzi storici e chiese, si respirano tradizioni e folclore, aspetti che lo rendono affascinante destando curiosità nel visitatore. Accade in occasione della “Danza del falcetto”, singolare e intrigante evento con protagonisti “contadini-ballerini”.
Circondato da interessanti aree boschive ben attrezzate, San Giorgio è caratterizzato anche dal paesaggio lunare degli argillosi “calanchi”, tipici del territorio lucano, che conferiscono al borgo ulteriore incanto e suggestione.

La storia
San Giorgio Lucano viene fondato nel 1534 da immigrati albanesi sfuggiti all’occupazione musulmana della loro patria.
Originariamente denominato “Minullo”, in epoca feudale il paese diviene feudo dell’attuale Noepoli, poi, a partire dagli inizi del Seicento, il principe Pignatelli favorisce la colonizzazione agricola del territorio, scacciando gli albanesi per consentire ai coloni dei paesi vicini di coltivarne i terreni.
Dal 1810 San Giorgio raggiunge la propria autonomia e nel 1863 è chiamato definitivamente San Giorgio Lucano.

Il patrimonio culturale
Palazzi storici e antiche fornaci caratterizzano il borgo e le località nelle immediate vicinanze di San Giorgio Lucano.
Passeggiando nel suo centro storico si possono ammirare alcuni edifici nobiliari, di ‘600 e ‘800, come Palazzo Zito e Palazzo Carlomagno, poi i Palazzi Torchitti, Ripa e Silvestre (1828), ma anche Palazzo La Canna o Fattoria di Rosaneto, già appartenuta alla Certosa di Chiaromonte, di cui è ben conservata la cappella.
In prossimità della valle del Sarmento, sono visibili il “Molino di Sole”, con annessa fornace, e le fornaci Galanga e la fornace Falcuneta, a testimonianza della presenza di interessanti spazi per la produzione di vasi, piatti, brocche e mattoni.
Fuori dal centro abitato, lungo il percorso che conduce alla cappella della Madonna delle Grazie (1770), in posizione dominante sulla valle del Sarmento, si aprono gli accessi alle cantine.

I sapori
Pasta fatta in casa, in particolare i cavatelli e i “firriciedd”, meglio noti come fusilli, dominano la tavola di San Giorgio Lucano, conditi con sugo e mollica di pane fritta.
Altra tipologia particolarmente diffusa è rappresentata dai “rasatelli”, detti anche “strascinati”, con farina di legumi.
Rinomate sono anche la soppressata e la salsiccia, meglio se accompagnate da buon vino locale.

Natura e Parchi
San Giorgio Lucano rientra nella splendida cornice del Parco Nazionale del Pollino che, con i suoi 192.000 ettari, è l’area verde protetta più estesa d’Italia.
Nel territorio del comune materano, che sorge nel cuore della valle del Sarmento, ricadono affascinanti risorse naturalistiche come il bosco Codicino e la Sorgente Battistina, ma a perdita d’occhio sono soprattutto i fitti boschi di faggi, abeti e castagni e poi altipiani erbosi, che contraddistinguono l’incantevole parco.
Ci si può inoltrare lungo appassionanti sentieri per arrivare ad “incontrare” sinuosi, fieri e secolari, i Pini Loricati, visibili soprattutto sulla cima di Serra di Crispo, denominata il “Giardino degli Dei” proprio perché considerata uno dei santuari di questa rara specie arborea dal tronco contorto.
Per nulla rari sono gli esemplari di lupo appenninico, cinghiali e caprioli, scoiattoli, istrici e lontre, ma anche picchi e gufi e aquile reali che si aggirano nel parco o ne sorvolano le vette, tra le più alte dell’intero arco appenninico meridionale, come Serra Dolcedorme, considerata il “tetto” del parco.
Ma il Parco del Pollino è anche culla di corsi d’acqua e affioramenti rocciosi, profonde faglie e inquietanti voragini, ed è popolato da fossili risalenti a decine di migliaia di anni fa come lo scheletro di un “Elepfhans antiquus italicus”, oggi custodito nel Museo Naturalistico e Peleontologico di Rotonda, sede del Parco

Il patrimonio religioso
Nella zona centrale del borgo, sulla sommità del colle, svetta la chiesa madre di San Francesco d’Assisi costruita nella seconda metà del XVII secolo, dalle pareti interne decorate da interessanti affreschi.
Fuori dal centro abitato si trova poi la cappella della Madonna delle Grazie (1770), in posizione dominante sulla valle del Sarmento, con all’interno una statua lignea raffigurante San Giorgio.
Da non perdere è il Santuario della Madonna del Pantano, o degli Angeli costruito (1650) nelle vicinanze della grotta nell’omonima contrada in cui è stata ritrovata una statua della Madonna degli Angeli.

Outdoor
Suggestive passeggiate fino alle grotte di San Giorgio Lucano, scavate nell’arenaria, possono rappresentare una interessante occasione di svago all’aria aperta.
Ad offrire straordinarie alternative di contatto con la natura è soprattutto tutta l’incontaminata area protetta del Parco Nazionale del Pollino, in cui San Giorgio Lucano ricade, offrendo al visitatore l’imbarazzo della scelta a seconda delle attitudini.
Si può scegliere così di intraprendere percorsi di trekking a piedi, a cavallo o in mountain bike, rafting lungo il fiume Lao, nordic walking, ma anche torrentismo e canyoning, nelle Gole del Raganello o, ancora, arrampicata e free climbing.

www.comune.sangiorgiolucano.mt.it

www.parcopollino.gov.it

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Vv.

Aa.

Libri dallo stesso autore

Intervista a AA. VV.

L’omicidio Carosino

De Giovanni Maurizio

Il ballo ha la perfezione esemplare di un piccolo classico, poiché riesce a mescolare, pur nella sua brevità, i temi più ardui: la rivalità madre-figlia, l’ipocrisia sociale, le goffe vertigini della ricchezza improvvisata, le vendette smisurate dell’adolescenza – che passano, in questo caso eccezionale, dall’immaginazione alla realtà. Perché è proprio una vendetta, quella della quattordicenne Antoinette nei confronti della madre: non premeditata, e per questo ancora più terribile. In poche pagine folgoranti, con la sua scrittura scarna ed essenziale, Irène Némirovsky condensa, senza nulla celare della sua bruciante crudeltà, un dramma di amore respinto, di risentimento e di ambizione. Nel 1929, quando Némirovsky pubblica David Golder, il suo primo romanzo (a cui l’anno dopo seguirà Il ballo), la critica manifesta tutta la sua sbalordita ammirazione di fronte a questa giovane donna elegante e mondana, appartenente a una ricca famiglia di émigré russi di origine ebrea, che si rivela una brillante scrittrice. Per tutti gli anni Trenta Irène Némirovsky continuerà a pubblicare con immutato successo. Nel dopoguerra, tuttavia, sulla sua opera cala il silenzio. Solo a partire dall’autunno del 2004 la critica, ma soprattutto i lettori, hanno cominciato a restituire a Irène Némirovsky il posto che le spetta fra i più grandi, e i più amati, narratori del Novecento.

Il ballo

Némirovsky Irène

Raramente, nei noir, la malvagità o la follia che portano a compiere azioni deprecabili inducono all'ilarità. Ma non c'è umorismo come quello cinico, spietato nel virare al comico gli istinti peggiori dell'uomo, che proprio perché cinico riesce a divertire il lettore che, spiazzato, talvolta si riconosce nella bizzarria di certi personaggi o rivive situazioni paradossalmente veritiere. Ecco il tema di questa carrellata allegramente (ma non sempre) feroce: il contrasto tra i toni leggeri dei racconti e le spietate azioni dei protagonisti danno all'insieme una visione della vita che, sfiorando il disprezzo per le convenzioni e i principi morali, rappresenta con scientifica crudeltà il lato comico di comportamenti mostruosi: avete presente la scena dove, al cimitero, il Sassaroli (Adolfo Celi) prende di mira il giovane vedovo (Alessandro Haber)? La cattiveria cara a Mario Monicelli risulta esilarante nella sua ferocia. Nei cinquantasei racconti di questa antologia gli autori rilanciano ed esagerano portando personaggi o frangenti a conseguenze estreme e, tirando fuori idee malate frutto degli istinti di aggressività o sopravvivenza più bassi, spesso usano un'insolita comicità farcita da un'impudenza spesso inedita ai loro romanzi: la quantità di ironia con cui il delitto è pensato e promosso raggiunge punte di satira tra il doloroso e il necessario. La grandezza della raccolta è tutta qui: ciò che è anomalo e bizzarro, oltre a essere vitale, è anche divertente. L'intento è dimostrare che la normalità è noiosa, ma soprattutto non esiste. Per finire: a Marco, che fa capolino qua e là tra le righe, questo zibaldone sarà piaciuto? Sì, senza alcun dubbio: se tendete bene le orecchie sentirete l'eco della sua roca risata. Prefazione di Dario Vergassola.

Quei sorrisi noir

AA. VV.

Tim, diciassette anni, albino, è un outsider, precipitato al prestigioso college di Irving per un solo semestre. Alla vigilia del suo arrivo a scuola conosce in aeroporto la bella Vanessa, ma l'incanto di quella notte si infrange contro il muro della realtà: Vanessa intesse una relazione clandestina con Tim ma non intende lasciare il suo Patrick. La tragedia si consuma durante la festa di fine anno: Tim, annebbiato dalle medicine che sta prendendo senza prescrizione, sale su una slitta trascinando con sé Vanessa, e finisce contro un albero. Lei entra in coma e lui perde la vista. È il materiale di partenza per quella che alla Irving diventerà una tradizione: il Tragedy Paper, la tesi di fine anno.

Io sono la neve

Laban Elizabeth