
L’eco del deserto
Bambarén Sergio
Descrizione: In un paese pressoché sconosciuto del Piemonte risiede una comunità che apparentemente si occupa del recupero di orfani e ragazzi difficili. Maila è una di loro, ha diciotto anni, si veste di nero, ordina scarpe e libri da Internet e fa esperimenti con erbe, fiori e piante. Non parla volentieri con gli alti, a differenza loro vive con conflitto la sua natura; spesso vorrebbe essere una ragazza normale, ma le è concesso tutto tranne questo. La quiete del paese è interrotta: due grossi lupi aggrediscono un uomo del posto. Da quel momento per Maila tutto cambierà: le apparirà uno strano segno sul petto, incontrerà un ragazzo dal nome misterioso e dovrà salvare la sua gente dall'attacco degli Artigli Rossi, un gruppo di licantropi assetati di odio e carne. Ed eccola Maila, in viaggio fino agli Alti Tatra, accompagnata da Othar, un valoroso guerriero. Riuscirà a portare la testa del capo dei nemici nel regno sotterraneo di Ayta, il luogo di confine fra la vita e la morte, in cui i lupi accompagnano le anime nell'aldilà? Una cornice fantasy per tanti temi di bruciante attualità come l'inquietudine degli adolescenti, la necessità dell'integrazione, le regole del “branco”, la diffidenza e il pregiudizio nutrite nei confronti di chi non ci somiglia. Camilla Morgan-Davis, giovane promessa del fan- tasy, parla il linguaggio della sua età. Con il suo ro- manzo generazionale, tocca le corde dell'anima dei suoi coetanei con una riflessione sul mondo di oggi che supera la letteratura di genere tracimando in una disanima sociale.
Categoria: Fantasy
Editore: Zero91
Collana:
Anno: 2010
ISBN: 9788895381183
Trama
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Dopo aver lasciato una carriera da manager, Sergio Bambarén ha sposato la natura e i grandi spazi, primo fra tutti il mare e in particolare l'oceano. Ha nuotato con i delfini, ha praticato il surf sulle coste più selvagge, ha trovato amici dal cuore grande. E ha intrapreso una ricerca spirituale. Alle grandi distese di acqua, però, ha anche affiancato il viaggio in uno dei luoghi più magici e avvolgenti della terra: il deserto. Insieme a una famiglia berbera, Sergio ha vissuto l'esperienza intensa ed emozionante di immergersi nel silenzio di sabbie millenarie, dove è possibile svuotare la mente da ogni affanno quotidiano e ritrovare la semplicità delle cose essenziali, quelle che contano davvero.
L’eco del deserto
Bambarén Sergio
Le lettere di Enzo Tortora alla figlia Silvia, da quest'ultima raccolte e pubblicate
Cara Silvia
Tortora Enzo e Silvia
l mio corpo aveva assorbito il cibo del Führer, il cibo del Führer mi circolava nel sangue. Hitler era salvo. Io avevo di nuovo fame... Fino a dove è lecito spingersi per sopravvivere? A cosa affidarsi, a chi, se il boccone che ti nutre potrebbe ucciderti, se colui che ha deciso di sacrificarti ti sta nello stesso tempo salvando? La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. “Da anni avevamo fame e paura,” dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l’autunno del ’43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: “Mangiate”, davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato. Nell’ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s’intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del ’44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti – come una sorta di divinità che non compare mai – incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito. Rosella Postorino non teme di addentrarsi nell’ambiguità delle pulsioni e delle relazioni umane, per chiedersi che cosa significhi essere, e rimanere, umani. Ispirandosi alla storia vera di Margot Wölk (assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf), racconta la vicenda eccezionale di una donna in trappola, fragile di fronte alla violenza della Storia, forte dei desideri della giovinezza...
Le assaggiatrici
Pastorino Rosella
Londra, 1940. Mentre nel cielo incrociano gli Spitfire e i Messerschmitt di Göring, il dottor Haggard riceve la visita di James Vaughan, un giovane aviatore che gli si presenta con una frase letale: «Penso che lei abbia conosciuto mia madre». Strappato di colpo alle sue fiale di morfina e al culto feticistico di una donna perduta per sempre, Haggard intraprende una lunga, tormentosa confessione, raccontando per la prima volta la vicenda che tre anni prima ha distrutto la sua vita. Ma nel ricostruire il décor e le atmosfere di un amore feroce e claustrofobico, tutto consumato fra stanze in penombra, strade immerse nella nebbia, teatri d’anatomia popolati dai fantasmi di un’ossessione, Haggard si rende conto di avere ancora una volta liberato una forza oscura e terribile, una forza che ora lo spinge irresistibilmente verso il ragazzo e che l’inquietante somiglianza fra questi e sua madre non basta a spiegare. Ed è come se le pagine di questo intenso romanzo fossero avvolte dall’aura di un morbo senza nome – lo stesso che (forse) abita nell’amore e che sembra trasformare Vaughan in qualcos’altro e noi nei voyeur della sua trasformazione.
IL MORBO DI HAGGARD
McGrath Patrick
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