
VIAGGIO NEL DIALETTO MILANESE – di Giorgio Caprotti
Descrizione: Romanzo d'esordio di un giovanissimo scrittore, La solitudine dei numeri primi è stato uno dei più eclatanti casi letterari degli ultimi anni: cresciuto grazie all'entusiastico passaparola dei lettori, il libro ha incontrato il plauso della critica ed è arrivato a conquistare molti premi, tra cui il principale riconoscimento letterario italiano, lo Strega. Al centro della storia - e di una narrazione che corre tesa verso il finale e brucia per le sue implicazioni emotive - le vite speciali di Alice e Mattia, entrambe segnate da un episodio traumatico accaduto nell'infanzia: un marchio a fuoco che li accompagna, insieme allo sguardo dell'autore, attraverso l'adolescenza, la giovinezza, l'età adulta. I loro destini si incrociano e i due ragazzi si scoprono strettamente uniti eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano "primi gemelli": separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero.
Categoria: Narrativa
Editore:
Collana: Scrittori Italiani e Stranieri
Anno: 2010
ISBN: 9788804607748
VIAGGIO NEL DIALETTO MILANESE – di Giorgio Caprotti
Il protagonista di questo libro è un signore che ha cinquantacinque anni però anche lui è stato giovane, e quando era giovane ha fatto l'editore, poi ha fatto lo scrittore, adesso fa il giornalista e pratica una forma di giornalismo che lui chiama Giornalismo disinformato, e la insegna, anche. E' un tipo di giornalismo, il giornalismo disinformato, che dice che delle cose che si scrivono non bisogna saper niente. "Ragazzi" gli dice a quelli che partecipano ai suoi corsi "se non sapete cosa scrivere, scrivetelo. Scrivete così: Non so cosa scrivere". E delle regole classiche del giornalismo, delle cinque doppie vu, "when" "what" "where" "who" "why", che sarebbero le cinque cose da dire secondo le regole classiche del giornalismo informato, ecco, lui, nei pezzi che scrive lui, cerca di non rispondere a nessuna di queste domande, ma si sforza di rispondere a un'altra, domanda: "how". Bisogna concentrarsi sul "come", secondo lui, e se ci si concentra sul "come" si risponde anche alle altre domande. Bisogna cioè farsi guidare, in un certo senso, non dal proprio cervello, non dalla propria sapienza, dai propri occhi, bisogna mettersi per strada e cominciare a guardare. Allora lì, in un certo senso, è un'avventura; può saltar fuori qualsiasi cosa, può andare a finire che uno diventa testimone dì un omicidio, oppure che uno torna a casa, si mette al computer e scrive "Non so cosa scrivere". Ecco. Ermanno Baistrocchi, all'inizio di questo romanzo, diventa testimone di un omicidio, e la sua esistenza di giornalista disinformato, che era già abbastanza complicata per conto suo, diventa, da un giorno all'altro, complicatissima.
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