
Noi che ci vogliamo così bene
Serrano Marcela
Descrizione: Mizar, assistente capo, ha sempre desiderato far parte di una squadra investigativa. Fin da quando è entrata in Polizia, spinta da un evento terribile che le ha sconvolto la fanciullezza, ha sentito forte la passione per la giustizia, il desiderio di trovare sempre la verità. E così, quando ha la possibilità di lavorare con il vice ispettore Andrea Suarez, famoso per riunire gli uomini migliori del reparto, non può lasciarsela scappare: rischierà la vita ma dovrà andare sotto copertura in una missione molto pericolosa. Mizar conosce però un segreto di Andrea e questo la rende inquieta tanto da perdere il controllo delle cose. Ma nessuno può rischiare la vita dell'altro, ognuno si fida del proprio compagno e la regola numero uno è non farsi mai coinvolgere da sentimenti personali...
Categoria: Giallo - thriller - noir
Editore: Time Crime
Collana: Nero italiano
Anno: 2017
ISBN: 9788866883517
Quattro amiche di lunga data decidono di fare una vacanza insieme. Lontano dai mariti, dai figli, dal lavoro, circondate dal paesaggio del Cile del Sud, si raccontano, senza inibizioni, le proprie personali esperienze.
Noi che ci vogliamo così bene
Serrano Marcela
Maria Antonia, la madre, è padrona della storia nonostante la dannazione della guerra, è vicina al fermento del mondo. I suoi giorni combaciano con temi epici ma anche scabrosi: Maria Antonia affronterà lutti e miseria, fuggirà come profuga da Spalato, perderà il primo marito nelle foibe, vedrà i fratelli condannati ai campi di lavoro. Darà anche scandalo pur di assecondare la voglia disperata di continuare. Resta in una gioventù permanente, proprio perché ha affrontato la Storia Grande del mondo e l’ha vinta. Ena, sua figlia, è una donna vecchia costretta a letto dalla rottura del femore. La vita di Ena è stata sazia, pigra, non priva di danni. Ma già prima di giugno è un romanzo che accosta i toni della saga alla voce della contemporaneità. La narrazione procede a capitoli alternati. Le vicende di una madre da giovane, Maria Antonia, che vanno dal periodo che precede il secondo conflitto mondiale fino agli anni Sessanta, si affiancano al racconto-monologo di una figlia, Ena, giunta all’ultimo periodo della sua vita.
Ma già prima di giugno (con la partecipazione dell’autrice)
Rinaldi Patrizia
Arturo Bandini, immigrato, attaccabrighe, ribelle, megalomane, sprezzante, sempre in lite con tutti, è in cerca della donna giusta. "La strada per Los Angeles" è il primo capolavoro di Fante. Arturo Bandini è alle prese per la prima volta con quelli che poi i lettori si abitueranno a riconoscere come i suoi eterni problemi: essere amato dalle donne e diventare un grande scrittore. Ma una cosa è la realtà, un'altra i sogni, e il romanzo, nonostante il tono spassoso, è anche un bruciante documento autobiografico, il resoconto di una difficilissima gavetta artistica e sentimentale. Poco piú che adolescente, è costretto, per sopravvivere, a lavori umilianti e faticosi, Arturo è armato solo della forza dei suoi desideri. Rifiutato dagli editori per i contenuti sessuali che, a metà degli anni Trenta, rendevano rischiosa la pubblicazione, il romanzo rimase sepolto in un cassetto fin dopo la morte di Fante, e venne pubblicato solo nel 1985. Oggi "La strada per Los Angeles" è considerato, dai lettori e dai critici, uno dei vertici dell'arte comica di John Fante, e un tassello indispensabile della saga di Bandini.
La strada per Los Angeles
Fante John
Da Vladimir Majakovskij a David Foster Wallace, da Cesare Pavese a Virginia Woolf: le storie di venticinque scrittrici e scrittori che hanno posto fine alla loro vita. Persone molto diverse tra loro anche rispetto al tema della morte. C’è chi aveva perseguito razionalmente l’atto finale del suicidio passando il tempo a teorizzarlo; chi sembra non aver resistito a una serie di disgrazie terribili; chi portava in sé un dolore emotivo che temeva inguaribile. Elemento comune, una insopportabile sofferenza che troppo spesso e irrispettosamente è stata etichettata come “depressione”. Raccontare queste esistenze è un atto di riconoscenza per gli scritti che ci sono stati lasciati, e insieme un atto di riparazione per l’ipocrisia di una società che ritenendo il suicidio un gesto inaccettabile continua a operare intorno ad esso ogni sorta di manipolazione, dall’occultamento alla sottovalutazione, quando non arriva addirittura all’ostracismo riguardo alle opere e alle figure dei suicidi.
L’ultima pagina
Schimperna Susanna
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