
Novemila giorni e una sola notte
Brockmole Jessica
Descrizione: Ritmo, azione, suspense: Paoli dà vita a una narrazione incalzante, che non dà tregua al lettore. In assoluto il suo romanzo più serrato. «I protagonisti dei suoi libri appaiono persone reali con pregi e difetti, abilità e debolezze profonde, lati oscuri e sincerità disarmanti. Una capacità di saper tradurre in testo la quintessenza dell'essere umano nella sua complessità» - Premio Giorgio La Pira per la Cultura È un lunedì mattina di fine settembre a Firenze, ma il cielo meravigliosamente azzurro fa pensare a una giornata d’estate e niente lascia presagire l’incubo in cui la città sarà risucchiata di lì a poche ore. A bordo della sua auto il reporter Carlo Alberto Marchi si sta dirigendo a caccia di notizie verso Gotham City, il futuristico Palazzo di Giustizia, quando una telefonata allarmante del capocronista gli intima di correre subito al polo universitario lì vicino: è successo qualcosa di molto grave, qualcosa di cui ancora si sa ben poco. Un muro di poliziotti e ambulanze impedisce il passaggio a studenti e curiosi, e le voci si susseguono: «Pare che sia morto qualcuno», «Ho sentito delle urla», «Qualcuno è entrato armato». Quando Marchi riesce finalmente a farsi strada, non è preparato a quello che sta per vedere: sangue dappertutto, una decina di studenti a terra, alcuni corpi coperti pietosamente da lenzuola bianche. Un attentato? Le prime testimonianze confermano i dubbi più spaventosi: tra quei cadaveri si trova anche l’autore della carneficina, che dopo aver sparato all’impazzata si è ucciso urlando “Allah Akbar”. Firenze si risveglia nel terrore, il panico si scatena in città, soprattutto quando le televisioni di tutto il mondo trasmettono un videomessaggio ricevuto da fonte anonima. Sullo sfondo della cupola del Duomo divorata dalle fiamme, una voce annuncia: «Crociati della città di Firenze, siamo qui. Il Giorno del Sacrificio sta finalmente arrivando anche per voi». È evidente che ci sarà un nuovo, terribile attentato. Ma dove? Rimangono solo cinque giorni per scoprirlo e stavolta Marchi, alla ricerca di risposte tra misteriosi interpreti arabi, ingegneri nucleari uccisi, Imam e rabbini pacifisti, si troverà a mettere a rischio la sua stessa vita…
Categoria: Giallo - thriller - noir
Editore: Giunti Editore
Collana: M
Anno: 2021
ISBN: 9788809829206
Recensito da Ornella Donna
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Novemila giorni e una sola notte
Brockmole Jessica
Tutti sanno come Kal-El - Superman - venne mandato sulla Terra appena prima che il suo pianeta esplodesse. Ma cosa causò un disastro di quella portata? Ora, ne "Gli ultimi giorni di Krypton", Kevin J. Anderson presenta un ampio racconto del fasto e della grandezza di un mondo condannato ricco di impavidi eroi e crudeli traditori. Sullo sfondo spettacolare degli ultimi giorni felici di Krypton avviene il corteggiamento e il matrimonio dei genitori di Kal-El, il brillante scienziato Jor-El e sua moglie, una storica, Lara. Insieme combattono per convincere una società stagnante e incredula che il loro mondo sta per scomparire. Il fratello di Jor-El, Zor-El, capo della leggendaria città di Argo, si unisce alla lotta, non solo per salvare il pianeta, ma anche per combattere contro la minaccia dello spietato e astuto Generale Zod. Il diabolico Zod si avvale di un'opportunità d'oro per impossessarsi del potere quando l'androide Brainiac cattura la capitale Kandor. Nel momento stesso in cui l'influenza di Zod sulla popolazione si rafforza e il suo potere cresce, anche lui diventa cieco a tutti i segnali che indicano la morte di quella stessa civiltà che sta cercando di governare. Attraverso tutto questo, l'amore reciproco di Jor-El e Lara, la loro storia e il loro figlio permettono a Krypton di continuare a vivere anche se il pianeta si sta consumando intorno a loro. Per questo, nella fuga del loro bambino giace il più grande dono di Kripton e il più grande eroe della Terra.
GLI ULTIMI GIORNI DI KRYPTON
Anderson Kevin J.
QUANDO ERO UN’OPERA D’ARTE
Schmitt Eric-Emmanuel
Un libro sui giovani, perché i giovani, anche se non sempre lo sanno, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui. Le famiglie si allarmano, la scuola non sa più cosa fare. Solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove ciò che si consuma è la loro stessa vita, che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa. Va da sé che, se il disagio non è del singolo individuo, l'origine non è psicologica ma culturale. Perciò inefficaci appaiono i rimedi elaborati dalla nostra cultura, sia in versione religiosa perché Dio è davvero morto, sia nella versione illuminista perché non sembra che la ragione sia oggi il regolatore dei rapporti tra gli uomini. Resta solo la 'ragione strumentale' che garantisce il progresso tecnico, ma non un ampliamento dell'orizzonte di senso per la latitanza del pensiero e l'aridità del sentimento. C'è una via d'uscita? Si può mettere alla porta l'ospite inquietante? Sì, se sapremo insegnare ai giovani l'arte del vivere, come dicevano i Greci, che consiste nel riconoscere le proprie capacità e nell'esplicitare e vederle fiorire secondo misura. Se proprio attraverso il nichilismo i giovani, adeguatamente sostenuti, sapessero compiere questo primo passo capace di farli incuriosire e innamorare di sé, l'ospite inquietante non sarebbe passato invano.
L’ospite inquietante
Galimberti Umberto
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