
Le affacciate
Perali Caterina
Descrizione: Leonardo Sciascia pubblico questo romanzo nel 1961. Allora, nelle parole dell'autore stesso, . La stessa parola mafia era usata con tutte le cautele e quasi di malavoglia. Eppure noi sappiamo che proprio in quegli anni avveniva la radicale trasformazione che sposto la mafia dal mondo agrario a quello degli appalti, delle commesse e di altre realta , non piu regionali ma nazionali e internazionali. Lo scrittore Sciascia irrompe dunque in questa realta come nominandola per la prima volta. Basta leggere la pagina iniziale del Giorno della civetta per capire che essa finalmente cominciava a esistere nella parola. Sciascia sottopose il testo a un delicato lavoro di limatura, riducendolo ai tratti essenziali con l'arte del : e, visto a distanza di anni, tale lavoro si rivela piu che mai un'astuzia dell'arte. Qui infatti Sciascia ha scoperto, una volta per tutte, quel suo inconfondibile modo di narrare che non si concede ambagi e volute, ma fissa lo sguardo sempre e soltanto sulle nervature del significato, fossero anche in un minimo gesto o dettaglio. In questo senso, se Il giorno della civetta e diventato il romanzo piu popolare di Sciascia, e anche perche lo rappresenta in una forma che, nel piu piccolo spazio, raggiunge la massima densita.
Categoria: Classici
Editore: Adelphi
Collana: Fabula
Anno: 1993
ISBN: 9788845909573
Recensito da Serena Vissani
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Dopo anni di lavoro totalizzante in un’importante società di eventi, Nina viene lasciata a casa. Disoccupata, cinica e piena di pregiudizi, circoscrive la vita entro i confini del suo condominio a ringhiera, mantenendo però una florida e fittizia routine tra chat e social network: più del senso di vuoto, è l'onta della disoccupazione a toglierle il sonno. Indolente, trascorre le giornate a osservare i condomini, punti di riferimento di un mondo intimo ma che sente lontano. Fin quando la sua attenzione si concentra su una vicina da sempre scostante, diventata improvvisamente perno silente e misterioso di un gineceo di tre anziane: la smilza, la leopardata e la forzuta.
Le affacciate
Perali Caterina
Una delle più enigmatiche autrici del Novecento inglese mette in scena una storia eccentrica e raffinata. Nel breve romanzo di culto "Chi è partito e chi è rimasto" un piccolo villaggio inglese di fine Ottocento adagiato sulle sponde di un placido fiume viene improvvisamente colpito da una serie di calamità che sembrano il frutto di una violenta maledizione. A inaugurare la serie di terribili eventi è il fiume, che al principio dell'estate decide di straripare trascinando con sé gli abitanti in una ballata surreale e imprevedibile, contro la quale l'eccentrica famiglia Willoweed dispiegherà l'arsenale delle sue bizzarre forze, mentre il giornale del villaggio si chiede: «Chi sarà il prossimo a essere colpito dalla fatale follia?».
Chi è partito e chi è rimasto
Comyns Barbara
Dalla tragica morte della moglie, A. J. Fikry è diventato un uomo scostante e scorbutico, insofferente verso gli abitanti della piccola isola dove vive e stufo del suo lavoro di libraio. Disprezza i libri che vende (e pure quelli che non vende) e ne ha fin sopra i capelli dei pochi clienti che gli sono rimasti, capaci solo di lamentarsi e di suggerirgli di abbassare i prezzi. Anche per gli agenti di vendita è ormai un interlocutore a dir poco difficile. Ma tutto cambia una sera come tante, quando, rientrando in libreria, A. J. trova una bambina che gironzola nel reparto dedicato all'infanzia. Al collo ha appuntato un biglietto scritto dalla madre: questa è Maya. Ha due anni. È molto intelligente ed è eccezionalmente loquace per la sua età. Voglio che diventi una lettrice e che cresca in mezzo ai libri. Io non posso più occuparmi di lei. Sono disperata. Seppur riluttante (e sorprendendo tutti i suoi conoscenti), A. J. decide di adottarla, lasciando così che quella bambina gli sconvolga l'esistenza. Perché Maya è animata da un'insaziabile curiosità e da un'attrazione istintiva per i libri, per il loro odore, per le copertine vivaci, per quell'affascinante mosaico di parole che riempie le pagine all'interno e, grazie a lei, A. J. non solo scoprirà la gioia di essere padre, ma riassaporerà anche il piacere di essere un libraio. Trovando infine la forza per aprirsi a un nuovo, inatteso amore.
La misura della felicità
Zevin Gabrielle
L'arte della gioia è il libro scandalo di una scrittrice straordinaria. È un romanzo d'avventura. È un'autobiografia immaginaria. È un romanzo di formazione. Ed è anche un romanzo erotico, e politico, e sentimentale. Insomma è un'opera indefinibile, piena di febbre e d'intelligenza, che conquista e sconvolge.
L’ARTE DELLA GIOIA
Sapienza Goliarda
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