Romanzo storico

IL MERCANTE DI LIBRI MALEDETTI

Simoni Marcello

Descrizione: Anno del Signore 1205. Padre Vivïen de Narbonne viene braccato da un manipolo di cavalieri che indossano strane maschere. Il monaco possiede un libro molto prezioso, che non vuole cedere agli inseguitori. Tentando di fuggire, precipita in un burrone. Tredici anni dopo Ignazio da Toledo, di ritorno da un esilio in Terrasanta, viene convocato a Venezia da un facoltoso patrizio per compiere una missione: dovrà recuperare un libro molto raro intitolato "Uter Ventorum", lo stesso libro posseduto da Vivïen. Il manoscritto in questione conterrebbe precetti derivati dalla cultura talismanica caldaico-persiana e sembrerebbe in grado di evocare gli angeli, per poter partecipare della loro sapienza. Ignazio si metterà alla ricerca del libro, che secondo le indicazioni è tenuto in custodia nella Chiusa di San Michele presso Torino. Ma alla Chiusa di San Michele, anziché trovare il libro, Ignazio si imbatte in un mistero: l'"Uter Ventorum" è stato smembrato in quattro parti nascoste in Linguadoca e in Castiglia. La curiosità di scoprire il contenuto di quelle pagine lo sprona a proseguire nella ricerca, nonostante il pericolo. Riuscirà svelare tutti gli enigmi che il libro contiene e a evocare gli angeli e la loro sapienza?

Categoria: Romanzo storico

Editore: Newton Compton

Collana: Nuova Narrativa Newton

Anno: 2011

ISBN: 9788854131941

Trama

Le Vostre recensioni

Il doppio premio al romanzo d’esordio di Marcello Simoni è dovuto alla somma di due meriti: quello di aver scritto un romanzo d’avventura, di fantasia e di viaggio – componenti tutte essenziali per evocare lo spirito di Salgari – in una sintesi che rende l’opera gradevole al grande pubblico delle librerie tradizionali, del mercato virtuale degli e-booK o dell’artigianale “Bancarella”.

A proposito del Bancarella, ricordo ancora un paio di estati negli anni settanta a Viareggio: quando adolescente, mi aggiravo tra baracchini di librai e bancarelle colorate da fascette gialle che annunciavano il premio, sul lungomare celebre tanto per il Carnevale quanto per la ‘movida’ italiana.

Ma, bando alla nostalgia, non divago oltre con i miei ricordi e passo in medias res, anticipandovi:

I personaggi del romanzo

Tanti, sono davvero tanti. Nel finale l’elevato numero si riduce a causa di uccisioni e grazie a un paio di sorprese nell’identificazione dei mandanti. Qui segnalo soltanto i principali attori, senza rispettare l’ordine di apparizione e senza pretesa di esaurirli.

Vivien de Narbonne: monaco in odore di negromanzia, è il depositario del libro “Uter ventorum”, che provvede a smembrare in quattro parti con l’intento di difenderne il segreto.

Ignazio da Toledo: è il protagonista assoluto con due fidi seguaci (il francese Willalme, riscattato dalla schiavitù, e il giovane converso Uberto, “ottimo amanuense”). Ignazio l’ispanico è mercante di reliquie, ma è “uomo razionale e curioso, sempre in bilico fra il mondo dei laici e quello dei chierici”. “Le sue azioni nascondevano sempre un secondo fine”.

Uno stuolo di monaci: come l’abate Maynulfo da Silvacandida, probabilmente assassinato, o il suo ambiguo successore Rainerio da San Donnino. E il misterioso, spettrale Scipio Lazarus, frate dal volto orribilmente sfregiato.

I membri della Saint-Vehme: una setta disposta a tutto pur di intercettare il libro misterioso. Di essa fanno parte  Dominus, capo violento che sole indossare una maschera rossa, e il suo vassallo, il boemo Slawnik.

Due nobili: il conte Enrico Scalò, amico del doge e frequentatore di bordelli, orribilmente giustiziato dopo una tortura crudele; e il conte Dodiko, inviato per proteggere Ignazio …

L’oggetto della ricerca di Ignazio e di tutti gli inseguitori che si porta appresso.

Il libro misterioso, Uter Ventorum o Otre dei venti, è lo strumento per realizzare un fine molto ambito (possibile?): evocare gli angeli “disposti a rivelare i segreti dei poteri celesti”. Ma non pensate ai soliti Michele, Gabriele e Raffaele, perché le creature alate sono quelle del libro di Enoch.

Il libro è stato suddiviso in quattro frammenti, ciascuno custodito in un luogo designato da un crittogramma. Per individuare i nascondigli, occorre risolvere quattro coppie di indovinelli.

Il primo elemento del libro è un tatuaggio, asportabile come può esserlo (!) un tatuaggio marchiato a fuoco sulla pelle. Si riferisce all’angelo Temel, colui che insegnò l’astrologia e che viene rappresentato in mezzo ai segni zodiacali.

Il secondo pezzo è una combinazione di nove caselle contenenti lettere ebraiche da trasformare in numeri arabi attraverso la ghimatriah. L’angelo di riferimento è Kobabel, che insegnò la lettura degli astri.

Il terzo frammento è un segnalibro di cuoio inciso, da leggere con tecnica cartaginese per ottenere un encolpio, possibilmente assumendo la portentosa haoma. L’angelo è Amezarak, maestro delle virtù delle radici.

Dulcis in fundo, il collage è completato da una pergamena custodita nella basilica di San Saturnino a Tolosa, che rivela gli incantesimi dell’angelo Armaros.

Se dopo questo sunto non avrete capito nulla – perché magari non sapete cos’è un encolpio o, pur esperti di sostanze  psicoattive, non conoscete le virtù della haoma – non disperate: il romanzo di Marcello Simoni spiega tutto e, leggendolo, potrete addirittura verificare se l’evocazione degli angeli riesce. O se piuttosto, Ignazio da Toledo dovrà “accontentarsi” di raggiungere un traguardo più terreno, ma parimenti gratificante.

Genere e stile narrativo

Io non so se il romanzo rientra nel genere storico, nel thriller o nel fantasy. O se è un geniale ibrido di queste categorie. So che lo stile di Marcello è limpido, colto, pieno di belle descrizioni paesaggistiche. E di atmosfere. Un esempio? “Tutto taceva intorno alla basilica di san Marco. Sulle mura dell’attiguo castello del doge le fiaccole danzavano fatue. Un’aria pesante, gravida di salsedine, spirava sulla piazza.”

La narrazione è veloce, serrata, con sapienti impennate nella tensione. Tutti ingredienti che apprezza il lettore in astratto e, in concreto, …


… Bruno Elpis

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Marcello

Simoni

Libri dallo stesso autore

Intervista a Simoni Marcello

Dodecamenos/inverno

Giuliani Rania

Una brutta costruzione di cemento in equilibrio su un precipizio appare tra le curve della strada costiera. Sarà un bar? Una trattoria per camionisti? È comunque il primo locale pubblico dopo chilometri di curve percorse sotto il peso di un'afa opprimente. L'uomo e la donna viaggiano da ore sotto il sole implacabile, e sono di pessimo umore per qualcosa che è successo la sera prima. Quella breve vacanza avrebbe dovuto riavvicinarli, ma niente sta andando per il verso giusto. Hanno proprio bisogno di un caffè, così decidono di fermarsi. La breve pausa distensiva si prolunga però oltre ogni possibile previsione, caricandosi di una tensione crescente. L'oste, un personaggio sgradevole e untuoso, li stordisce di chiacchiere e continua a servirgli piatti che loro non hanno ordinato. All'arrivo del conto, esorbitante, l'irritazione dell'uomo raggiunge il culmine. È una catena di eventi che sarebbe possibile spezzare in qualsiasi momento, e che invece si dipana inesorabilmente fino all'attimo in cui tutto collassa, così che una giornata storta come ne possono capitare a chiunque si trasforma in un incubo senza ritorno. Tra Friedrich Dürrenmatt e Patricia Highsmith, un thriller psicologico ad alta tensione.

Una giornata nera

Costa Aldo

Montechiasso è un borgo toscano arroccato sulle colline: nelle giornate di cielo nitido, scarno di nubi e con l'aria frizzante e pulita, si scorgono le vette delle Apuane, il mar Tirreno, le colline Metallifere, gli Appennini tosco-emiliani, il Casentino. Lì vive Sara, diciannove anni, figlia di Attilio, un tempo militante comunista nonché voce e chitarra del gruppo rock I Timidi. Ma a Montechiasso sono arrivati anche nuovi abitanti: per esempio il suo amico Averroè, giovane promessa dell'atletica nonché figlio dell'imam. Tutto sembra andare per il meglio, finché non arriva la notizia bomba: nel paese verrà costruita una gigantesca moschea, un'astronave aliena edificata tra le vigne e i campanili. Verranno tutti coinvolti in una discussione che rischia di degenerare, tra razzismi e idealismi, solidarietà e diffidenze: anziani con il pannolone e casalinghe disperate, preti troppo intraprendenti e affaristi senza scrupoli, politicanti di provincia e giornalisti ficcanaso, vecchi militanti e giovani rampanti, sciampiste pettegole e commesse della Coop.

Le querce non fanno limoni

Calamini Cosimo

Da bambina Lucy Nelson vede il padre alcolista finire in galera. Da quel giorno ha cercato di redimere qualunque uomo le capitasse intorno, per la rovina sua e dei suoi amanti. Quando Roy e Lucy iniziano a uscire insieme, lui lo fa perché sta cercando se stesso, lei perché non sopporta più una madre remissiva e un padre ubriacone. Si innamorano, o cosi credono. Quando Lucy cede alle estenuanti insistenze, alle canzoni romantiche e alle parole rassicuranti di Roy e "va fino in fondo", rimane incinta. Da quel momento in avanti, come in una tragedia greca in cui, qualunque cosa si faccia, non si può sfuggire al destino, tutto precipita. Lucy non vuole ripercorrere le orme della madre, non vuole diventare la moglie di un uomo egoista, debole e fallito, ma si convince di essere già quel tipo di donna, trascinando il matrimonio - e se stessa - alla rovina. Uscito subito prima del Lamento dì Portnoy, questo terzo romanzo di Philip Roth contiene già tutto il sarcasmo, l'ironia tagliente, l'inquietudine morale delle opere della maturità. Ma possiede una caratteristica che lo rende una stella preziosa: è l'unico romanzo del maestro di Newark ad avere per protagonista una donna. Con Lucy, Roth consegna alla storia della letteratura un personaggio agghiacciante e commovente, incarnazione di una donna che lotta per non sprofondare nella propria follia.

Quando lei era buona

Roth Philip