Narrativa

IL MIO REGALO SEI TU

Spinazzola Sarah

Descrizione: Oggi vede suo padre per la prima volta. Sono diciotto anni che aspetta questo momento. Una settimana fa l'ha visto in televisione, l'ha cercato e ora eccola lì, che sposta il peso da un piede all'altro nella portineria di uno studio televisivo. Lui ha qualcosa da finire, le chiede soltanto un attimo; diciotto anni e un attimo. "Hai fatto bene a cercarmi tu, perché io non l'avrei mai fatto" le dice poi. Non ci sono abbracci. Gelido freddo invernale, dentro e fuori di lì. Ha un bel salire e scendere da autobus e tram, Lidia, per andarlo a trovare. Passano i mesi e non c'è disgelo. Ma il destino è disegnato nel cielo, ha un cappello bianco da cowboy, è da anni che la cerca dappertutto e ancora non l'ha trovata. Aspettami, non ti muovere, gli dice Lidia, ti troverò io. Va a cercarlo lontano, su una montagna a duemila metri, dove il lavoro principale è sorridere, e non fermarsi mai. E proprio lì, di colpo, una pioggia di sms cambia tutto. Per tanto tempo la vita non ha fatto che dirle no no no, dopo dopo dopo, e ora finalmente le dice sì sì sì, ora! ora! ora! Suo padre le scrive sono cambiato, prima non ero pronto e adesso sì. Adesso vuole stare con lei. Ha trovato il grande amore ed è pronto a cominciare una nuova fase della vita. Ecco come si stanno mettendo le cose. Davvero molto bene. Talmente bene che Lidia ogni due minuti si chiede: ma sarà vero? Non ci sarà qualcosa che non va? "Il mio regalo sei tu" è la storia di un amore negato: l'avventura di una piccola donna coraggiosa nelle spire di un padre serpente.

Categoria: Narrativa

Editore: Marcos y Marcos

Collana: Gli Alianti

Anno: 2012

ISBN: 9788871686301

Recensito da Alessandra Allegretti

Le Vostre recensioni

Prima di iniziare a leggere siamo avvisati: “Questo romanzo è opera di fantasia. L’autrice ha elaborato, come spesso succede, esperienze personali: pensieri ed emozioni sono autentici, vicende e personaggi immaginari.”

Bene – direbbe il lettore – allora non è vero niente! E invece il poverino sarà contraddetto perché la storia raccontata da Sarah Spinazzola avviene nelle migliori famiglie e sempre più spesso. Non è reale, ma è molto realistica!

Una ragazza vive sola con sua madre e questo è un copione diffuso. Suo padre, un giornalista, le ha abbandonate da sempre. Un bel giorno, a 18 anni, Lidia lo vede in Tv e decide di andarlo a cercare.

Quando lo trova l’uomo sembra pronto a cambiare: ora è innamorato di una donna e vorrebbe aggiustare tutto.

Lidia gli crede, ma non riesce a fidarsi fino in fondo.

Sta cercando gli abbracci che non ha mai avuto, li ottiene ma non sente il calore che si aspettava. Vorrebbe abbandonarsi al suo sogno, alla necessità di colmare il grande vuoto che sente dentro, ma l’istinto l’aiuta a discernere ciò che sarebbe bello da ciò che lo è davvero. Le sue illusioni devono fare i conti con la realtà e ci riescono serenamente.

Il percorso di consapevolezza la porta a capire che la vita è fatta di concretezza e non conta quello che gli altri si aspettano da noi o ciò che pretendiamo da noi stessi. In questa vicenda di sofferenza e di amore desiderato Lidia impara a vivere e riesce a trovare una sua dimensione.

Il romanzo si legge piacevolmente: la storia è un po’ triste ma non manca di poesia e romanticismo, perché è frutto della fresca fantasia di una giovane autrice.

Una nota la merita anche la copertina: il disegno è molto azzeccato e rende l’idea dell’allegra precarietà della ragazza, che fluttua nell’aria ma capisce dove aggrapparsi per non cadere.

«Oggi sono rimasta io ad aspettare con una bambina. Dopo mezz’ora arriva il papà. Non lo vedeva da tutto il giorno, e lei gli corre incontro con un regalino in mano.

“Questo regalo è per te!”

“Grazie!” dice lui “ma il mio regalo sei tu.”»

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Sarah

Spinazzola

Libri dallo stesso autore

Intervista a Spinazzola Sarah

Un inno alla vita, tra fiction e realtà. Il romanzo più disperato e divertito di Franz Krauspenhaar, pericolosamente in bilico tra il coronarico e l’esoterico. Franco Scelsit, cinquantenne, vizioso e appassionato di bolidi anni ’60 – che compra e distrugge in furiose scorribande notturne – è convinto di essere uno scrittore dal talento incompreso. Il riconoscimento economico arriva quando, sotto pseudonimo, crea il personaggio di Stan Dolero e comincia a pubblicare thriller di bassa lega che affollano gli autogrill dell’intera Penisola. Potrebbe finalmente scappare da Milano, da una madre apprensiva e dal fratello saggio e alienato con cui vive, ma un infarto arriva a stravolgere ogni piano. Da un ospedale di periferia, Franco si trova a dover ripensare la propria vita. A fargli da spalla, un agguerrito gruppo di infartuati di diversa età ed estrazione sociale con cui instaura un rapporto di cameratismo ed accettazione della transitorietà umana. “Se la noia di vivere avesse un prezzo sarebbe quello di una mutanda di Bulgari. Bulgari non tratta mutande? Beh, per ora.”

Grandi momenti

Frank Krauspenhaar

Così è se vi pare

In "Roma per sempre" Marco Proietti Mancini riesce a far viaggiare i lettori attraverso tre dimensioni: lo spazio, il tempo e le emozioni. Nelle storie che racconta c'è una descrizione dei luoghi, dei posti e degli spostamenti, c'è il viaggio nel tempo che riporta indietro dai primi ricordi di vita fino ai giorni nostri e ci si immerge pienamente nelle sensazioni. Le emozioni prettamente romane che in quei posti, in quel tempo, i protagonisti delle storie di Marco hanno vissuto. L'autore ci accompagna, ci descrive, ci rivela i particolari, i dettagli, i segreti che Roma ancora nasconde: e noi viaggiamo insieme a lui per le strade e i vicoli di questa metropoli, corridoi di teatro che sfociano nella platea delle piazze, dove la rappresentazione della vita esplode. Ma lo spettacolo vero è dietro le quinte, dove i protagonisti veri sono i popolani, la gente normale che Roma la vive nella quotidianità dei suoi giorni. Un libro che può essere considerato allo stesso tempo un romanzo e una guida emozionale per conoscere ancora meglio la metropoli più bella del mondo.

Roma per sempre

Proietti Mancini Marco

È la fine del 1906 a Versailles quando un ragazzino di diciassette anni, che ne dimostra tredici e si guadagna da vivere come galoppino, si imbatte in Marcel Proust. Lo scrittore non ha nemmeno quarant'anni e nessuno immagina che diventerà il più celebre autore francese del Novecento, per ora è solo uno scrittore che si è rifugiato al Grand Hotel per stare in pace e dedicarsi ai suoi appunti, almeno fino al momento in cui il suo prezioso taccuino non scompare. Di Nöel, il protagonista di questa storia, non c'è traccia da nessuna parte, non viene mai citato e non esistono testimonianze, lettere o biografie che lo ricordino, eppure per molto tempo fu la compagnia prediletta da Monsieur Proust, il compagno di numerose indagini segrete e l'abile risolutore di enigmi complicati. Soprattutto si deve a lui la ricerca e il fortunato ritrovamento di un prezioso taccuino indispensabile per scrivere un certo romanzo… Tra malintesi, ricerche misteriose, pagine perdute e abilmente ritrovate, Pierre-Yves Leprince costruisce un romanzo che è al tempo stesso una detective story intelligente e pronta a spiazzare il lettore in ogni certezza, la storia di amicizia tra un genio del secolo scorso e un ragazzino che ha letto pochi libri ma ha occhio per i dettagli, e soprattutto è un omaggio appassionato e acuto all'autore della Recherche da parte di uno scrittore che conosce ogni piega dell'opera, della lingua e, come il protagonista di queste pagine, sembra capace di ridere e scherzare con un amico d'eccezione.

Il taccuino perduto. Un’inchiesta di Monsieur Proust

Leprince Pierre-Yves