Narrativa

Il regno degli amici

Montanari Raul

Descrizione: È l'estate del 1982. L'Italia ha appena vinto i mondiali di Spagna e Milano è deserta. Demo, Elia e Fabiano trovano una casa abbandonata sul naviglio Martesana e decidono di farne il loro Regno. Un posto segreto dove è possibile fumare, ascoltare i Led Zeppelin, sfogliare i giornaletti porno, scoprire il confine sottile tra complicità e gelosia, tra emulazione e rivalità. Un posto, anche, dove accogliere i nuovi amici, come Ric. Poi incontrano Valli, ed è un'apparizione. Lei è selvatica, ha gli occhi verdi, i capelli lunghi, un corpo esile chiuso in una salopette; vive in un camper con la madre e ogni giorno pesca nel canale. Senza volerlo la ragazza rompe il goffo equilibrio maschile del Regno, insinuando nel gruppo quella tensione erotica che è per tutti la grande scoperta e il grande dolore dell'adolescenza. Ma che qui genera un danno capace, in una sola notte, di cambiare il destino dei protagonisti. Mentre la pioggia si porta via l'ultima estate della loro giovinezza.

Categoria: Narrativa

Editore: Einaudi

Collana: Einaudi. Stile libero big

Anno: 2015

ISBN: 9788806219734

Recensito da Elpis Bruno

Le Vostre recensioni

La notizia della pubblicazione dell’ultimo romanzo di Raul Montanari, “Il regno degli amici”, ha riattivato un meccanismo psicologico che, per struttura e modalità, accompagnava – nel mio passato studentesco – l’uscita di un nuovo disco di Lucio Battisti (soprattutto dopo il divorzio artistico da Mogol), quando si combinavano variamente la curiosità (ci saranno nuove sonorità?), il vago timore di rimaner delusi da un mito, la tattile soddisfazione di stringere tra le mani la materializzazione dell’espressione artistica idolatrata (il vinile era un manufatto unico. Ma anche i meno feticisti troveranno bellissima la cover del  nuovo romanzo di Montanari).

Sospeso tra istinti antitetici (quello di prolungare l’apnea della lettura per dilatarne il piacere, quello di concludere per interiorizzare e valutare il romanzo), ho affrontato “Il regno degli amici” con un duplice riferimento anagrafico-cabalistico.
Per cronologia e per il tema trattato, “Il regno degli amici” è adiacente a “Il tempo dell’innocenza: in quest’ultimo si tratta il difficile passaggio dall’infanzia alla pubertà, nel nuovo romanzo i protagonisti sono completamente immersi nell’adolescenza.
Pensando poi a “La perfezione” (1994), è facile constatare che in un ventennio Raul Montanari ci ha ormai regalato tredici romanzi…

Dunque, l’adolescenza occupa le pagine con le sue dinamiche di gruppo (“Mi stava dimostrando che era pronto a combattere contro un maschio, per me”) e con le individualità che rappresentano un’età nella quale le personalità affiorano, si determinano, interagiscono, soffrono e si divertono con autenticità e vigore vitalistico.
In questo ambito, i personaggi sono caratterizzati con potenza ora ironica, ora realistica: il narratore Demo; il leader del gruppo, quel Fabiano un po’ smargiasso che interpreta il ruolo che anche in natura viene assegnato all’esemplare capobranco sia per le attitudini sia per le doti estetiche (“Fabiano oggi era scintillante”); lo stralunato e ieratico Elia (“Il Profeta non veniva chiamato così solo perché il suo nome era Elia, ma per la capacità di pronunciare enormità sovrumane”); il misurato Ric Velardi (“Sotto molti aspetti era il sedicenne più sorprendente che avessi conosciuto e la sua influenza su di me crebbe di giorno in giorno”). Infine lei, la ninfa pescatrice (“Valli cacciava e pescava per mangiare, non per sport”), la ninfa della Martesana, la quattordicenne Valli, che si candida a sparigliare gli equilibri collettivi (“Accarezzò la gallinella con le sue mani da assassina e ci sfidò con lo sguardo”).

L’adolescenza viene poi rappresentata in tappe, processi e riti: il dissidio con il padre e la confidenza con un parente collaterale (lo zio Rainer, professione dimafonista); la scelta della scuola superiore; l’intimismo affidato a un diario (“La lingua di Omero, l’avevo usata per crittografare il diario”); il senso di libertà per una vacanza trascorsa senza i genitori; la ricerca del covo (“La fucina di Vulcano… La stanza sembrava una caldaia”); lo scontro tra branchi rivali; il disordine alimentare e i deliri assicurati da alcolici e cannabis (“Tutto era immerso in un brodo alcolico primordiale e il fumo ristagnava nel tinello, intossicandoci”); l’onanismo declinato al plurale (“Non avevo voglia… di complicarmi la vita con femmine vere, quando c’erano quelle di sogno ad aspettarmi fra le pagine patinate”) che ricorda quello solitario dell’Arturo Bandini de “La strada per Los Angeles” (“Il giorno dopo aver distrutto le mie donne mi pentii di averle distrutte”, John Fante); il gergo che crea un senso di appartenenza attraverso sigle e acronimi (ove CC-1 sta per cena cinese; N-1 narghilé; SS-1 seduta spiritica…); le esperienze di trasgressione in piccoli furti (al supermercato, in chiesa), in sedute spiritiche (“Proprio perché tutti spingono… il piattino… alla fine nella stanza è davvero presente un’altra persona… che è venuta fuori dall’insieme di tutti”), e altro ancora.

In mezzo a tanta ricchezza, è bello poi tentare di rintracciare il Montanari-pensiero (“Per ottenere non devi desiderare… La vita è generosissima nelle cose di cui t’importa poco e terribilmente avara in quelle che agogni con tutto te stesso”) in considerazioni sulla religione (“Per cominciare, una religione è una storia; anzi, tante storie insieme, spesso molto belle, che sopravvivono anche alla perdita della fede. Da quanti secoli nessuno crede più a Zeus e Apollo? Eppure questi dèi e i loro miti vivono ancora fra noi…”), sulla morte (“A quell’età la contempli con una purezza che non avrai mai più, senza sporcarla con miserie accessorie – vecchiaia, malattia, come starò, chi ci sarà al mio capezzale”), sul tempo (“Poi, quando il futuro è arrivato, ho scoperto che la felicità vera era quella che avevo vissuto allora. Avevo scambiato l’esecuzione per i preparativi: quella a cui avevo assistito a quindici anni non era la prova d’orchestra. Era già il concerto”). Per concludere, senza per questo cedere alla superstizione, che Raul Montanari ha brillantemente superato anche la scaramanzia della triscaidecafobia.

Bruno Elpis

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( 2 commenti )

Gli anni Ottanta e “Il regno degli amici” di Raul Montanari - New i-LIBRI

[…] 1982 (“Nell’82 ristoranti e rosticcerie cinesi non avevano ancora colonizzato Milano”), che oggi commentiamo nella home page della nostra […]

Nobel assegnati, Nobel negati – i-LIBRI

[…] ma al tempo stesso illuministico e illuminante il no ammirato di uno scrittore del calibro di Raul Montanari, che dalla sua pagina Facebook indirettamente celebra il cantautore americano mietendo like (e […]

Premio Scerbanenco 2015 – i-LIBRI

[…] perfetta, Einaudi Raul Montanari, Il regno degli amici, Einaudi (qui trovate il nostro commento: http://www.i-libri.com/libri/il-regno-degli-amici) Giampaolo Simi, Cosa resta di noi, Sellerio (http://www.i-libri.com/libri/cosa-resta-di-noi) […]

Gli anni Ottanta e “Il regno degli amici” di Raul Montanari – i-LIBRI

[…] del 1982 (“Nell’82 ristoranti e rosticcerie cinesi non avevano ancora colonizzato Milano”), che oggi commentiamo nella home page della nostra […]

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Raul

Montanari

Libri dallo stesso autore

Intervista a Montanari Raul

I morti tentano di consolarci/ ma il loro tentativo è incomprensibile;/ sono i lapsus, gli inciampi, l’indicibile/ della conversazione. Sanno amarci/ con una mano – e l’altra all’Invisibile.

In che luce cadranno

Galloni Gabriele

Il romanzo estremo dello sradicamento sotto le luci iperboliche e miserabili della mecca del cinema.

Sogni di Bunker Hill

Fante John

Venezia, 1981. Una giovane coppia, appartata su una panchina dei giardini della Biennale, a Sant'Elena, viene aggredita. Il ragazzo resta ucciso, la ragazza precipita in un silenzio al limite della follia, che rende impossibile risalire al colpevole. Alla Polizia non rimane che archiviare il caso. Venezia, oggi. Dalle acque della laguna affiora un cadavere. Si tratta di Mirco Albrizzi, immobiliarista molto conosciuto e vittima troppo illustre per passare inosservata. Se le autorità vorrebbero archiviare la faccenda come suicidio, il commissario Nicola Aldani, incaricato delle indagini, riconosce inequivocabili i segni dell'omicidio. È un caso scomodo, e a complicarlo ci si mette anche quel commissario Zennari, da tempo in pensione, che pretende aiuto per chiudere una storia ormai dimenticata, risalente a molti anni prima, l'aggressione ai giardini della Biennale... Ma nulla avviene per caso, e ben presto le due piste si confondono, le acque si intorbidano, gli indizi si inquinano... Sullo sfondo della vicenda, vivida e inconfondibile, Venezia: l'altana sul tetto, dove Aldani ama rifugiarsi; la laguna davanti alle fondamente Nove, dove il pilota del commissario fa sfrecciare il vecchio Toni, la lancia in dotazione alla Polizia; il dialetto, che risuona nelle calli e lungo i rii; le acque e le foschie, complici di misteri e custodi di verità.

Acqua morta

Catozzi Michele

Pineta, estate; sulla spiaggia viene ritrovato il cadavere di una ragazza. Il corpo è stato alcuni giorni in mare e viene riconosciuto da un piccolo malavitoso locale di nome Marino come Olga, la badante ucraina della propria madre. Al BarLume fervono dei lavori di rifacimento e i vecchietti sono stati costretti a spostarsi nel parco pubblico. Qui si annoiano perché ci sono solo anziani e bambini, ma si consolano guardando e ascoltando il nutrito gruppo di ragazze dell’Est Europa che tutte le sere si ritrovano a chiacchierare dopo il lavoro. Iniziano a interessarsi ai loro discorsi, attaccano bottone con alcune di loro e capiscono da chi sono a servizio. Soprattutto si accorgono che entrano in agitazione quando viene ritrovato il cadavere sulla spiaggia. Captano poi strani discorsi e decidono di avvertire la commissaria. Ognuno indaga a modo suo: Alice in solitaria e con discrezione, i vecchietti facendo domande in giro… È estate e le trasmissioni TV del pomeriggio non sanno di cosa parlare, si avventano sui casi di cronaca nera in cui le vittime sono donne. Oltre a quello di Olga spicca la vicenda di una studentessa australiana venuta a Milano e scomparsa ormai da quasi un mese. Intanto qualcuno svaligia le ville di un complesso sul promontorio vicino a Pineta, una serie di abitazioni ricavate da un convento del 1200, noto come «i pini di San Giuda».

La battaglia navale

Malvaldi Marco