Classici

Il rosso e il nero

Stendhal

Descrizione: La bruciante e tragica ascesa di Julien Sorel, giovane avventuroso, romantico e calcolatore, nella Francia della Restaurazione. Il protagonista del piú celebre romanzo dello scrittore francese sfida se stesso e la società che vorrebbe conquistare: i suoi amori travolgenti e la sua arida sete di dominio, che di volta in volta gli consentono di affermarsi e lo portano alla distruzione, sono i segni distintivi di una letteratura che è riuscita a misurarsi con le piú profonde e misteriose contraddizioni del cuore umano. Il fascino estremo di un personaggio ambizioso e inquietante nel più celebre romanzo di Stendhal. Con uno scritto di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e una nota bibliografica.

Categoria: Classici

Editore: Mondadori

Collana: Oscar grandi classici

Anno: 2003

ISBN: 9788804516637

Recensito da Sandro Salerno

Le Vostre recensioni

Ci fu un tempo in cui alla televisione davano degli sceneggiati in bianco e nero che lasciavano senza respiro per la loro bellezza. Non c’era ancora Brooke in Beautiful che andava a letto pure con il cognato e il suocero, lanciando delle mode per cui adesso se la suocera si china un secondo il genero le sbircia le cosce.

Erano dei rifacimenti in celluloide di grandi romanzi del passato, fatti con attori del calibro di Alberto Lupo, quello che a Mina cantava: “se tu non ci fossi bisognerebbe inventarti” e lei gli rispondeva: “parole, parole, parole…”.

Uno di questi fu Il Rosso e il Nero, liberamente tratto, come usa, dall’omonimo libro di Stendhal.

Un libro poderoso, da reggere a due mani o preferibilmente da appoggiare sul tavolino, con le sue oltre cinquecento pagine. Lo si iniziava con una certa riluttanza, facendo fatica ad addentrarsi nel periodo storico successivo all’epopea napoleonica: un ambiente bigotto, chiuso, provinciale, con strane usanze e formalismi a gogò. Ma si restava avviluppati in una storia meravigliosa che non avrebbe mai dovuto aver termine.

C’era una volta un giovane di belle speranze, di umili origini, chiamato in casa di un signor Sindaco per fare da istitutore privato ai suoi figli. Istitutore è quel termine che si ritrova sempre nei cruciverba: parolina di tre lettere che inizia per a e finisce per o. Aio.
Ferrato in latino e nelle lettere, dava lezioni private ai suoi figli, vivendo insieme a loro.

Il signor Sindaco era sposato con una giovane donna, Madame de Renal, “ricca ereditiera di una zia bigotta, sposata a sedici anni con un bravo gentiluomo, in tutta la sua vita non aveva mai provato né visto nulla che assomigliasse all’amore. Ne aveva sentito parlare“.

Un così bel ragazzo, algido e colto, non poteva non creare scompiglio nella quiete della nuova casa.

Prima la corte di una cameriera, rifiutata per il suo stato sociale. Quindi il cuore ballerino della signora Renal, innamorata come una ragazzina e gelosa di tutto ciò che riguardasse Julien. “Cambia vestito due o tre volte al giorno“, “Non siete mai stata così giovane“, questo si diceva di Madame.

Gesticolando toccò la mano della signora Renal… La mano si ritirò rapidamente: ma Julien pensò che era suo dovere far sì che quella mano non si ritraesse quando egli la toccava“.

Abbiamo tutti spasimato per la riuscita della sua conquista. Scorrevamo le righe per carpire un termine che ci facesse intuire quel che c’era stato tra i due. Carezze, baci, abbracci. Il sesso, lasciato intendere. Altro che Brooke…

La liason però veniva scoperta, con lettera anonima da parte di? Ma della cameriera, parbleu!

Il nostro precettore quindi doveva volatilizzarsi da casa del signor Sindaco (altrimenti non avrebbe potuto poggiare le terga su una sedia per il resto dei suoi giorni).

Dapprima il periodo di permanenza in seminario per tentare la carriera ecclesiastica. Quindi una nuova abitazione con ulteriore conquista della marchesina Mathilde, resa gravida e in procinto di sposarla per riparare e suggellare la sua scalata sociale. In un feuilleton che si rispetti i rapporti amorosi iniziano con le scale sui balconi delle giovincelle da concupire. E anche questo è narrato.

Ma la signora de Renal si rifaceva viva, dopo aver patito per il dolore della fine del rapporto adultero, mettendolo in cattiva luce con la nuova famiglia. Figurarsi Julien, quasi al traguardo della sua rincorsa nel mondo dei migliori.
Tentava di ammazzare la sua antica innamorata con un colpo di pistola, ferendola soltanto. E venendo condannato a morte, nonostante madame cercasse di risparmiargli la vita intercedendo presso chi di dovere.

Ma erano tempi di ghigliottina.

Il rosso del sangue, dell’adulterio, del furore politico, contro il nero dell’abito talare, della morte, dei sentimenti ostili e invidiosi. Tutto è presente in un libro da rileggere a distanza di anni, trattenendo la commozione per la psicologia descritta minuziosamente nei personaggi.

Nulla è tralasciato. C’è l’amore, la gelosia, la ripicca di Madame de Renal, con il coraggio di sputtanarsi agli occhi di tutti quando ormai non converrebbe più. Il furore giovanile, la rottura delle barriere sociali e la devozione della signorina Mathilde. La brama di conquista, l’innamoramento, la strafottenza, il senso eroico della vita di Julien Sorel.

Stendhal ha operato un quadro psicologico nei suoi personaggi mostrandoli nella loro umanità o debolezza, così come nella loro grandezza.

Si fa fatica a non parteggiare per la signora Renal, colpita dal destino tragico del suo giovane amante. O a non parteggiare per la marchesina Mathilde, innamorata e devota alla testa del suo bel Julien. O a non provare ammirazione per il carattere e la dignità dell’antico precettore conquistatore di cuori femminili.

Quelle oltre cinquecento pagine scivolano via meglio delle noccioline che vengono servite col Campari, una via l’altra.

Stendhal ha scritto davvero un romanzone coi fiocchi.

Chapeau!

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Stendhal

Libri dallo stesso autore

Intervista a Stendhal

Sahra si muove nel mondo con eleganza e fierezza ed è accesa, sotto il velo, da un sorriso enigmatico, luminoso. È una giovane somala che vive con la cognata Faaduma e la nipotina Maryan nel centro di seconda accoglienza di un paese in Calabria. Finché un giorno sparisce, lasciando tutti sgomenti e increduli. A mettersi sulle sue tracce, "come un investigatore innamorato", è il suo insegnante di italiano, Antonio Cerasa, che mentre la cerca ne ricostruisce la storia segreta e avvincente, drammatica e attualissima: da un villaggio di orfani alla violenza di Mogadiscio, dall'inferno del deserto e delle carceri libiche fino all'accoglienza in Calabria. Anche quando tutti, amici compresi, sembrano voltargli le spalle, Antonio continua con una determinazione incrollabile la sua ricerca di Sahra e di Hassan, il fratello di lei, geologo misteriosamente scomparso.

Le rughe del sorriso

Abate Carmine

Tanti anni prima Lorenza era una ragazza bella e insopportabile, dal fascino abbagliante. La donna che un pomeriggio di fine inverno Guido Guerrieri si trova di fronte nello studio non le assomiglia. Non ha nulla della lucentezza di allora, è diventata una donna opaca. Gli anni hanno infierito su di lei e, come se non bastasse, il figlio Iacopo è in carcere per omicidio volontario. Guido è tutt'altro che convinto, ma accetta lo stesso il caso; forse anche per rendere un malinconico omaggio ai fantasmi, ai privilegi perduti della giovinezza. Comincia così, quasi controvoglia, una sfida processuale ricca di colpi di scena, un appassionante viaggio nei meandri della giustizia, insidiosi e a volte letali. Una scrittura inesorabile e piena di compassione, in equilibrio fra il racconto giudiziario - distillato purissimo della vicenda umana - e le note dolenti del tempo che trascorre e si consuma.

La misura del tempo

Gianrico Carofiglio

«Nell’anno 2000. Un giorno di aprile». Siamo sull’East River. Il giovane miliardario Eric Packer sale sulla limousine per andare a tagliarsi i capelli a Hell’s Kitchen, il quartiere dove è nato e cresciuto. È l’inizio di un viaggio che lo porterà ad attraversare Manhattan per andare incontro al proprio destino. Eric Packer non pare intenzionato a uscire dal proprio mondo e, blindato nella limousine su cui viaggia, controlla i mercati finanziari globali da cui è ossessionato, racchiuso nella sua bolla di lusso. Ma il mondo esterno è più forte di ogni suo tentativo di starne alla larga. In un solo giorno, perciò, incontrerà gli uomini e le donne della sua vita, si troverà a partecipare al funerale di un famoso rapper, a un rave party all’interno di un teatro abbandonato, a una protesta no-global repressa con violenza dalla polizia, in una spirale di autodistruzione che sembra non giungere mai alla fine. A nove anni dall’uscita del libro, David Cronenberg porta in concorso a Cannes 2012 Cosmopolis con Robert Pattinson che interpreta il giovane miliardario Eric Packer.

Cosmopolis

DeLillo Don

E’ stato dimostrato da ricerche approfondite condotte sul campo che ogni marito fedifrago, quando si rivolge alla propria amante, attinge, più o meno inconsapevolmente, a un repertorio consolidato, una sorta di serbatoio dell’inconscio collettivo adulterino. E’ come se i traditori avessero accesso a un manuale segreto in cui sono racchiuse le frasi utili a innamorare, rabbonire, turlupinare le malcapitate, nel tentativo di perpetrare all’infinito la bigamia. Le amanti, nei primi tempi della relazione (e talvolta per un periodo molto lungo prima di insospettirsi), ascoltano con orecchie vergini le asserzioni del fedifrago, credendo nell’esclusività di quelle parole e ignorando che si tratta invece di formule condivise da tutta la categoria dei traditori. Tali formule corrispondono a enunciati standard – con variazioni idiosincratiche minime – che accompagnano ogni fase della relazione: dalle sperticate dichiarazioni d’amore alle promesse di un futuro diverso, passando attraverso i ripensamenti (guarda caso, sempre post-coitali) nonché i moniti, le precisazioni, le preoccupazioni, le giustificazioni, le gelosie, le autocommiserazioni, le fantasie poligame, le pietose o impietose descrizioni opportunistiche della legittima consorte e delle copule coniugali, le esaltazioni appassionate del polimorfo sesso extraconiugale, e infine, i finti abbandoni e le nuove epifanie. Qualunque sia la verità scientifica in proposito, a partire da oggi ogni donna possiede uno strumento indispensabile di difesa personale, perché il manuale del fedifrago non è più segreto: è qui, tra le vostre mani, sotto i vostri occhi, affinché vi possa essere di aiuto e conforto. Le mogli sapranno finalmente cosa raccontano i mariti alle amanti. Le amanti si accorgeranno di non essere sole, ma di subire insieme a migliaia di altre tapine un’ineluttabile logosfera comune. E infine, i fedifraghi dotati di intelligenza e umorismo potranno ridere di sé, ma forse chissà, talvolta anche riflettere.

Non avremmo mai dovuto

Bonafini Francesca, Falconi Caterina