
UNA CATENA DI ROSE
Moore Jeffrey
Categoria: Classici
Editore:
Collana: Letture Einaudi
Anno: 2012
ISBN: 9788806210953
Buffo, vitale, appassionato. Superstizioso, paziente ascoltatore, imbranato. È Jeremy Davenant, l'ultimo dei cavalieri di ventura. La sua forza? La sua normalità. La capacità di convivere con le proprie debolezze, di accogliere quelle altrui. Il fatto è che Jeremy è completamente andato, partito, per quella che ritiene la donna del destino, e sembra invece l'incarnazione della donna di picche: Milena. Metà indiana, metà zingara, intelligente e sovversiva, Milena appare selvatica e irraggiungibile. Irraggiungibile? Jeremy è convinto che la loro unione sia predestinata, profondamente voluta dal fato. Lo dice anche la Pagina magica! Un foglio strappato da un'enciclopedia, ragalatogli molti anni prima da zio Gerard durante un gioco a mosca cieca.
UNA CATENA DI ROSE
Moore Jeffrey
Avremo mai il coraggio di essere noi stessi? Si chiedono i protagonisti di questo romanzo. Due ragazzi, due uomini, due incredibili destini. Uno eclettico e inquieto, l’altro sofferto e carnale. Un legame assoluto che s’impone, violento e creativo, insieme al sollevarsi della propria natura. I due protagonisti si allontanano, crescono geograficamente distanti, stabiliscono nuovi legami, ma il bisogno dell’altro resiste in quel primitivo abbandono che li riporta a se stessi. Nel luogo dove hanno imparato l’amore. Un luogo fragile e virile, tragico come il rifiuto, ambizioso come il desiderio. L’iniziazione sentimentale di Guido e Costantino attraversa le stagioni della vita, l’infanzia, l’adolescenza, il ratto dell’età adulta. Mettono a repentaglio tutto, ogni altro affetto, ogni sicurezza conquistata, la stessa incolumità personale. E ogni fase della vita rende più struggente la nostalgia per quell’età dello splendore che i due protagonisti, guerrieri con la lancia spezzata, attraversano insieme. La voce narrante del protagonista ha la limpidezza poetica, l’ingenua epicità dei grandi inetti della letteratura, s’impenna funambolica, s’immerge tragica e gioiosa nelle mille insenature di questo romanzo che è insieme classico e sperimentale. Un romanzo che non somiglia a nessun romanzo, perché una storia d’amore non somiglia a nessun’altra storia d’amore. Margaret Mazzantini ci affida un romanzo ipnotico, dotato di una luce che ti fucila alle spalle, che avanza con l’urgenza folle e anticonformista di un narratore che rivendica il diritto di trasformare la vergogna in bellezza. Il diritto della letteratura, quello di risvegliarci lasciandoci nello stupore di un fragoroso sogno. Perché il vero scandalo sarebbe non aver cercato se stessi. E alla fine sappiamo che ognuno di noi può essere soltanto quello che è. E che il vero splendore è la nostra singola, sofferta, diversità.
Splendore
Mazzantini Margaret
Il protagonista del nuovo romanzo di Cassani è un uomo solo che non ha saputo fare i conti con il passato. E quando nella sua vita compare la giovane Iaia, che lo corteggia smaccatamente, tutti i pezzi di una quotidianità incoerente vanno a comporsi attorno a lui come in una morsa. Si può provare a nascondere il passato, ma non è il tipo di tentativo che possa andare a buon fine.
UN PO’ PIU’ LONTANO
Cassani Massimo
"Mi chiamo D'Arco e sono uno sbirro morto." Comincia così questo romanzo, metafisico e d'azione. Il protagonista è un uomo pieno di dolore, delicatezza e furore, chiamato a compiere una missione impossibile. La città dei vivi e quella dei morti sono vicine, comunicanti, e si assomigliano molto. La polizia dei vivi e la polizia dei morti sono in contatto e collaborano, quando devono risolvere i casi più difficili. Dispongono di cellulari tarati per la comunicazione tra vivi e morti, e di e-mail criptate. Ma c'è un'altra cosa, che però nessuno sa dire: quale dei due mondi venga prima. Ora D'Arco deve tornare nel mondo dei vivi, nel quale fu ucciso, per fermare un massacro di vittime innocenti. Ma, se la morte venisse davvero prima della vita e il male prima del bene, come si potrà invertire la spirale? D'Arco ci proverà perché è uno che non si arrende, perché ha una formidabile guida e un alleato: un bambino dal cranio rasato, gli occhi spalancati e i denti serrati, una creatura senza più voce e con il collo percorso da una cicatrice prodotta da una collana di filo spinato, ma con la volontà attraversata dalla stessa indomabile sete di giustizia. Una coppia di eroi fragili e indistruttibili, individui solitari e disillusi ma disposti a mettere in gioco tutto per difendere chi sia stato umiliato e offeso: un uomo che si è gettato alle spalle le speranze e un bambino muto ma capace di guardare.
L’addio
Moresco Antonio
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