
Scusate il disordine
Ligabue, Luciano
Descrizione: "Io vi maledico" c'è scritto sulla lapide di marmo che un operaio dell'Ilva di Taranto ha voluto mettere per strada, sotto casa sua. "Io vi maledico", dice la figlia dell'imprenditore che si è ucciso strozzato dall'usura bancaria, la studentessa venuta dalla Puglia e mantenuta da genitori operai che trova chiuse le stanze dei baroni romani, il minatore del Sulcis che voleva fare politica per la sua gente ma non ha trovato posto, la sindaca della Locride minacciata di morte, che vede andare milioni di euro in fumo. Sale dalle manifestazioni di piazza, dall'indifferenza offesa degli italiani assenti, una rabbia che è insieme fragilità, impotenza. La rabbia giusta dei giovani indignati che contagia le città di tutto il mondo e quella cieca di chi lancia sassi.
Categoria: Narrativa
Editore: Einaudi
Collana: Stile libero Big
Anno: 2013
ISBN: 9788806215491
Tasso è un uomo con un piolo conficcato in testa, un po' lento (direbbe sua madre), ma molto sensibile alle attenzioni della signora Pilar. Anchise è disposto a pagare di tasca propria per poter continuare a suonare ogni sabato con la sua band, e scambiare quello sguardo di profondissima intesa con Diana, la bassista, prima che lei torni dal marito. E poi c'è una Polaroid che a un certo punto comincia a catturare non solo le immagini ma anche i pensieri, e una sala d'attesa in cui perdere la cognizione del tempo mentre aspetti invano che l'Assegnatore chiami il tuo numero. Insomma, questi racconti - cosi diversi fra loro e cosi inseparabili, quasi una classe scolastica eterogenea ma affiatata - sono un tripudio di fantasia e vividezza. E soprattutto irrompono sulla scena due elementi nuovissimi nella scrittura di Ligabue: la cornice surreale e la musica. La musica in tutte le sue declinazioni. La musica che, come il sesso e l'amore, sfugge fortunatamente a ogni tentativo di imbrigliarla. Perché solo nell'abbandono, nell'accettazione del mistero, nello stupore che ci afferra ogni volta come fosse la prima, possiamo sperimentare la loro - e la nostra - quotidiana spettacolare magia.
Scusate il disordine
Ligabue, Luciano
Esiste il delitto perfetto? Gastmann, “demonio in forma umana”, ne è convinto, e per dimostrarlo al commissario Barlach – e vincere la scommessa fatta in una bettola sul Bosforo – getta un uomo dal ponte di Galata. Per oltre quarant’anni il commissario seguirà le orme di quella belva feroce, finché un giorno, nella tetra quiete del lago di Biel, in Svizzera, l’assassinio dell’ispettore Schmied lo metterà nuovamente di fronte all’inquietante spettro del suo nemico e degli audaci, efferati delitti da lui commessi. A Barlach non resta molto da vivere: giusto il tempo di regolare i conti.
Il giudice e il suo boia
Durrenmatt Friedrich
Ci sono due tipi di passione. Una non mi piace, l'altra non m'interessa. Cosa hanno in comune la vita di Elsina Marone, miliardaria, impareggiabile ancheggiatrice e una breve esperienza da pilota di Formula 1, e quella di Salvatore Varriale detto (dai nemici) 'a Libellula, boss della camorra nascosto (dagli amici) in uno scantinato del casertano? E quelle di Peppino Valletta, romantico cantante di piano-bar, che vive per il figlio disabile, e di Linda Giugiù, imbattibile, o quasi, al tavolo da poker? O ancora quelle di Aristide Perrella, inesorabile e mostruosa forza della natura, di Donna Emma, perfida viceportiera in un signorile stabile sulla panoramica di Napoli, di Girolamo Santagata, "avvocato romano e misantropo internazionale", di Enza Condé, scienziata di fama planetaria, di Marco Valle, bolognese e taciturno, e di Settimio Valori, "infaticabile patrocinatore di se stesso e uomo di sconcertante banalità"? Hanno in comune che sono, appunto, vite. E come ogni vita sono composte di tutte le cose che ci sembrano decisive e non lo sono, di sparuti momenti di felicità e abissi di dolore, di una apparente monotonia rotta da squarci di luce e grazia, da illuminazioni improvvise, da migliaia di aspetti forse irrilevanti ma non per questo secondari. Partendo dai ritratti del fotografo Jacopo Benassi, Paolo Sorrentino immagina l'esistenza delle persone immortalate, senza conoscere i loro nomi, le loro generalità, che cosa facciano o abbiano fatto.
Gli aspetti irrilevanti
Sorrentino Paolo
Montag fa il pompiere in un mondo dove gli incendi, anziché essere spenti, vengono appiccati. Armati di lunghi lanciafiamme, i militi irrompono nelle case dei sovversivi che conservano libri o altra carta stampata e li bruciano: così vuole la legge. Ma Montag non è felice della sua esistenza alienata, fra giganteschi schermi televisivi e slogan, con una moglie indifferente e passiva e un lavoro che svolge per pura e semplice routine. Finché un giorno, dall'incontro con una donna sconosciuta, nasce un sentimento impensabile, e per Montag il pompiere inizia la scoperta di un mondo diverso da quello in cui è sempre vissuto, un universo di luce non ancora offuscato dalle tenebre della società tecnologica imperante. Scritto nel lontano 1953, Fahrenheit 451, romanzo prediletto di artisti del calibro di Aldous Huxley e Francois Truffaut, attesta ancora oggi Bradbury tra i massimi scrittori di fantascienza di tutti i tempi.
FAHRENHEIT 451
Bradbury Ray
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