Narrativa

La carne

Chiapparino Cristò

Descrizione: "Nel mondo come era quando avevo otto anni tutti morivano, chi prima e chi dopo. Adesso nessuno è sicuro neanche di questo". Un medico si confronta con strani fenomeni mentre sua moglie sogna una voce. Un uomo anziano racconta il mondo com'era, ma soprattutto come è diventato: la stasi, l'immobilità, un evento che ha bloccato e sospeso ogni cosa, anche la separazione tra vita e morte. Per strada si aggirano persone in cerca di carne. Non sono aggressivi, pericolosi, vanno avanti per inerzia e si mettono in fila per il cibo. Ognuno ha un parente passato dall'altra parte. Nessuno sa se sono contagiosi. Nel dubbio, bisogna evitare di toccarli. E mentre i sani si organizzano, l'uomo ricorda, la storia si ripiega su se stessa, alla ricerca dell'inizio o verso nuove direzioni da seguire. Un romanzo narrativamente perfetto, enigmatico, affascinante. «"La carne" ha emozionato, commosso e meravigliato, con la sua enorme bellezza, un essere umano; e questo è, in fondo, tutto quello che voglio dire» (Paolo Zardi)

Categoria: Narrativa

Editore: Neo Edizioni

Collana: Iena

Anno: 2020

ISBN: 9788896176788

Recensito da Tommaso De Beni

Le Vostre recensioni

La carne di Cristò Chiapparino è un romanzo uscito nel 2015 per Intermezzi e ripubblicato da NEO nel 2020.

L’autore è un libraio e critico letterario, una persona di cultura, intellettuale, e questo determina l’approccio a quello che è un genere ormai classico, in epoca contemporanea-postmoderna: l’horror apocalittico. La classica invasione zombie con la fine del mondo come lo abbiamo sempre conosciuto, un mondo che è andato avanti, come scrive Stephen King nella sua serie fanta-horror La torre nera, viene rappresentata in maniera intellettuale, filosofica (uno dei personaggi chiave è Averroé, il più influente filosofo musulmano del Medioevo assieme ad Avicenna, traduttore di Aristotele) esistenzialista (chiunque decida di condurre la propria vita inseguendo ossessivamente una sola cosa, denaro, donne, fama, potere, è in un certo senso uno zombie), con un finale enigmatico e shockante come ne L’esercito delle 12 scimmie. E questo è sicuramente un fattore che rende innovativo, e quindi molto interessante, questo romanzo. Parafrasando il poeta Thomas Eliot, “così il mondo finisce / Non con uno schianto ma con un lamento”. L’apocalisse non è violenta, non ci sono esplosioni, la fine del mondo è caratterizzata dall’apatia. Nel capolavoro di D.F.W. Infinite Jest l’arma terroristica più potente era l’intrattenimento, che portava le persone a non aver più voglia di nulla se non di guardare all’infinito la stessa videocassetta. Qui la sospensione del mondo è causata dalla fame, dall’aver voglia solo di mangiare di carne, senza violenza e anche oltre il confine tra vita e morte. Amici e parenti che si ammalano conservano l’aspetto di prima, non sono pericolosi, ma la loro apatia è insopportabile. Eppure, l’annullamento dell’individualità a scapito di un’unica coscienza collettiva, un’unica mente per tante teste, è l’evoluzione inesorabile della società rappresentata da Cristò. Una metafora, se vogliamo dirla volgarmente, del rincoglionimento collettivo della società, della democristianamente non violenta repressione di ciò che è diverso, originale, strano, dell’appiattimento delle nuove generazioni di fronte alla pubblicità, alle mode, agli influencer. Ma questa è solo una delle possibili chiavi di lettura di un romanzo che in realtà non dà nessun appiglio al lettore, e che, come dovrebbe fare la vera letteratura, invece di consolare e assecondare, prende a schiaffi chi si approcci alla lettura.

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