Giallo - thriller - noir

LA CITTA’ DELLE OSSA

Connelly Michael

Descrizione: Per il detesctive Harry Bosch della polizia di Los Angeles un caso irrisolto è una ferita aperta. Per questo, quando sulle colline intorno a Hollywood raffiorono le ossa di un bambino, ucciso brutalmente venti anni prima, Bosch sente di dover scoprire l'assassino a ogni costo. Con un'indagine difficile, che porta alla luce storie sepolte da tempo, Bosch riesce a scoprire l'identità del bambino e a ricostruire la vita spezzata. Sfidando l'indifferenza della polizia, già pronta ad archiviare il caso e lottando contro i fantasmi che quella vicenda suscita in lui, Bosch annaspa tra indizi contraddittori, finché, in un crescendo di colpi di scena, la verità viene a galla. In tutto il suo inimmaginabile orrore.

Categoria: Giallo - thriller - noir

Editore: Piemme

Collana: Maestri del thriller

Anno: 2006

ISBN: 9788838485824

Recensito da vanloon12

Le Vostre recensioni

Partiamo da un presupposto: Hieronymous “Harry” Bosch è uno dei più bei protagonisti di polizieschi della storia della letteratura. Introverso e malinconico quanto basta, maledetto quanto basta, buono quanto basta, cattivo quanto basta, complesso quanto basta. Quanto basta sembra la sua parola d’ordine. Tanto che l’ex cronista di nera del L.A Times, Michael Connelly, lo ha reso protagonista di una quindicina di romanzi di successo, dalla Memoria del Topo del 1992.

La grandezza letteraria di Bosh è direttamente proporzionale alla sua umanità, data soprattutto dalle debolezze e dallo straordinario legame che stabilisce con le vittime degli omicidi su cui indaga. Ne “La città delle ossa”, la debolezza del non più giovanissimo Bosch si chiama Julia Brasher, 35 enne dalla vita turbolenta che ha subito una tardiva vocazione alla polizia, con cui intesse una relazione pericolosa sotto molti punti di vista. Connelly si diverte, come sempre, a disseminare il romanzo di indicazioni topografiche precisissime, tanto che viene voglia di visitare la “sua” L.A. romanzi alla mano (come si può fare, ad esempio, coi “Luoghi Oscuri” di Ellroy). A iniziare dall’impervia collina di Hollywood, dove un cane trova un piccolo osso semisepolto il giorno di Capodanno. Bosch, detective della divisione Hollywood, sembra l’unico a voler insistere nel dare un’identità a quelle poche ossa, brunite dagli oltre vent’anni di sepoltura. Hollywood diventa così la città delle ossa. A causa del ritrovamento, certo, ma anche per i tanti che si sono immolati, veramente o idealmente, sull’altare del successo.

Un caso vecchio. Un caso che il dipartimento vorrebbe dimenticare. Un caso che Bosch non vuole abbandonare, soprattutto dopo aver scoperto che le ossa appartengono al dodicenne Arthur Delacroix, vittima di abusi quando ancora era in vita. Come sempre, la battaglia di Bosch è una sfida “uno contro tutti”. Contro i superiori, ansiosi di ri-chiudere il caso, contro la stessa Brasher. Contro, addirittura, la vocazione stessa a essere poliziotto. Per i fanatici di Bosch, infatti, con la soluzione del caso, come sempre perfettamente orchestrata da Connelly, arriva anche una brutta sorpresa. Il detective, insospettito da una tipica azione di “promoveatur ut amoveaur” capisce che è il tempo di appendere il distintivo al chiodo. Ma se Conan Doyle fu costretto a resuscitare Sherlock Holmes sulla spinta dell’emotività popolare, c’è da giurare che Connelly non oserà privare i tanti innamorati di Bosch delle indagini del loro eroe.

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