
Io, Pablo e le cacciatrici di eredità
Banda Alessandro
Descrizione: È un Pasolini che si abbandona a momenti di vera e propria gioia quello che tra il giugno e l’agosto del 1959, al volante di una Fiat 1100, percorre la «lunga strada di sabbia», da Ventimiglia a Palmi e poi, spinto da una specie di «ossessione deliziosa», fino al comune siciliano più meridionale, per risalire infine la costa orientale e arrivare a Trieste. A La Spezia, da dove parte per San Terenzo e Lerici, sente che sta per avere inizio una fra le domeniche più belle della sua vita; a Livorno, non lascerebbe mai «l’enorme lungomare, pieno di ragazzi e marinai, liberi e felici»; e, finalmente, al Circeo: «Il cuore mi batte di gioia, di impazienza, di orgasmo. Solo, con la mia millecento e tutto il Sud davanti a me. L’avventura comincia». A commissionargli il viaggio è stata la rivista «Successo», che pubblicherà il reportage in tre puntate fra luglio e settembre, e Pasolini, spiaggia dopo spiaggia, incontra amici intellettuali e personaggi noti, si lascia incantare dalla gente semplice dei paeselli più remoti (a Portopalo «la gente è tutta fuori, ed è la più bella gente d’Italia, razza purissima, elegante, forte e dolce») e, portandosi in giro il suo entusiasmo per la scoperta, il suo sguardo emozionato e insieme acuto di futuro regista, annota scorci e impressioni tanto potenti da restituirci un quadro dell’Italia di allora: un’Italia in cui il boom economico, solo presagito, non riesce ancora ad avere la meglio sulla felicità del sogno pasoliniano d’innocenza.
Categoria: Saggi
Editore: Guanda
Collana: Narratori della Fenice
Anno: 2017
ISBN: 9788823514676
L'epoca di "Io, Pablo e le cacciatrici di eredità" è la nostra e i valori sono quelli del passato, dove, fusi abilmente in un miscuglio esiziale, percepiamo materiali letterari, stili di vita, vocazioni e talenti inespressi. Banda non propone una tesi all'incompiuto, ma ne esalta nella forma l'ardire; ricordando, analizza e ripensa negli ambienti, riportandoci agli affetti personali, non scheda indizi, ma ci immerge nel linguaggio. La storia centrale è il frutto di un raggiro, è un percorso di doppiezza, dove ogni gesto romantico nasconde un sotterfugio e dove il protagonista si fa amare, pur di vivere un'insperata seconda giovinezza, accetta, e noi empaticamente con lui, le artefatte seduzioni di due compagne con cui parure per un lungo viaggio. Due femmine gravide di rimpianto che, in omaggio alla legge estetica del dislocamento, sfruttano il loro sapore esotico per compensare le inadeguatezze di ruolo e rango. Le frasi non dette, o le attese attenzioni spontanee e disinteressate, sfumano la riduzione di una presenza a progetto e l'esistenza diviene simbolo del possesso. Banda fa sì che non si abbia bisogno di fornire una ragione alla conclusione: il viaggio "Merano - Mirano", dove lo slittamento di vocale fornisce lo straniamento di non luogo e non tempo. I rituali ipocriti della vita familiare, approntano un magistrale teatro del vero più coerente e efficace del reale.
Io, Pablo e le cacciatrici di eredità
Banda Alessandro
Non basta la verità giudiziaria. Nel mare di accuse e veleni che continuano a inquinare i processi in corso sulla trattativa Stato-mafia, con particolare riferimento alle morti di Falcone e Borsellino, e che hanno addirittura coinvolto indirettamente il presidente della Repubblica, è necessario provare a spostare il nostro angolo visuale e fare un passo indietro. La storia ci viene in aiuto per capire che cosa sta succedendo. La partita è troppo grossa perché possa rimanere nelle aule di un tribunale. In gioco è la Repubblica italiana, il nostro Stato. Entrambi nati con l'appoggio fondamentale della mafia. L'autore spiega come e perché. Dalla vittoriosa cavalcata di Garibaldi aiutato dai picciotti siciliani durante la spedizione del 1860 agli omicidi impuniti d'inizio secolo che contaminano il tessuto economico-finanziario, all'alleanza col fascismo che si limitò a contrastare la manovalanza armata. Poi il patto di sangue con gli angloamericani nel 1943 per indirizzare la pace, seguito dagli omicidi e dalle stragi del dopoguerra perché la sinistra non avesse il sopravvento al Sud, fino alle tragiche vicende oggetto degli attuali processi. Difficile ammetterlo, però è così: la mafia è stata una risorsa decisiva per lo Stato italiano sin dai suoi albori unitari offrendo appoggio anche militare a chi vigilava sul controllo "democratico" del paese e talora a chi sosteneva veri e propri disegni eversivi. La magistratura non ce la può fare da sola a spaccare questa crosta spessa di bugie e inganni...
Una lunga trattativa
Fasanella Giovanni
Le assi curve di Yves Bonnefoy
Premio Rapallo Carige Opera Prima per la donna scrittrice 2015. Alento è un borgo abbandonato che sembra rincorrere l'oblio, e che non vede l'ora di scomparire. Il paesaggio d'intorno frana ma, soprattutto, franano le anime dei fantasmi che Estella, la protagonista di questo intenso e struggente romanzo, cerca di tenere in vita con disperato accudimento. Voci, dialoghi, storie di un mondo chiuso dove la ricchezza e la miseria sono impastate con la stessa terra nera. Capricci, ferocie, crudeltà, memorie e colpe di un paese condannato a ritornare alla terra. Come tra le quinte di un teatro ecco aggirarsi un anarchico, un venditore di vasi da notte, una donna che non vuole sposarsi, un banditore cieco, una figlia che immagina favole, un padre abile nel distruggerle. Con Carmen Pellegrino l'abbandonologia diviene scienza poetica. E questo modo particolare di guardare le rovine, di cui molto si è parlato sui giornali e su internet, ha finalmente il suo romanzo.
Cade la terra
Pellegrino Carmen
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