Narrativa

La natura è innocente

Siti Walter

Descrizione: «Ho scelto due "tipi" generalmente condannati dalla società: il matricida e l'arrampicatore sessuale – li ho ascoltati per mesi, mi stanno simpatici; potrebbero essere miei figli. Se li ho scelti non è solo perché amo le stranezze; la ragione per cui ho raccontato insieme le loro storie è più sotterranea e radicale: perché, sommandosi, i miei due eroi hanno fatto quello che avrei voluto fare io.» Nati alla periferia umana e urbana di due città italiane a pochi anni di distanza, percorsi dalla comune fierezza di chi deve guadagnarsi il proprio posto al sole, Filippo e Ruggero hanno due storie dall'incipit simile. Le loro vite, però, si muovono divergenti nella realtà e nel racconto che ascoltiamo dalla voce lucida e insieme partecipe di Walter Siti. Filippo ha vent'anni quando, sorvegliato dall'ombra dell'Etna, uccide la madre fedifraga e così amata, gesto estremo e vulcanico come il suo sentimento per lei. Ruggero ne ha qualcuno in più quando in America, col nome d'arte Carlo Masi, inizia la sua carriera di pornoattore; tornato a Roma, incontrerà Giovanni del Drago, l'uomo che farà di lui una principessa. In bilico tra tragedia e fiaba, quelle di Filippo e Ruggero sono vite amorali, davanti alle quali sospendere il giudizio, ma sono anche la filigrana attraverso cui, con una scrittura immersiva, Siti affronta il suo buio più segreto proprio mentre sperava di allontanarsene; perché i romanzi sono più intelligenti del loro autore e si parlano tra loro. Siti ci consegna un libro potente e disperato, scommettendo su una letteratura che sia ancora capace di farsi domande e di accettare l'imprevisto come risposta.

Categoria: Narrativa

Editore: Rizzoli

Collana: Rizzoli narrativa

Anno: 2020

ISBN: 9788817146449

Recensito da Elpis Bruno

Le Vostre recensioni

La natura è innocente di Walter Siti

Con La natura è innocente Walter Siti scrive due biografie sui generis, quella di Filippo Addamo e quella di Ruggero Freddi alias Carlo Masi, svelando nell’epilogo la matrice di una scelta bizzarra: quella di tracciare il parallelismo tra un matricida e un pornoattore (“Il matricida e l’arrampicatore sessuale”).

Sono due vite complicate, i due protagonisti non sono nient’affatto semplici e lineari nel loro percorso di vita.

Il matricidio compiuto da Filippo matura nella Catania impregnata di mentalità (“Devo farla smettere di farsi disprezzare così”) e di contraddizioni culturali (“Come un fiume che ha nostalgia della sorgente, l’amore risale all’origine – verso un luogo terribile e vero in cui la Madonna e sant’Agata siedono a consesso, tra rocce eternamente viscide, con le dee primordiali: un luogo dove ogni madre genera il proprio assassino, dove Rosa non è colpevole per aver causato il disonore degli Addamo ma per non aver saputo trattenere lui, Filippo, all’interno del proprio ventre”). Segue un percorso carcerario di redenzione del matricida, che è stato narrato anche da Franca Leosini in una delle puntate di Che fine ha fatto Baby Jane (a questo link puoi rivedere la puntata).
Come sempre, le analisi di Siti culminano in modo fulminante: “Il matricidio è un atto fondamentalmente inutile, le madri non muoiono mai”.

Ruggero è volitivo, desidera affermarsi economicamente, ma anche culturalmente (“La sua tesi è molto lodata; il suo aspetto fisico suscita curiosità perché non corrisponde allo stereotipo dello scienziato nerd, gracile con gli occhiali”) e sceglie una via contorta per realizzare questo obiettivo: prima come pornoattore presso Colt (“Per gli strip chiede cifre alte sperando che gli dicano di no, ma scopre che più alza il prezzo, più lo cercano, bella lezione d’economia”); poi come escort. Nel corso di quest’ultima esperienza conosce il principe Giovanni del Drago (“Non ho mai conosciuto uno che possedesse un’isola intera” – ndr: l’isola è La Bisentina, nel lago di Bolsena) che sposa con matrimonio portoghese, pur essendo sentimentalmente legato a Gustavo Leguizamon (in arte Adam Champ).
In questo modo Ruggero assume un profilo davvero composito: “Io il prof. Ruggero Freddi, io il pornoattore Carlo Masi, io la principessa Fieschi Ravascheri del Drago”.

La conclusione di questa “vita parallela” alla Plutarco è impervia e scandalosa: “Oggi né uccidere la madre né sposare un principe, tradizionali vertici letterari della tragedia e della fiaba, bastano per acquisire una fisionomia o (come raccomandano i social) un profilo”.

Altrettanto sconcertante è il movente dell’interesse di Siti che – tra le tante vite parallele possibili – ha scelto proprio questa: “I miei due eroi hanno fatto quello che avrei voluto fare io. Uno come soggetto e uno come oggetto della frase: avrei voluto uccidere mia madre per essere libero di possedere tutti i pornoattori muscolosi del mondo” (il mio spoiler è giustificato dal fatto che il movente è stato ampiamente dichiarato dallo stesso Siti e viene anticipato perfino nella sinossi del romanzo).

Bruno Elpis

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