Narrativa

La natura esposta

De Luca Erri

Descrizione: Un uomo di molti mestieri è incaricato di un delicato restauro. La statua del crocifisso contiene segreti che si rivelano solo al tatto. Bisogna risalire a diverse nudità per eseguire. C'entra una città di mare e un villaggio di confine, un amore d'azzardo e una volontà di imitazione.

Categoria: Narrativa

Editore: Feltrinelli

Collana: I Narratori

Anno: 2016

ISBN: 9788807031991

Recensito da Elpis Bruno

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Evento Book City Milano 2016:
MUDEC da via Tortona 56. Ingresso BASE Milano da via Bergognone 34

Le identità, l’incontro — Oggi l’identità di ciascuno di noi si costruisce attraverso molteplici stratificazioni culturali e religiose, sociali e professionali, anagrafiche e sessuali… Questo intreccio definisce anche i nostri gusti e le nostre relazioni, perché la nostra identità non può essere chiusa e autosufciente, ma si arricchisce nel confronto con l’Altro. Il 20 novembre, all’Auditorium del Mudec si terrà l’incontro “La moschea è un luogo comune”, in cui si racco nterà Project Insha’ allah, il progetto per la moschea di via Sant’Elia. Interverranno con Italo Rota, Arci Milano, Comunità di Sant’Egidio, Emergency, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Associazione Il Razzismo è una brutta storia, Islamic Relief Italia.

Sabato 19/11 h 14:30
MUDEC / Auditorium 233
Scolpire con le parole
con Erri De Luca

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La natura è il termine con il quale Erri De Luca designa il sesso. “La natura esposta” è quella di una scultura in marmo, un crocefisso, che un artista del primo novecento ha rappresentato nella totale nudità. Ma l’opera è stata censurata ed è stato aggiunto un panneggio a coprire il grembo della scultura.

Oggi la Chiesa vuole recuperare l’originale. Si tratta di rimuovere il panneggio”. Per questo viene ingaggiato uno scultore, sfollato dalla montagna ove aiutava i profughi a passare il confine.

Il compito è delicato (“In quel corpo morente si manifesta un principio di erezione”) e viene interpretato dal restauratore con grande senso dell’immedesimazione (“La sera mi guardo nudo allo specchio. Ripeto la forma stirata del corpo in torsione, la mia natura si curva seguendo la tensione dei muscoli ventrali”) e con partecipazione totalizzante (“Ho messo la mano sui suoi piedi, per riscaldarli”).

L’incarico, svolto frequentando un operaio mussulmano che fornisce la materia prima per il restauro e un rabbino che aiuta a interpretare i segni presenti sulla statua (“Ura, svegliati… in cima alla croce… Secondo lui Ura è poi passato al grido di esultanza Hurrah! Inciso sulla croce fa diventare il legno una scrittura”), assume il valore simbolico dell’incontro pacifico tra le tre grandi religioni monoteiste e conduce il protagonista a interiorizzare arte e simboli (“Ma qui, sulla statua e sulla croce, avviene il rovesciamento. Il corpo offeso si trasfigura e la sua nudità, da vergogna di essere umano diventa purezza di agnello sacrificato. La croce diventa altare e il corpo la sua offerta”).

Bruno Elpis

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