
LA BICICLETTA DI MIO PADRE
Roccheggiani Fabrizio
Descrizione: Raphael - un giovane scrittore di successo, ora in crisi creativa, e ragazzo padre - da sei mesi ha una relazione con Anna. Anna è bella, dolce, intelligente, eppure nasconde qualcosa. Durante un weekend d'amore in Costa Azzurra, a sole tre settimane dal loro matrimonio, Raphael non riesce a trattenersi e, con insistenza, chiede ad Anna dettagli sul suo passato. Anna, esasperata, mostra a Raphael un'immagine dalla galleria fotografica del suo laptop, urlando: "Vedi questo? L'ho fatto io." Raphael inorridisce alla vista di quella immagine e fugge via. Un gesto di cui subito si pente. Ma al suo ritorno, Anna non è più lì. Raphael la cerca sul cellulare, che risulta spento. Torna a Parigi, dove spera di ritrovarla, ma Anna non è a Parigi. Raphael la ama, è pronto a perdonarle tutto. Ma deve ritrovarla. Chiede aiuto a un suo amico, ex poliziotto, Marc Caradec. Insieme perquisiscono la casa di Anna, ma il buio diventa ancora più profondo, e il mistero sempre più denso: nell'appartamento trovano 400.000 euro in contanti e due carte di identità false. Dunque Anna, forse, non è Anna; e le reticenze di Anna sulla propria vita non erano senza motivi; e quell'immagine, spaventosa, rimane, per Raphael, una delle poche tracce da seguire, per scoprire la verità sulla persona che ama.
Categoria: Giallo - thriller - noir
Editore: La nave di Teseo
Collana: Oceani
Anno: 2016
ISBN: 9788893440318
In occasione del giorno della memoria, un diario di ricordi sull'occupazione. Pagine di memoria da custodire e tramandare. Roma, 1943. I tedeschi occupano la “città aperta”. Il diario di un bambino tiene traccia di quei giorni terribili e degli anni che seguirono. I bombardamenti, i rastrellamenti, il papà partigiano e la Resistenza, la Liberazione e la lenta ripresa del dopoguerra vengono raccontati con un'impronta serena, senza polemiche, come solo un bambino potrebbe fare.
LA BICICLETTA DI MIO PADRE
Roccheggiani Fabrizio
"Se c'è una parola che mi pervade l'animo quando penso a O, questa è pudore. Sarebbe troppo arduo motivarla. E quel vento che corre incessante, che attraversa tutte le stanze. Così soffia anche in O uno spirito, non saprei dir quale, sempre puro e violento, senza tregua, senza ombre. Uno spirito decisivo, che nulla può turbare, né i sospiri né gli onori, né l'estasi né la nausea. L'Histoire d'O, dall'inizio alla fine, procede come un'azione travolgente. Evoca un discorso più che una mera effusione; una lettera più che un diario intimo. Ma a chi è indirizzata la lettera? E chi vuole persuadere il discorso? A chi domandarlo? Non so neppure chi lei sia." (Jean Paulhan)
HISTOIRE D’O
Réage Pauline
La "Battered Woman Syndrome" (BWS) in italiano "Sindrome della donna maltrattata", è stata introdotta nel 1970 dalla studiosa e psicologa americana Lenore E. Walker per indicare una serie di sintomi comportamentali e di natura psicologica che derivano dall'esposizione prolungata a situazioni di violenza domestica.
La violenza domestica: da vittime a carnefici
Morano Elisa
"Tanto per cominciare, Zooey era un giovanotto piccolo, dal corpo estremamente esile. Da dietro (soprattutto dove gli si vedevano le vertebre) sarebbe quasi potuto passare per uno di quegli sparuti bambini di citta che ogni estate vengono spediti alle colonie a ingrassarsi e prendere il sole. Visto in primo piano, di faccia o di profilo, era straordinariamente, spettacolosamente bello. La sorella maggiore mi ha pregato di dire che assomigliava all'"esploratore mohicano ebreo-irlandese dagli occhi azzurri che mori tra le vostre braccia al tavolo della roulette di Montecarlo".A salvare in extremis quel volto dall'eccessiva bellezza, se non addirittura dallo splendore, era un orecchio che sporgeva leggermente piu dell'altro. Per conto mio, comunque, non condivido affatto ne l'uno ne l'altro di questi punti di vista. Ammetto che il volto di Zooey fosse un volto bellissimo, quasi perfetto. Come tale, naturalmente, era passibile di quella stessa varieta di giudizi scorrevoli, imperterriti e spesso capziosi cui e soggetta ogni autentica opera d'arte. Penso resti solo da aggiungere che una qualunque delle cento minacce giornaliere - un incidente d'auto, un raffreddore di testa, una bugia prima di colazione - avrebbe potuto deturpare o imbruttire la sua generosa bellezza nel giro di un giorno o di un minuto. Ma quello ch'era deteriorabile, quello che qualcuno ha categoricamente definito una gioia di tipo imperituro, era un autentico esprit impresso su tutto il viso, specie negli occhi, dove attirava l'attenzione come una maschera di Arlecchino, e a volte disorientava".
FRANNY E ZOOEY
Salinger Jerome D.
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