
Il filo che ci lega
Dotta Graziella
Descrizione: La sovrana è sola nei suoi appartamenti. Ha congedato anche le dame di compagnia, contravvenendo a ogni etichetta di corte: l’incontro che sta per avvenire non deve avere testimoni. Perché l’ospite di Caterina de’ Medici, quell’ometto zoppicante dai lunghi capelli grigi, è messer Nostradamus, maestro dell’occulto. A lui Caterina vuol chiedere l’interpretazione dei sogni di morte che la tormentano sin dall’infanzia, a lui vuol chiedere una rassicurazione per il futuro dei propri figli, ma soprattutto da lui vuole una spiegazione sulla trentacinquesima quartina delle Profezie, che, ne è sicura, riguarda suo marito, Enrico II di Francia, destinato a morire giovane «di crudele morte». La risposta dell’astrologo è criptica, come le sue quartine: lui scrive quello che deve, ma non pretende di comprenderne il significato. Dentro di sé però Caterina conosce la verità, chiusa in quella perla insanguinata posata sul suo cuore: il destino non può essere ingannato, e il sangue versato chiama solo altro sangue...
Categoria: Romanzo storico
Editore: Longanesi
Collana: La Gaja scienza
Anno: 2010
ISBN:
Trama
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A seguito di un malore Marina, ex ballerina in pensione, viene portata, suo malgrado, dai nipoti in una casa di riposo. Nella stessa casa di riposo lavora Clara che, dopo un passato da donna in carriera che le ha causato la perdita di tutti gli affetti, è riuscita a reinventarsi una vita dedicandosi con estrema devozione agli ospiti dell'Istituto. Nonostante la reciproca diffidenza iniziale le due donne stringono un'amicizia profonda, costellata da una serie di coincidenze inattese che segnano il loro rapporto. Finché un giorno arriva la nipote di Marina, Michela, con un pacco marrone legato con uno spago. A Clara non sfugge la reazione sconvolta della sua amica. Il pacco contiene delle lettere. Sono lettere dal passato di Marina, scritte negli anni del terrorismo dal suo uomo, poliziotto prima a Milano, poi a Roma e infine a Bologna. Lettere che ci fanno rivivere il clima degli anni di piombo. Piombo, come quello che ha avvolto il cuore di Marina quando l'ennesima strage si è portata via il suo Rossano. A nulla è servito il tempo trascorso, soltanto Clara, con la sua amicizia, riuscirà ad ammorbidire il cuore di Marina. La convincerà ad accettare il passato, a ricongiungersi con i suoi ricordi. Lo stesso farà Marina con Clara, aiutandola a comprendere e ad affrontare i suoi demoni. Grazie a Marina, Clara rimedierà ai suoi errori e si riconcilierà con la sua famiglia.
Il filo che ci lega
Dotta Graziella
Ventisette storie piemontesi, storie ambientate in quella meravigliosa terra ai piedi delle Alpi, dal Monviso al Po, dalle colline al mare. Racconti dove i protagonisti si chiamano Gelindo, Maria Giuana, Giraudo, Micilina, ma portano anche nomi lontani, nati da tutt'altra parte. Nel libro, divertente, dissacrante, grottesco, ma anche serio, malinconico, riflessivo, vivono personaggi di ogni dove che in Piemonte han trovato, o da secoli, o da pochi mesi, un luogo dove lavorare, combattere, amare. Pellegrini, mummie, contadini, masche, pastori, operai, viaggiatori, studenti, sul palcoscenico della vita, sospesa fra tradizione e futuro. Tutti insieme appassionatamente. Uno sguardo spudorato sull'Italia di ieri, di oggi e di domani.
Storie piemontesi
Dutto Alessandro
Questa è la storia di Samuel Ben Nissim Abul Farag, di Guglielmo Raimondo Moncada, di Flavio Mitridate. Non si tratta di tre persone ma di un solo individuo. Caltabellotta, provincia di Agrigento, 1465. Samuel Ben Nissim appartiene alla comunità ebraica, ha quindici anni, la rotella di panno cucita sulla camicia a marcare la differenza con i cristiani. È svelto e colto, conosce già varie lingue. Il padre Rabbi Nissim nutre grandi ambizioni per quel figlio che istruisce anche nella qabbalaq. Ma il destino decide diversamente, le circostanze costringono il ragazzo a trovare rifugio in un convento di frati. Così la giovane promessa diventa un ebreo convertito, disprezzato dalla comunità giudaica, maledetto dalla sua famiglia, Samuel si chiude fra le mura del convento, vuol sbiadire nella memoria dei suoi. Addottrinato nella fede cattolica, al momento della conversione prende il nome di colui che lo tiene a battesimo, il conte Guglielmo Raimondo Moncada, poi si stabilisce a Roma, diventa prete e grande è la sua fama di predicatore. Giunge all'apice della sua carriera ecclesiastica nel 1481 quando il venerdì santo recita davanti al papa Sisto IV il sermone sulla Passione. Poi però succede qualcosa: "caduto in grave errore", questo solo dicono i documenti, perde lo stato ecclesiastico e scompare. Lo ritroviamo dopo qualche tempo con il nome di Flavio Mitridate, il re del Ponto era famoso per la conoscenza delle lingue oltre che per la resistenza al veleno...
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Arlind non è ancora nato che già la vita si prende gioco di lui. Sua madre Lilla ha sognato che partorirà un'altra femmina, la quarta. Perciò ha promesso di darla in adozione alla cognata Eleni, che non può avere figli. Ma quando nascerà un maschio, Arlind, Lilla rinuncerà lo stesso a lui, perché in un villaggio albanese venir meno alla parola data attira la cattiva sorte. Arlind cresce con un profondo senso di smarrimento, che diventa a poco a poco dolore, e poi odio profondo. Unico punto di riferimento, il nonno Kristo che gli insegna "il discreto rumore del perdono". Nel frattempo un'onda travolge il mondo attorno a lui: il crollo dei regimi dell'Est. Cambia il mondo dei vivi, ma anche quello dei morti: e chi è stato creduto morto, si scopre essere vivo.
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