Narrativa

La strana biblioteca

Haruki Murakami

Descrizione: Tornando a casa dopo la scuola, uno studente si ferma in una strana biblioteca. Certo, anche la sua richiesta è un po' strana. Chiede alla bibliotecaria qualche libro che possa soddisfare la sua ultima curiosità (è un bambino curioso, il nostro protagonista): la riscossione delle tasse nell'impero ottomano. La bibliotecaria lo manda alla stanza 107. Qui l'aspetta un altro bibliotecario, ancora più bizzarro della prima: "aveva la faccia coperta di piccole macchie nere, come tanti moscerini. Era calvo e portava occhiali dalle lenti spesse. La sua calvizie non era uniforme. Tutt'intorno al cranio gli restavano ciuffi di capelli bianchi ritorti, come in un bosco dopo un incendio". E davvero una ben strana biblioteca, questa! Il bibliotecario accompagna il bambino attraverso un labirinto di corridoi e stanze, finché non arrivano in una stanza dove riposa un piccolo uomo vestito con una pelle di pecora. E qui le cose si fanno brutte: il bibliotecario e l'uomo-pecora spingono il piccolo in una cella. Il bambino rischia di fare una fine terribile se non arrivasse in suo soccorso una ragazza sconosciuta...

Categoria: Narrativa

Editore: Einaudi

Collana: Supercoralli

Anno: 2015

ISBN: 9788806225889

Recensito da Elpis Bruno

Le Vostre recensioni

La strana biblioteca è un racconto lungo di Murakami Haruki, illustrato da Lorenzo Ceccotti.

Già quando il protagonista si rivolge alla bibliotecaria con la sua richiesta un poco insolita e l’impiegata lo conduce nell’interrato (“Come poteva la nostra biblioteca cittadina avere nel sottosuolo un labirinto di tali dimensioni?”), è subito chiaro che il giovane sta varcando la dimensione della veglia per entrare in un sogno-incubo con tanto di persecutore (“Il vecchio… sotto le lunghe sopracciglia bianche, i suoi occhi brillarono come quelli di una capra al tramonto”) e contenuto latente da ricercare sotto il contenuto manifesto.

Del sogno, la narrazione di La strana biblioteca mutua i meccanismi di condensazione, spostamento (“Era lo stesso cane che mi aveva morso tanti anni prima”), drammatizzazione (“Signor Uomo pecora – gli chiesi, – perché quel vecchio vuole mangiare il mio cervello?”), simbolizzazione (su tutte, il labirinto: “La fregatura, con i labirinti, è che soltanto alla fine sai se hai preso la strada giusta”) e rappresentazione per l’opposto (“Perché finisco sempre col dire e col fare quello che non mi va?”).

Dopo aver percorso il labirinto, il giovane viene imprigionato: nel carcere riceve le visite di una giovane diafana, poi di un uomo-pecora che lo aiuta a fuggire e a ripercorrere a ritroso il labirinto, mentre sulla rappresentazione onirica aleggia la paura della perdita della madre (“Potrebbe dirmi se mia madre e il mio storno stanno bene?”).

Che il labirinto in La strana biblioteca rappresenti semplicemente la complessità della psiche e il tentativo dell’uomo di affrontarne i grovigli,  che sia il luogo costruito dalla ragione per annientare e mettere in scacco se stessa o che alluda – come insegna Jung – al Minotauro e all’archetipo dell’immagine materna divorante e del percorso dell’anima verso l’equilibrio del proprio sé, Murakami si dimostra scrittore astuto e punta un occhio a Freud, l’altro al business e agli impegni editoriali…

Bruno Elpis

Segnaliamo qui un sito italiano dedicato allo scrittore  giapponese.

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