Saggi

La violenza domestica: da vittime a carnefici

Morano Elisa

Descrizione: La "Battered Woman Syndrome" (BWS) in italiano "Sindrome della donna maltrattata", è stata introdotta nel 1970 dalla studiosa e psicologa americana Lenore E. Walker per indicare una serie di sintomi comportamentali e di natura psicologica che derivano dall'esposizione prolungata a situazioni di violenza domestica.

Categoria: Saggi

Editore: DiamonD EditricE

Collana: I saggi

Anno: 2017

ISBN: 9788896650370

Recensito da Redazione i-LIBRI

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LA VIOLENZA DOMESTICA: Da vittime a carnefici. I casi delle battered women di Elisa Morano

La “Battered Woman Syndrome” (BWS) in italiano “Sindrome della donna maltrattata”, è stata introdotta nel 1970 dalla studiosa e psicologa americana Lenore E. Walker per indicare una serie di sintomi comportamentali e di natura psicologica che derivano dall’esposizione prolungata a situazioni di violenza domestica. Molte vittime di violenza domestica presentano sintomi paragonabili a quelli di persone che hanno subito altre esperienze di vita traumatiche; per questo l’American Psychiatric Association concettualizza la B.W.S. come lo sviluppo di una serie di sintomi, simili al Post Traumatic Stress Disorder (PTSD) conosciuto come Disturbo da Stress Post Traumatico (DPTS), causati da continui abusi e maltrattamenti che rendono la vittima più in grado di sopravvivere nel rapporto e meno in grado di sfuggirne. Sono due le teorie alla base della concettualizzazione della Sindrome della Donna Maltrattata, elaborate da Leonore E. Walker: sulla base del paradigma di Seligman, che attraverso i suoi studi sulla depressione cercò di spiegare alcune forme di paralisi psicologica quale risultato di un’incapacità di prevedere l’efficacia delle proprie azioni, la studiosa concettualizzò la teoria della “Learned Helplessness cercando di spiegare il senso di anestesia e paralisi sperimentato dalle donne vittime di violenza all’interno di una relazione intima (IPV), tale stato mentale le costringe all’interno di un ciclo della violenza senza fine, descritto in quello che la studiosa conierà come “Cycle of Abuse o “Cycle of violence”. La donna non essendo in grado d’interrompere la sua condizione di vittima e di uscire dalla spirale della violenza, da vittima può tramutarsi in carnefice del suo aguzzino provocandone l’uccisione. La Battered Woman Syndrome amplia il concetto di legittima difesa nei casi di donne maltrattate che hanno ucciso i loro partner violenti. Questa difesa sostiene che una donna maltrattata è praticamente ostaggio in una famiglia violenta, di un uomo che la isola e la terrorizza. Il suo utilizzo all’interno del sistema di giustizia penale è però, tutt’oggi discusso.

 

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Intervista a Morano Elisa

Ampelio il nonno, Aldo l’intellettuale, il Rimediotti pensionato di destra, e il Del Tacca del Comune; sono i quattro vecchietti detective del BarLume. Attorno al nuovo biliardo sezionano gli ultimi fatti di Pineta, tra cui il terribile incidente della statale: è morto un ragazzino e sua madre è in coma profondo. Abituati a indagini e delitti i quattro si autoconvincono che non si sia trattato affatto di un incidente. Ritornano i quattro vecchietti detective del BarLume di Pineta, con il nipote Massimo il «barrista» e la brava banconista Tiziana. Dopo La briscola in cinque e Il gioco delle tre carte, con Il re dei giochi si può dire che ora siamo alla serie, sia per la caratterizzazione ben sagomata e viva di ciascun personaggio che lo rende familiare, sia per il brio naturale con cui, come un meccanismo ben avviato, funziona l’eccentrico amalgama che struttura le storie. Marco Malvaldi incardina senza sbalzi tre generi: la farsa comica della diatriba ininterrotta dei quattro amici pensionati al bar, stolidi, politicamente scorretti, malignamente affamati di pettegolezzi intorno alle abitudini dei loro compaesani; l’intreccio dell’investigazione deduttiva, da giallo logico alla, per dirne una, Miss Marple; e infine la commedia d’ambiente, che inscena più o meno intera una comunità: l’immaginario, ma realissimo, paesino di Pineta, sul litorale nei pressi di Pisa, in tutta la sua profonda toscanità, cioè l’umore popolaresco, iconoclasta, ridanciano, orgogliosamente localistico. Re dei giochi è il biliardo nuovo all’italiana giunto al BarLume. Ampelio il nonno, Aldo l’intellettuale, il Rimediotti pensionato di destra, e il Del Tacca del Comune (per distinguerlo da altri tre Del Tacca) vi si sono accampati e da lì sezionano con geometrica esattezza gli ultimi fatti di Pineta. Tra cui il terribile incidente della statale. È morto un ragazzino e sua madre è in coma profondo. Sono gli eredi di un ricchissimo costruttore. La madre è anche la segretaria di un uomo politico impegnato nella campagna elettorale. Non sembra un delitto. Manca il movente e pure l’occasione. «Anche quest’anno sembrava d’aver trovato un bell’omicidio per passare il tempo e loro vengono a rovinarti tutto». Ma la donna muore in ospedale, uccisa in modo maldestro. E sulle iperboliche ma sapienti maldicenze dei quattro ottuagenari cala, come una mente ordinatrice, l’intuizione logica del «barrista», investigatore per amor di pace.

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