
LE COINCIDENZE
Polidoro Ivan
Descrizione: "Mi chiamo D'Arco e sono uno sbirro morto." Comincia così questo romanzo, metafisico e d'azione. Il protagonista è un uomo pieno di dolore, delicatezza e furore, chiamato a compiere una missione impossibile. La città dei vivi e quella dei morti sono vicine, comunicanti, e si assomigliano molto. La polizia dei vivi e la polizia dei morti sono in contatto e collaborano, quando devono risolvere i casi più difficili. Dispongono di cellulari tarati per la comunicazione tra vivi e morti, e di e-mail criptate. Ma c'è un'altra cosa, che però nessuno sa dire: quale dei due mondi venga prima. Ora D'Arco deve tornare nel mondo dei vivi, nel quale fu ucciso, per fermare un massacro di vittime innocenti. Ma, se la morte venisse davvero prima della vita e il male prima del bene, come si potrà invertire la spirale? D'Arco ci proverà perché è uno che non si arrende, perché ha una formidabile guida e un alleato: un bambino dal cranio rasato, gli occhi spalancati e i denti serrati, una creatura senza più voce e con il collo percorso da una cicatrice prodotta da una collana di filo spinato, ma con la volontà attraversata dalla stessa indomabile sete di giustizia. Una coppia di eroi fragili e indistruttibili, individui solitari e disillusi ma disposti a mettere in gioco tutto per difendere chi sia stato umiliato e offeso: un uomo che si è gettato alle spalle le speranze e un bambino muto ma capace di guardare.
Categoria: Narrativa
Editore: Giunti
Collana: Scrittori Giunti
Anno: 2016
ISBN: 9788809828025
Tra campioni e perdenti, vittorie e sconfitte, venti storie sul senso di precarietà che caratterizza ogni sfida. Perché nello sport, come nella vita, è tutta una questione di equilibrio. Vite che si intrecciano, si sfiorano, spesso inconsapevolmente, da un racconto all’altro, in un gioco dove le comparse si trasformano in protagonisti e i protagonisti tornano sullo sfondo, dove un luogo o un ricordo uniscono due sconosciuti e un dettaglio diventa sostanza. Così, alla periferia di Napoli, un pugile a fine carriera bussa alla porta del vicino per chiedergli aiuto. L’anziano signore è tornato nella sua città dopo una vita trascorsa al Nord, forse a Ivrea, lavorando come operaio. Per anni l’unico punto di riferimento dell’uomo è stato il canoista che vedeva ogni mattina, alle sette e trentacinque in punto, dal finestrino dell’autobus, lo stesso canoista che ha smesso di andare sul fiume e adesso non trova la forza di alzarsi da letto. Lì vicino, nella stessa sconfinata periferia, c’è una donna affacciata al balcone, guarda la croce della parrocchia e fuma. Il figlio si è fatto prete e il marito, costretto su una sedia a rotelle, si è dato alla fotografia. La stessa donna, cinque anni più tardi, incontra a una mostra del marito – fotografie di atleti, scatti fugaci dei protagonisti di questa grande storia – una neurologa che ha una relazione con un giocatore di golf. È la stessa donna che ha lasciato il compagno dopo che la figlia è morta durante un incontro di tennis. Lui, distrutto, solo, una domenica incontra su un treno un ciclista che assomiglia in modo impressionante a Fausto Coppi. Comincia la storia dei novelli Coppi e Bartali… Un crocevia di destini per il primo inedito italiano di 66thand2nd.
LE COINCIDENZE
Polidoro Ivan
Mentre il paese sta per precipitare nella guerra civile, un medico inglese, la sua giovane e avvenente compagna, un losco individuo dei Servizi segreti sudafricani e un giornalista freelance disilluso e allucinato, portano avanti la loro esistenza rinchiusi a Gombe, il quartiere dei ricchi. Fra feste, echi di una guerra sempre più vicina, tradimenti, traffici di diamanti e di organi umani, le giornate di questi personaggi vanno avanti, intrecciandosi e scontrandosi, fino all'inquietante e drammatico finale...
LE BESTIE (KINSHASA SERENADE)
Mazzoni Lorenzo
«Maggiore, la guerra è assassinio, sempre... voi ora volete solo dare un esempio: uccidere dei signori non è come uccidere dei contadini! Negando la grazia voi contribuite... sto dicendo voi, barone von Feilitzsch, perché qui ci siete voi... contribuite a distruggere la civiltà di cui voi ed io... e questo ragazzo... facciamo parte, e la civiltà è più importante del destino degli stessi Asburgo, o dei Savoia». Orgoglio, patriottismo, odio, amore: passioni pure e antiche si mescolano e si scontrano tra loro, intorbidate più che raffrenate dal senso, anch’esso antico, di reticenza e onore. Villa Spada, dimora signorile di un paesino a pochi chilometri dal Piave, nei giorni compresi tra il 9 novembre 1917 e il 30 ottobre 1918: siamo nell’area geografica e nell’arco temporale della disfatta di Caporetto e della conquista austriaca. Nella villa vivono i signori: il nonno Guglielmo Spada, un originale, e la nonna Nancy, colta e ardita; la zia Maria, che tiene in pugno l’andamento della casa; il giovane Paolo, diciassettenne, orfano, nel pieno dei furori dell’età; la giovane Giulia, procace e un po’ folle, con la sua chioma fiammeggiante. E si muove in faccende la servitù: la cuoca Teresa, dura come legno di bosso e di saggezza stagionata; la figlia stolta Loretta, e il gigantesco custode Renato, da poco venuto alla villa. La storia, che il giovane Paolo racconta, inizia con l’insediamento nella grande casa del comando militare nemico. Un crudo episodio di violenza su fanciulle contadine e di dileggio del parroco del villaggio, accende il desiderio di rivalsa. Un conflitto in cui tutto si perde, una cospirazione patriottica in cui si insinua lo scontro di psicologie, reso degno o misero dall’impossibilità di perdonare, e di separare amore e odio, rispetto e vittoria. E resta un senso di basso orizzonte, una claustrofobia, che persiste ironicamente nel contrasto con lo spazio immenso delle operazioni di guerra.
NON TUTTI I BASTARDI SONO DI VIENNA
Molesini Andrea
Un vocabolario che comincia con un "abbraccio" e prosegue con "cuore", "dedica", "incontro", "notte", e "piangere" in cui Barthes interviene con il suo sottile ingegno di linguista a collezionare tutti questi discorsi spuri in un unico soliloquio. Per il grande pensatore francese l'amore è un discorso sconvolgente ed egli lo ripercorre attraverso un glossario dove recupera i momenti della "sentimentalità", opposta alla "sessualità", traendoli dalla letteratura occidentale, da Platone a Goethe, dai mistici a Stendhal. Si realizza così un repertorio suffragato da calzanti riferimenti letterari e da obbligati riferimenti psicanalitici sul lessico in uso nell'iniziazione amorosa.
Frammenti di un discorso amoroso
Barthes Roland
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