
IN UNA STANZA SCONOSCIUTA
Galgut Damon
Descrizione: Dicembre 2003. Qualche giorno prima di Natale, gli scrittori John Gregory Dunne e Joan Didion vedono una banale influenza della loro unica figlia Quintana degenerare prima in polmonite, poi in choc settico. Soltanto qualche giorno più tardi, rientrati da una visita alla figlia ancora grave in ospedale, John e Joan siedono a tavola: all'improvviso l'uomo cade a terra e, in pochi minuti, muore d'infarto. "La vita cambia in fretta", scriverà Joan Didion qualche giorno dopo. Per oltre un anno la vita di Joan Didion è stata schiacciata dalla portata di questi due eventi, e questo libro è il resoconto di quell'anno, del tentativo di venire a patti con il modo repentino in cui la sua vita è stata stravolta. Diventa faticoso allora il dialogo tra la realtà e le strategie che si mettono in atto per accettarla: se per sopportare la malattia della figlia studia testi di medicina, si rende insopportabile alle infermiere dell'ospedale e si rivolge ad amici in cerca di numeri di telefono e indirizzi di ottimi medici, allo stesso tempo si rende conto che la morte e la malattia sono eventi che al di là dal suo controllo la lasciano in preda dei suoi ricordi, e si sorprende a pensare come i bambini: "come se i miei pensieri o i miei desideri avessero il potere di rovesciare la storia dei fatti".
Categoria: Letteratura femminile
Editore: Il Saggiatore
Collana:
Anno: 2008
Traduttore: Vincenzo Mantovani
ISBN: 9788856500981
Finalista al Booker Prize 2010, “In una stanza sconosciuta” prende il titolo da una frase di William Faulkner: "In una stanza sconosciuta ti devi svuotare per il sonno. E prima che tu sia svuotato per il sonno, che cosa sei." Il protagonista del romanzo legge questo passaggio mentre riposa sulla riva di un fiume durante uno dei suoi viaggi tra Europa, Africa, Asia e tra ricerca, irrequietezza e passione. Il protagonista è lui, il giovane Damon, che strada facendo resta segnato nel profondo dalle intense vicende che vive. Cambiano gli ambienti e i paesaggi, ma al centro resta la persona, i rapporti umani che nascono e muoiono, il tentativo di stabilire un contatto e lo sforzo contro le condizioni, le circostanze avverse, le persone stesse che lo ostacolano. I sentimenti sono forti, ma nello stesso tempo c'è il distacco, che consente al protagonista narratore di raccontare fatti e moti dell'anima da due punti di vista differenti, da dentro e da fuori. E il racconto si divide in due, e segue in parallelo viaggio fisico e viaggio dello spirito con una lingua tersa, asciutta, essenziale che è stata paragonata a quella di John M. Coetzee e dello stesso William F aulkner. “In una stanza sconosciuta” esalta la grande intelligenza e l'acuta sensibilità di uno scrittore straordinario e straordinariamente umano.
IN UNA STANZA SCONOSCIUTA
Galgut Damon
Francesco De Gregori
Paul Overt, giovane autore con qualche buon romanzo alle spalle, incontra con grande emozione Henry St. George, lo scrittore da lui idolatrato, che lo mette in guardia dalle insidie dell’amore romantico, persuaso com’è che la vita di famiglia, con i suoi gravami, comprometta la creatività e l’integrità artistica. Esaltato e lacerato dalle parole del collega più anziano, Overt partirà per un lungo viaggio all’estero. Ma al ritorno, due anni più tardi, di fronte a una sorpresa dal sapore beffardo, si domanderà se il sublime sacrificio che avrebbe voluto imporsi fosse davvero così imperativo: e la lezione che avrà appreso sarà meno eccelsa, e più venefica, di quella impartitagli dal sommo, ineffabile Maestro.
La lezione del maestro
James Henry
Loro ci sono. Loro sono di là. O forse sono altrove. Se li chiami, c'è anche il rischio che rispondano. Ma con che risultato? Loro sono riconoscibilissimi - ma chi li ha visti crescere teme sempre che possano essere stati sostituiti. Inquietanti o inquieti? Loro passano gran parte del tempo in una posizione orizzontale che non è necessariamente quella del sonno. Ma certamente dormono quando gran parte del mondo è sveglia. Loro sono gli adolescenti, anzi i figli adolescenti. Così se li immagina Michele Serra: sdraiati. Gli sdraiati fanno paura, fanno tenerezza, fanno incazzare. Eppure se interrogati a volte sorprendono per intelligenza, buon senso, pertinenza. E allora? Bisogna raccontarli, guardarli, spiarli. Cosa che Michele Serra fa con l'ansia del padre, con lo spirito del moralista, con l'acutezza del comico. Gli sdraiati è un romanzo, un saggio, un'avventura. Ed è anche il "monumento" a una lunga generazione che si è allungata orizzontalmente nel mondo, nella società, e forse da quella posizione sta riuscendo a vedere cose che gli "eretti" non vedono più, non vedono ancora, hanno smesso di vedere.
Gli sdraiati
Serra Michele
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