Letteratura tedesca

Le affinità elettive

Goethe Johann Wolfgang

Descrizione: Il solido matrimonio di Edoardo e Carlotta viene scosso dall’arrivo del Capitano e della giovanissima Ottilia. Ben presto le affinità elettive tendono a unire da una parte Edoardo e Ottilia e dall’altra Carlotta e il Capitano. Se Edoardo si abbandona alla passione, inebriato dai propri sentimenti, Carlotta cerca invece di frenarsi e far vincere la ragione, mentre Ottilia, «la piú dolce figlia della natura che sia uscita dalle mani di un artista» (Thomas Mann), risponde alla legge dell’istinto con un sentimento totale ma rigoroso e castissimo. Con un saggio di Thomas Mann e una nota introduttiva di Massimo Mila

Categoria: Letteratura tedesca

Editore: Einaudi

Collana: Tascabili Classici

Anno: 2007

ISBN: 9788806186906

Recensito da Marika Piscitelli

Le Vostre recensioni

Edoardo e Carlotta conducono un’esistenza pigra e tranquilla in un castello isolato, lontano dalle seduzioni del mondo. Le loro giornate trascorrono lente, tra la cura del giardino e le buone letture. Ma può parlarsi di felicità quando si vive al riparo dalle emozioni vere? Può parlarsi di amore se si rifugge ogni tentazione?

Il fragile, fittizio equilibrio della coppia viene messo a rischio, scosso e poi spezzato dall’arrivo del Capitano, un amico di gioventù di Edoardo, e della bella Ottilia.

Nuovi e inaspettati sentimenti travolgono i protagonisti, demolendone le certezze, e il desiderio individuale di un appagamento reale e completo si scontra dolorosamente con la morale comune e le istituzioni sociali.

Nel racconto di Goethe non si cela un’apologia dell’adulterio, né un invito alla rivoluzione dei costumi: l’autore compie una struggente analisi degli affetti, una coraggiosa indagine della psiche umana che induce a riflettere e a mettere in discussone anche le più radicate convinzioni.

La passione di Edoardo per Ottilia è immediata e capricciosa; l’amore della ragazza per il barone è invece timido e silenzioso. Carlotta, moderata e rispettosa, si stupisce delle sue stesse reazioni; il Capitano dal suo canto trova subito nella moglie dell’amico uno spirito affine.

Per tutti vale la considerazione che contro il magnetismo dell’attrazione nulla possono l’etica e la ragione. Tuttavia non è semplice accettare i riflessi sociali delle proprie scelte istintive ed è inevitabile l’incombere della tragedia…

Il titolo

S’immagini un’A, che sia intimamente legata a un B, in modo che, per quanti mezzi e per quanta forza si adoperino, non si posano separare. S’immagini poi un C, che nello stesso modo sia avvinto da un D. Portiamo le due coppie a contatto l’una dell’altra: ebbene, A si unirà a D e C a B, senza poter dire chi per primo abbandoni l’altro, e quale si sia all’altro congiunto“.

Fu il chimico svedese Tobern Bergman a studiare l’attrazione degli elementi, ovvero a teorizzare l’attrazione spontanea o la separazione delle parti di un composto che venisse a contatto con una determinata altra sostanza. La sua opera venne pubblicata nel 1782.

Goethe nel suo romanzo riprende l’esempio della calce e dell’acido sulfureo diluito: la stessa legge che governa le sostanze chimiche vale anche per le relazioni umane.

Il tema

Una coppia sbagliata scopre un autentico legame d’amore, vivendo poi il conflitto tra passione e dovere (inteso come rispetto del matrimoni e delle convenzioni sociali). Sullo sfondo, il vuoto ontologico generato dal conformismo borghese.

Consigli per la lettura

Goethe si sofferma molto e spesso sul paesaggio: stagni, ruscelli, pendii, dirupi e tutti i dettagli che popolano la valle in cui si trova la dimora di Edoardo, nonché sui progetti e sulla realizzazione delle opere architettoniche a corredo del parco del castello. Queste parti risultano piuttosto pesanti… Non lasciatevi scoraggiare! Piuttosto leggetele rapidamente.

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Wolfgang

Johann

Goethe

Libri dallo stesso autore

Intervista a Goethe Johann Wolfgang

L’amore dietro ogni cosa a teatro

Tutti poeti con Claudio

Milano, estate 1981: siamo nella fase più tarda, e più feroce, della stagione terroristica in Italia. Non ancora quarantenne, Giacomo Colnaghi a Milano è un magistrato sulla linea del fronte. Coordinando un piccolo gruppo di inquirenti, indaga da tempo sulle attività di una nuova banda armata, responsabile dell’assassinio di un politico democristiano. Il dubbio e l’inquietudine lo accompagnano da sempre. Egli è intensamente cattolico, ma di una religiosità intima e tragica. È di umili origini, ma convinto che la sua riuscita personale sia la prova di vivere in una società aperta. È sposato con figli, ma i rapporti con la famiglia sono distanti e sofferti. Ha due amici carissimi, con i quali incrocia schermaglie polemiche, ama le ore incerte, le periferie, il calcio, gli incontri nelle osterie. Dall’inquietudine è avvolto anche il ricordo del padre Ernesto, che lo lasciò bambino morendo in un’azione partigiana. Quel padre che la famiglia cattolica conformista non poté mai perdonare per la sua ribellione all’ordine, la cui storia eroica Colnaghi ha sempre inseguito, per sapere, e per trattenere quell’unica persona che ha forse amato davvero, pur senza conoscerla. L’inchiesta che svolge è complessa e articolata, tra uffici di procura e covi criminali, tra interrogatori e appostamenti, e andrà a buon fine. Ma la sua coscienza aggiunge alla caccia all’uomo una corsa per capire le ragioni profonde, l’origine delle ferite che stanno attraversando il Paese. Si risveglia così il bisogno di immergersi nella condizione degli altri, dall’assassino che gli sta davanti al vecchio ferroviere incontrato al bar, per riconciliare la giustizia che amministra con l’esercizio della compassione. Una corsa e un’immersione pervase da un sentimento dominante di morte. Un lento disvelarsi che segue parallelo il ricordo della vicenda del padre che, come Giacomo Colnaghi, fu dominato dal desiderio di trovare un senso, una verità. Anche a costo della vita.

Morte di un uomo felice

Fontana Giorgio

Le streghe di Lenzavacche vennero chiamate nel 1600 in Sicilia un gruppo di mogli abbandonate, spose gravide, figlie reiette o semplicemente sfuggite a situazioni di emarginazione, che si riunirono in una casa ai margini dell' abitato e iniziarono a condividere una vera esperienza comunitaria e anche letteraria. Furono però fraintese, bollate come folli, viste come corruttrici e istigatrici del demonio. Secoli dopo, durante il fascismo, una strana famiglia composta dal piccolo Felice, sua madre Rosalba e la nonna Tilde rivendica una misteriosa discendenza da quelle streghe perseguitate. Assieme al giovane maestro Mancuso si batteranno contro l'oscurantismo fascista per far valere i diritti di Felice, bambino sfortunato e vivacissimo.

Le streghe di Lenzavacche

Lo Iacono Simona