
La stella del vespro
Colette
Descrizione: Inutile negarlo: l’essere ipersensibili può portare a risvolti problematici. Nonostante queste persone tendano a rinunciare a se stesse rivolgendo la loro attenzione all’esterno e agli altri, non sono rari rimproveri del tipo: Devi essere sempre così emotivo? Eppure, l’ipersensibilità non è necessariamente un “tallone d’Achille” che espone a sofferenze, delusioni, o irragionevoli inibizioni: se la si usa bene, può rivelarsi una dote incredibile. Rolf Sellin, che per anni ha studiato questa predisposizione soffrendone lui stesso, guida gli ipersensibili verso l’adozione di un nuovo atteggiamento che permetta loro di contenere gli effetti più negativi della loro condizione. Insegna a smettere di acconsentire a richieste eccessive, ponendo confini più netti tra sé e il mondo. Spiega come uscire vincitori, anche quando si ha la netta impressione di essere affetti da una forma inguaribile di “altruismo patologico”, indesiderato, incompreso e, per giunta, gratuito. Aiuta a valorizzare la capacità di empatia, senza esserne sopraffatti, a vivere le emozioni proprie e altrui, con maggiore equilibrio. Invita a trasformare le sensibilissime antenne in dotazione agli ipersensibili, eccezionali nel captare ciò che ai più resta sconosciuto, in un talento da spendere in ogni ambito dell’esistenza. Gli spunti di riflessione, i numerosi suggerimenti sono utili a chi vuole imparare a gestire da solo e in modo costruttivo la propria sensibilità, sia nella vita privata sia professionale, e a proteggersi in modo più efficace a livello mentale ed energetico, così che l’ipersensibilità possa tornare a essere quello che realmente è: un’incomparabile risorsa interiore.
Categoria: Saggi
Editore: Apogeo
Collana:
Anno: 2012
ISBN: 9788850331413
Recensito da Alessandra Allegretti
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Colette ha sempre rifiutato di scrivere deliberatamente sulla sua vita, ma ne La stella del vespro, pubblicato per la prima volta nel 1946 l’esistenza della più grande scrittrice francese del ’900 si svela discretamente, lungo frammenti scritti con la cura e la sofisticatezza a cui ormai ha abituato i suoi lettori e di cui è diventata maestra. Si tratta di una sorta di cronologia frammentata che trascrive gli avvenimenti e le osservazioni della vita quotidiana: i capricci di primavera; i viavai del compagno Maurice Goderek; le visite che riceve – tra cui Truman Capote – le audizioni per la riduzione teatrale de La Seconde; l’impegno a raccogliere tutte le sue opere per il progetto OEuvre complete per l’editore Le Fleuron; l’Académie Française. Ormai immobilizzata dalla vecchiaia, dal peso e dall’artrosi, osserva il cielo, il succedersi al giorno della luna o del vespro nel quadrato ritagliato dalle finestre del suo grande appartamento a Palais–Royal. Leggiamo una Colette malinconica e meditativa, chiusa nel suo appartamento, in cui riceve, mangia, scrive e legge. In questo testo, evoca dei ricordi dai tempi della guerra, medita sulla sua condizione di invalidità e i suoi nuovi rapporti con il mondo da scrittrice “nota e riconosciuta” e, amabilmente, conversa con le sue care presenze, con gli esseri da lei sempre amati – appassionatamente o teneramente – come la madre Sido; la figlia di cui evoca il ricordo della nascita nel 1913; Missy (la contessa Mathilde de Morny); l’ex marito Henry de Jouvenel; Polaire; il migliore amico nonché terzo e ultimo marito Maurice Goderek; il giovane reporter che viene ad intervistarla; la prostituta Renée che le appare nel giardino innevato della sua casa, un giardino dalla cui descrizione si distingue a fatica da quello di Saint–Sauveur.
La stella del vespro
Colette
«L'unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti e cercare la distanza giusta, che è lo stile dell'unicità». Così scrive Emanuele Trevi in un brano di questo libro che, all'apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, cosi propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l'aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l'ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore. Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell'unicità di questo libro non stanno nell'impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l'amicizia. Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all'ultimo trasparente e felice, quel legame che accade quando «Eros, quell'ozioso infame, non ci mette lo zampino».
Due vite
Trevi Emanuele
Per una breve stagione, seguita al crollo del Muro di Berlino, in Italia le forze politiche si sono scoperte "liberali": la sinistra intestandosi alcune riforme (modernizzazione del welfare e del diritto del lavoro, privatizzazioni, liberalizzazioni), la destra adottando un vocabolario debitore alla stagione di Reagan e Thatcher. Questo libro restituisce al libero mercato la sua dimensione originaria e più appropriata: un sistema di idee, naturalmente alternativo e in concorrenza con altri, ma autonomo e coerente di per sé.
L’intelligenza del denaro
Mingardi Alberto
"Quando muore qualcuno le sue cose sono sempre lì. Aspettano solo di essere usate da un altro. Non gli importa, basta che un altro le usi. Quando morì mia madre, la sua poltrona rimase immobile in salotto. Io penso che sia meglio voler bene alle persone" "A quali persone?" "A tutte quelle che è il caso"."Mica facile".
APOCALISSE IN PANTOFOLE
Franceschini Francesco
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