
MASTRO DON GESUALDO – di Giovanni Verga
Descrizione: Montechiasso è un borgo toscano arroccato sulle colline: nelle giornate di cielo nitido, scarno di nubi e con l'aria frizzante e pulita, si scorgono le vette delle Apuane, il mar Tirreno, le colline Metallifere, gli Appennini tosco-emiliani, il Casentino. Lì vive Sara, diciannove anni, figlia di Attilio, un tempo militante comunista nonché voce e chitarra del gruppo rock I Timidi. Ma a Montechiasso sono arrivati anche nuovi abitanti: per esempio il suo amico Averroè, giovane promessa dell'atletica nonché figlio dell'imam. Tutto sembra andare per il meglio, finché non arriva la notizia bomba: nel paese verrà costruita una gigantesca moschea, un'astronave aliena edificata tra le vigne e i campanili. Verranno tutti coinvolti in una discussione che rischia di degenerare, tra razzismi e idealismi, solidarietà e diffidenze: anziani con il pannolone e casalinghe disperate, preti troppo intraprendenti e affaristi senza scrupoli, politicanti di provincia e giornalisti ficcanaso, vecchi militanti e giovani rampanti, sciampiste pettegole e commesse della Coop.
Categoria: Narrativa
Editore: Garzanti
Collana: Narratori Moderni
Anno: 2010
ISBN: 9788811670292
Recensito da Marika Piscitelli
Le Vostre recensioni
...
Leggi tutto
Aggiungi un tuo commento
Scrivi la tua recensione
MASTRO DON GESUALDO – di Giovanni Verga
Venezia 1894. Un incontro fortuito. 36 anni lei, 31 lui. Duse e d’Annunzio attraverseranno insieme 10 burrascosi anni. Un breve tratto, ma per entrambi capitale: sia perché, col tempo, il Vate si sarebbe ravveduto, rimpiangendola; sia perché quella con d’Annunzio è la sola convivenza della Diva che, sul viale del tramonto, parrà prediligere la compagnia di giovani donne. Questo narra la vulgata confermata da oltre un secolo. Se corrispondono al vero passione, tradimenti e umiliazioni, sono da ribaltare i ruoli: fu lui la vittima e lei il carnefice. È quanto emerge dai numerosi documenti, sottoposti a nuovo esame con un’avvertenza: a varare la favola dei divi amanti fu Gabriele per suo tornaconto.
Più che l’amore
Andreoli Annamaria
Immersa nel caldo torrido di luglio, la città si appresta a festeggiare una delle sue ricorrenze più popolari, quella della Madonna del Carmine, quando viene sconvolta da una terribile notizia: la tragica fine di un medico, professore universitario di ostetricia e ginecologia, stimato come professionista e molto amato per l'attività gratuita che svolge a favore delle famiglie più povere. Il dottore, caduto da un'impalcatura in circostanze poco chiare, era sposato e aveva un figlio piccolo. Ricciardi è incaricato di indagare sul caso: deve scoprire se qualcuno ha spinto l'uomo nel vuoto, e come al solito "il fatto", l'immagine dell'ultimo istante di dolore del morto, lo perseguita. Ma questa volta il commissario è distratto da uno dei momenti più difficili della propria esistenza; su di lui incombono l'abbandono e il lutto.
In fondo al tuo cuore. Inferno per il commissario Ricciardi
De Giovanni Maurizio
De Amicis, Edmondo – IL TAMBURINO SARDO (Cuore, 1886)
LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )