Giallo - thriller - noir

L’estate fredda

Carofiglio Gianrico

Descrizione: Siamo nel 1992, tra maggio e luglio. A Bari, come altrove, sono giorni di fuoco, fra agguati, uccisioni, casi di lupara bianca. Quando arriva la notizia che un bambino, figlio di un capo clan, è stato rapito, il maresciallo Pietro Fenoglio capisce che il punto di non ritorno è stato raggiunto. Adesso potrebbe accadere qualsiasi cosa. Poi, inaspettatamente, il giovane boss che ha scatenato la guerra, e che tutti sospettano del sequestro, decide di collaborare con la giustizia. Ma le dichiarazioni del pentito non basteranno a far luce sulla scomparsa del bambino. Per scoprire la verità Fenoglio sarà costretto a inoltrarsi in quel territorio ambiguo dove è più difficile distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Ambientato al tempo delle stragi di Palermo, L’estate fredda offre uno sguardo pauroso sulla natura umana, ma ci regala anche un protagonista di straordinaria, commovente dignità. E, alla fine, un inatteso bagliore di speranza.

Categoria: Giallo - thriller - noir

Editore: Einaudi

Collana: SuperET

Anno: 2018

ISBN: 9788806237875

Recensito da Elpis Bruno

Le Vostre recensioni

L’estate fredda di Gianrico Carofiglio è il nome che viene assegnato all’operazione antimafia della fiction che ha per protagonista il maresciallo Fenoglio (“Beppe Fenoglio è uno dei miei scrittori preferiti. C’è qualche rapporto di parentela?… Siamo parenti alla lontana…”).

Bari è dilaniata dalla faide tra fazioni di malavitosi, che vedono contrapposti Lopez (“Un pluriomicida civilizzato. E sembrava anche simpatico”) e Grimaldi (“Società Nostra, facente capo a Grimaldi Nicola detto il Biondo o anche Tre Cilindri”).
Il culmine della violenza viene raggiunto con il rapimento del figlioletto del Grimaldi (“È uscito per andare a scuola, ma non ci è mai arrivato”), che ha un tragico epilogo (“C’è una cosa cui non ti abitui mai. La morte violenta dei bambini”).

Lopez si costituisce: preferisce affidarsi alle tutele previste per i collaboratori di giustizia, piuttosto che sottoporsi alla vendetta implacabile di Grimaldi. Anche perché si professa innocente della morte del bambino.

La seconda parte illustra architettura (“La ‘ndrangheta, che poi è stata ripresa dalle nostre associazioni pugliesi”), riti e logiche (“Mi ero mostrato degno di essere innalzato nella gerarchia mafiosa”) rivoltanti delle associazioni mafiose: una rassegna respingente per chiunque sia dotato di comune senso civico della ragione. Incredibile realizzare l’arretratezza della mentalità e come l’ingegno umano possa essere investito nell’attività criminosa.

La terza parte si concentra sulla soluzione del caso dei sequestri lampo (“Savicchio diceva che l’idea geniale era di sequestrare la moglie o il figlio di qualche pregiudicato pieno di soldi. Gente che poteva pagare subito e non avrebbe mai denunciato…”).

Bruno Elpis

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