Narrativa

Lo Zahir

Coelho Paulo

Descrizione: Un giorno, uno scrittore famoso scopre che la moglie, corrispondente di guerra, lo ha abbandonato senza lasciare traccia e senza alcuna spiegazione plausibile. Nonostante il successo e un nuovo amore, il pensiero dell'assenza della donna continua a tormentarlo e gli invade la mente fino a gettarlo in un totale smarrimento. E' stata rapita, ricattata, o semplicemente si è stancata del matrimonio? L'inquietudine che gli deriva è tanto forte quanto l'attrazione che lei continua a esercitare su di lui. La ricerca di lei - e del significato della propria vita - porta lo scrittore dalla Francia alla Spagna e alla Croazia, sino a raggiungere gli affascinanti paesaggi desolati dell'Asia Centrale. E ancora di più, lo allontana dalla sicurezza del suo mondo verso un cammino completamente sconosciuto, alla ricerca di un nuovo modo di intendere la natura dell'amore e il potere ineludibile del destino.

Categoria: Narrativa

Editore: Bompiani

Collana: Narratori Stranieri

Anno: 2005

ISBN: 9788845234248

Recensito da Marika Piscitelli

Le Vostre recensioni

Cos’è “Lo Zahir”? Il pensiero fisso che ti invade la mente, la occupa, la riempie, la soffoca. Così la tua vita prosegue, ma non continua veramente…

Lo Zahir del protagonista, famoso scrittore, è sua moglie Esther, scomparsa all’improvviso…

Quando lessi “Lo Zahir”, avevo appena iniziato ad inseguire i miei sogni…

Nel rivederlo, lì sulla libreria, ho ripensato a quei mesi tanto particolari, in cui tutto mi sembrava possibile.

Dieci, c’è scritto sull’ultima pagina, ma adesso dovrei rileggerlo per poter dare un voto obiettivo. Spesso un libro ci entusiasma perché lo leggiamo in un periodo che rispecchia perfettamente quanto descritto dall’autore: posti che abbiamo visitato e ci sono rimasti nel cuore, stati d’animo che credevamo di essere stati gli unici a vivere e che invece magicamente ritroviamo tra le pagine di un romanzo…

Non so se è questo che è successo per “Lo Zahir”; fatto sta che si tratta comunque e senza dubbio di uno dei libri cui mi sento “legata”.

La mia copia, tra l’altro, ha anche una particolarità: è firmata dallo scrittore in persona…

Vi ricordate quando fu invitato a Roma, in Campidoglio, per ricevere il premio speciale dei librai italiani? Beh, feci di tutto per parlargli (del tipo che mi spacciai per giornalista pur di accaparrarmi un posto in prima fila) e gli dissi commossa: “Il suo libro mi ha cambiato la vita…”. Chissà se mi capì :-)

Il “mio” autografo di Coelho voglio condividerlo con voi…

Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto, porto su di me le cicatrici come se fossero medaglie, so che la libertà ha un prezzo alto, alto quanto quello della schiavitù. L’unica differenza è che si paga con piacere, e con un sorriso – anche quando quel sorriso è bagnato dalle lacrime

… quanto più è bello tutto ciò che mi circonda, tanto più io mi sento un derelitto

“… potrò sempre tornare a fare quello che sto facendo ora. Il mio sogno, invece, non può più attendere. O cerco di viverlo, oppure lo devo dimenticare

Come diceva Einstein: «Dio non gioca a dadi con l’universo», tutto è collegato e ha un senso. Benché esso risulti occulto per gran parte del tempo, noi sappiamo di essere prossimi alla nostra vera missione sulla terra quando ciò che stiamo facendo è permeato dall’energia dell’entusiasmo. Se lo è, tutto va bene. Se non lo è, conviene cambiare rotta”

Ma se avessi dovuto scegliere una frase? Allora avrei chiesto che, sulla lapide, fosse inciso: «Egli morì mentre era vivo». Può sembrare un controsenso, ma io conosco molte persone che hanno già smesso di vivere, benché continuino a lavorare, a mangiare e a svolgere le loro attività sociali. Fanno tutto automaticamente, senza comprendere il momento magico racchiuso in ogni giorno, senza fermarsi a pensare al miracolo della vita, senza capire che il prossimo minuto magari è l’ultimo che trascorrono sulla faccia di questo pianeta

Vivono imprigionati nella loro storia personale. Tutti sono convinti che l’obiettivo dell’esistenza sia quello di portare a compimento un piano. Nessuno si domanda se quel progetto sia il proprio, o se sia stato pensato da altri. Le persone accumulano esperienze, ricordi, cose e idee altrui – più di quanto possano sostenere. E così dimenticano i propri sogni

Secondo la tradizione della steppa, il cui nome è “Tengri”, per vivere pienamente bisogna essere in continuo movimento: solo così ogni giorno può essere diverso dall’altro

“«Dopo tutto quello che ho fatto per arrivare sin qui?» «Non continuare a ripeterlo, altrimenti significa che non hai capito niente. Che cosa ti porta a credere che il tuo sforzo debba essere ricompensato con la sottomissione, il ringraziamento, la riconoscenza della persona che ami? Sei arrivato sin qui perché questo era il tuo cammino, e non per comprare l’amore di tua moglie»

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